Tra pittura e aeromodellismo
Un maestro nel vecchio senso della parola, un creatore di inedito ci fa vedere oggi come si avvicina la creazione artistica a quella tecnica. George Bajan, ospite a Radio Romania Internazionale, è un pittore che ama laeromodellismo.
Ana-Maria Cononovici, 29.10.2014, 11:40
Un maestro nel vecchio senso della parola, un creatore di inedito ci fa vedere oggi come si avvicina la creazione artistica a quella tecnica. George Bajan, ospite a Radio Romania Internazionale, è un pittore che ama l’aeromodellismo, una passione che lo ha spinto a costruire nei minori particolari una serie di aerei con significato storico. Ciò che accomuna le sue due attività è infatti l’attenzione per i dettagli e la creazione di un insieme partendo da zero.
“Amo l’arte e gli aerei, ma non saprei dire quale mi piace di più. Ho iniziato a dipingere quando ero ancora bambino. Ricordo che avevo un album di pittori romeni e tentavo di fare copie delle rispettive opere. Ma mi piacevano anche gli aerei e frequentavo un club per bambini. In alcuni periodi una delle passioni prendeva il sopravvento, avevo periodi in cui dipingevo, altri in cui costruivo aerei e studiavo il pilotaggio, la storia degli aerei”, spiega il pittore.
George Bajan costruisce aerei che volano. Ogni pezzo, per quanto sia piccolo, è costruito da lui, gli aerei sono copie fedeli di aerei rari e rispettano del tutto i vecchi schemi originali. Le riproduzioni del pittore George Bajan sono costruite con particolare cura per i dettagli, dagli elementi semplici, come la vite nella fusoliera dell’aereo, o la mitragliatrice a bordo identica a una reale, fino ai manichini dei piloti che indossano un casco con il relativo stemma.
Normalmente, ci aspetteremmo che un pittore dipingesse aerei, perché impressionato dal loro volo. Ma George Bajan ha scelto di costruirli, tagliando ferro e legno. I suoi aerei, realizzati a scale diverse, sono funzionali, si alzano, offrendo a chi guarda l’immagine di uno Stukas, di un Hansa Branderburd con ali di tela, oppure di un Barone Rosso a tre paia di ali, tutti creati da George Bajan con i relativi dettagli tecnici.
Come viene costruito un aereo da campione, ce lo dice sempre il nostro ospite. “Ho cominciato a costruire queste riproduzioni di aerei per la prima volta quando ero bambino e dopo una pausa di 30 anni ho ripreso questo hobby. Ho cominciato direttamente con un modello particolarmente difficile da realizzare, lo Stukas. Per arrivare a capire il modello mi ci sono voluti anni di esperienza, di studio, ore di pilotaggio con radiocomando. Gli aerei più importanti che ho costruito sono: il Fokker triplano, il Fokker DR1, il Barone Rosso (di Manfred von Richthofen, pilota tedesco nella prima guerra mondiale), a scala di ¼. La prima volta ho comprato un kit e ho messo insieme i pezzi. Ma ci volevano adattamenti per ottenere un aereo migliore e poi dipende anche da ciò che uno vuole realizzare. Ad esempio lo spazio occupato dalle ali, dipende anche dallo spazio che si ha nella macchina per trasportarlo sul campo. Fu il mio primo aereo. Al primo volo non sapevo a che cosa aspettarmi, con tre ali mi pareva impossibile farlo volare. Sono andato anche a qualche dimostrazione e poi ho partecipato ad un campionato nazionale, alla sezione F4C, diventando campione nazionale con questo Fokker triplano. Sono stato veramente molto contento, perché ho realizzato tutte le acrobazie, facendo anche due voli completi estremamente buoni”, aggiunge George Bajan.
Al di là dell’attrazione per un modello di aereo o per un’altro, il pittore tenta di creare aerei quanto più vicini alle dimensioni reali. “Attualmente sto lavorando ad un modello Hansa Branderburg in scala di ½, con un’apertura di 4,25 m e un peso di fino a 30 chili, che sarebbe l’unico modello del genere nella storia dell’aeromodellismo romeno. Finora nessuno ha tentato di realizzare un copia di dimensioni così grandi che sia quanto più fedele al modello reale. Il mio aereo avrà radiocomando, come tutti gli altri, motore a benzina a due cilindri, gli stessi sistemi elettronici, ma un po’ più forti perché essendo più grande e più pesante, ha bisogno di un sistema più forte. Penso che dopo averlo realizzata in scala di 1/2, non sia poi difficile costruirlo in misura naturale. Anche lo Stukas mi attrae molto, è un emblema nella storia della guerra. Mi piache per la sua immagine aggressiva, di uccello da guerra. I tedeschi lo avevano progettato appunto per spaventare. Un altro aereo che mi ha veramente impressionato è il Newport 11, che fa vedere le ali trasparenti e il fusellaggio coperto di tela, un misto di legno e metallo. Proverei a costruirlo in scala di 1/3”, assicura il pittore appassionato di aeromodellismo. (traduzione di Gabriela Petre)