Usanze e tradizioni dedicate ai Santi Pietro e Paolo
Celebrata il 29 giugno, la festa cristiana dei Santi Apostoli Pietro e Paolo coincide in Romania con un antico culto dedicato all'estate agraria.
Monica Chiorpec, 27.06.2017, 10:30
Celebrata il 29 giugno, la festa cristiana dei Santi Apostoli Pietro e Paolo coincide in Romania con un antico culto dedicato all’estate agraria. Ce lo spiega l’etnologo Florin-Ionut Filip Neacsu: Il più probabilmente, la festa cristiana si è sovrapposta su quella di un’antica divinità, tramandata dai nostri antenati, le popolazioni dei geti e dei daci. Il San Pietro estivo, come è nota la festa secondo la tradizione, è molto vicino alla gente. Si credeva che San Pietro era un vecchio che andava in giro per i villaggi, in vestiti contadini, lavorava le terre e pescava. E’ sempre lui a tenere le chiavi del Paradiso e, alle grandi feste dei romeni, si crede che a mezzanotte può essere visto tra le nuvole, seduto al tavolo accanto a Dio.
Si crede inoltre che, nel giorno dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, gli usignoli e i cuculi smettono di cantare. Degli ultimi si dice persino che si trasformino in sparvieri in questo giorno, per ridiventare cuculi nel giorno dell’Annunciazione. Sempre in occasione di questa festa sono commemorati i defunti, come spiega Florin-Ionut Filip Neacsu: In questo giorno, le donne offrono frutta di stagione e vasi pieni di acqua alla memoria dei defunti. A San Pietro è vietato lavorare e i romeni rispettano questa usanza, come d’altronde in occasione di tutte le feste. E’ vietato in particolare torcere. Inoltre, in Romania si svolgono tante sagre e fiere. Come una volta, anche oggi la gente acquista vasi di ceramica da offrire a San Pietro, pieni di frutta di stagione.
Fino a San Pietro, non si mangiano le mele. Si crede che, se viene rispettata questa usanza, i campi coltivati e i frutteti sono protetti da grandine e temporali. (traduzione di Iuliana Anghel)