Usanze di Capodanno in Romania
Il passaggio tra gli anni è un momento che, in ogni Paese, viene festeggiato secondo usanze specifiche. Oltre ai piatti tradizionali, che variano da un Paese allaltro, ci sono rituali che si sono conservati e che a volte sfidano la modernità.
Ana-Maria Cononovici, 31.12.2019, 17:33
Il passaggio tra gli anni è un momento che, in ogni Paese, viene festeggiato secondo usanze specifiche. Oltre ai piatti tradizionali, che variano da un Paese all’altro, ci sono rituali che si sono conservati e che a volte sfidano la modernità. In Grecia, ad esempio, si rompono piatti affinché il nuovo anno sia ricco. In Danimarca si dice che, se ci si sveglia con più piatti vecchi alla porta, sia segno di fortuna e di molti amici. Anche le feste dei romeni sono variegate. A Capodanno, nei villaggi, ma anche nelle città, si conserva ancora la tradizione di andare in gruppo, di casa in casa, a fare gli auguri. La Sorcova, il Pluguşor, le danze della Capra o dell’Orso, sono alcune di queste tradizioni.
Già dalla sera del 31 dicembre, partono per i villaggi gruppi di persone che fanno gli auguri, costumati per spaventare gli spiriti malvagi. Nei villaggi della Bucovina, le persone mascherate vanno in giro in gruppi di personaggi: l’orso, la capra, i cavallini, i cervi, i brutti, i belli, i medici ecc. La tradizione dell’orso è tipica della Moldavia a Capodanno. L’orso è rappresentato da un ragazzo che indossa la pelle di un orso, con delle nappe alle orecchie. Il significato è la purificazione e la fertilizzazione del suolo nel nuovo anno. Si pensa che all’origine di quest’usanza sia un culto tracico-getico.
Fare gli auguri andando in giro con la Capra è un’usanza che si pratica da Natale fino a Capodanno. Le maschere che evocano personaggi biblici sono sostituite dalla maschera di un unico animale, che varia da una regione all’altra: cervo in Hunedoara, capra in Moldavia e Transilvania, uro nella Transilvania Meridionale. In Valacchia e Oltenia, è un’usanza tipica per il Capodanno. L’oggetto chiamato Capra con il quale si va in giro a fare gli auguri è confezionato di un pezzo di legno corto, scolpito a forma di testa di capra, che viene rivestito di carta rossa, sopra la quale si mette della carta nera, tagliata a pezzettini e arricciata. Una tradizione pittoresca si è conservata a Cavnic, nel distretto di Maramureş (nord della Romania), dove a cominciare da Natale fino a inizio gennaio, quando la gente festeggia “Il Vecchio Natale”, a fare gli auguri sono i cosiddetti Brondoşi. Si dice che questi abbiano allontanato i tartari, arrivati nel 1717. Però, oggi, la loro missione è di tenere a distanza gli spiriti maligni.
Nel sud della Romania, l’anno nuovo comincia con il canto delle Brezoaie, come ci racconta Ştefan Costel, della località di Domneşti, in provincia di Ilfov: “Noi, i Brezoi, entriamo nelle case della gente di Domneşti, il 1 di gennaio, a spaventare gli spiriti malvagi e allontanarli dalle case. Abbiamo cercato, dopo decine di anni, di far rivivere quest’usanza, perché si era persa con gli anni. Adesso, un gruppo di persone di Domneşti si è proposto di insegnare ai bambini come portare avanti queste tradizioni antiche.”
Dal dicembre fino al 6 gennaio, a Luncaviţa, nel distretto di Tulcea, partono le cosiddette Moşoaie. Le abbiamo incontrate anche noi al Museo Nazionale del Villaggio Dimitrie Gusti di Bucarest e abbiamo saputo che le maschere vengono preparate lungo tutto l’anno. Il professor Marcu Trandafir : “Quest’usanza è una tradizione locale di Luncaviţa. La maschera viene confezionata di una pianta simile alla zucca. Solo che la zucca ha anche una parte che si usa nelle torte, mentre questa pianta (la zucca a fiasco) ha solo semi”. Le Moşoaie sono così brutte che gli spiriti malvagi scappano e lasciano le case e, se non riescono ad allontanarli con la loro bruttezza, lo fanno con dei bastoni fatti da fusti di typha.
Nel primo giorno dell’anno, si va a fare gli auguri con il Pluguşor” (che vuol dire piccolo aratro) o con la Sorcova” (una bacchetta addobbata che sembra un mazzo di fiori o un ramo fiorito), tradizioni che invocano la prosperità e la ricchezza nelle abitazioni delle persone che ricevono i colindători (coloro che fanno gli auguri). Si dice che chi non li riceve sarà colpito dalla disgrazia e dalla povertà per tutto l’anno che segue.