Usanze di Capodanno
Radio Romania Internazionale vi rivolge i migliori auguri per un felicissimo e serenissimo 2014!
România Internațional, 29.12.2013, 15:35
Come ogni evento importante, anche il Capodanno è caratterizzato da antichi costumi, che si conservano ancora nei villaggi romeni. Alla vigilia del Capodanno, si continua l’usanza dei canti iniziati a Natale.
Prima arrivano gruppi di bambini con il “Pluguşor” (che significa “piccolo aratro”) — un antico rituale agrario. Gruppi di bambini vanno per le case suonando i campanelli e schioccando le fruste. L’augurio che loro recitano è un lungo poema che presenta la successione dei lavori agricoli.
Durante la notte, il corteo del Pluguşor è amplificato da schiere di ragazzi che camminano mascherati, vestiti in costumi di una fantasia straordinaria, che rappresentano le più strane creature mitologiche e percorrono i villaggi alla vigilia del Capodanno e persino nel primo giorno del Nuovo Anno, ricordando le vecchie feste connesse al culto della fertilità.
A Capodanno, nei villaggi della Bucovina (nord) ti accoglie un’atmosfera unica, di intensa emozione. Il Capodanno è considerato uno dei più favorevoli momenti per fare previsioni sul tempo o sui futuri raccolti. Si facevano calendari dai fogli di cipolla e si poteva prevedere quali mesi del prossimo anno sarebbero stati piovosi o siccitosi, e con l’aiuto di carboni accesi si potevano anticipare i raccolti del successivo anno.
La contrada di Oas (nord-ovest della Romania) è conosciuta come una zona particolare, con usanze molto particolari. Ad esempio, a Capodanno si svolge una specie di gara tra bande di ragazzi e di musicisti vestiti di abiti tradizionali che vanno da una casa all’altra per ballare con tutte le ragazze e le donne più anziane.
Oltre all’appendere rami di vischio in casa come portafortuna, una delle usanze più comuni a Capodanno è quella di fare gli auguri con la “Sorcova” a Capodanno è la gioia dei bambini, che reggono nelle mani il ramoscello pieno di mughetti, rotto da un albero che svolge il ruolo di una bacchetta magica, in grado di trasmettere vigore e giovinezza.
Modesti e profumati, i fiori acquistano un significato vitale sotto il gelo dell’inverno quando la “sorcova” si accompagna al cantico della vita. “Che viviate fioriti…”, assimilati con la stessa vegetazione che dischiude la stagione nell’agricoltura, “simile ai meli e ai peri, in mezzo all’estate…” sono alcuni dei versi del canto augurale che si fa a Capodanno.
Buon anno e a rissentirci nel 2014!