Spiritualità ed etnografia nella provincia di Gorj
Vi invitiamo nel sud-ovest della Romania, per scoprire le case tradizionali della provincia di Gorj, costruite centinaia di anni fa, con abilità tramandate da una generazione all'altra.
Daniel Onea, 09.01.2016, 18:28
Vi invitiamo nel sud-ovest della Romania, per scoprire le case tradizionali della provincia di Gorj, costruite centinaia di anni fa, con abilità tramandate da una generazione all’altra. La casa contadina tradizionale può essere ammirata anche a Curtisoara, al Museo dell’Architettura Popolare di Gorj. Il nostro viaggio parte, però, da Hobita dove, come ricorda il docente universitario Ion Mocioi, si trova la casa museo Constantin Brancusi, allestita nel 1971 al posto dell’antica abitazione del celebre scultore romeno.
La casa è diventata museo per far meglio conosciuti il paesino natio e l’abitazione di Brancusi. E’ noto che la vera casa dello scultore fu distrutta da un incendio prima del 1900. Successivamente, la sorella di Brancusi ha costruito un’altra, a una notevole distanza dalla vecchia. E’ stata conservata fino a poco fa, però pure questa prese fuoco. La casa museo, con tre stanze e una veranda, poggia su fondamenta di sassi di fiume e ha il tetto di legno. Sia sulla veranda, che nelle tre stanze i pavimenti sono di terra battuta. La stanza di mezzo era adoperata come cucina e allestita secondo la tradizione di fine Ottocento. La terza stanza conservava i beni della famiglia. L’attico era allestito di modo che il fumo del focolare della camera di mezzo venisse utilizzato per affumicare la carne. In tutte le stanze sono stati portati oggetti delle famiglie dei fratelli di Brancusi, proprio come erano ai tempi in cui nacque lo scultore. La famiglia aveva nella zona anche un terreno, venduto dalla madre di Brancusi per tenerlo alla Scuola Nazionale di Belle Arti di Bucarest, spiega il docente.
Victor Albinel Firescu, responsabile della sezione etnografia e arte del Museo Provinciale di Gorj, spiega che i turisti che arrivano a Curtisoara scoprono il paesino autentico, proprio com’era due secoli fa. Curtisoara dista circa 90 km da Hobita e 13 dal capoluogo provinciale Targu Jiu. Il nord della regione di Oltenia, in generale, e la provincia di Gorj, in particolare, hanno favoreggiato l’apparizione e lo sviluppo di un sistema architettonico complesso, basato soprattutto sulla lavorazione del legno, spiega Victor Albinel Firescu.
Le condizioni sono di tipo fisico-geografico, ma anche sociale. Una breve analisi, basata sull’osservazione, mette in risalto una regione con una ricca rete idrografica, determinante per la costituzione degli insediamenti. Un altro elemento importante è l’abbondanza del principale materiale da costruzione: il legno. Socialmente, le condizioni favorevoli alla creazione materiale e spirituale sono specifiche alla gente libera. La continuità del carattere libero delle comunità può essere esemplificata fino ai tempi contemporanei con la resistenza alla collettivizzazione nel periodo comunista. Lo spirito conservatore e pratico degli abitanti di questo spazio è pienamente dimostrato dall’architettura ecclesiastica in legno, più dell’architettura laica. Quest’ultima acquisisce varie sfumature, a seconda del contesto sociale e del periodo storico. Cosicchè attualmente, la provincia di Gorj vanta oltre 120 chiese monumento di legno, autentici gioielli architettonici. Veramente straordinario è il modo in cui sono state costruite e addobbate, ma anche la loro durabilità lungo il tempo. E’ l’effetto delle abilità degli artigiani che non avevano seguito chissà che scuole, ma che avevano una ricca esperienza nel lavorare il legno acquisita lungo i secoli e tramandata da una generazione all’altra, spiega Victor Albinel Firescu.
L’abitazione di ogni famiglia è il centro dell’universo, aggiunge il responsabile della sezione etnografia e arte del Museo Provinciale di Gorj. E’ lo spazio in cui si sviluppa in maniera armoniosa l’essere umano nella sua piena bellezza e in stretto legame con la natura. Victor Albinel Firescu vi presenta anche il Museo dell’Architettura Popolare di Gorj. Abbiamo delle masserie da tutte le zone etnografiche della provincia. Il Museo si stende su parecchi ettari. Oltre all’architettura in legno, abbiamo anche quella ecclesiastica. Potrete vedere due chiese: la Chiesa Gheorghe Tatarascu, traslocata da Poiana Rovinari negli anni 2000-2002, e la chiesa consacrata a San Giovanni Battista, fondata nel 1821 da Balasa Cornoiu – una chiesa in muratura, con una bellissima pittura naif contadina. Vorrei avere degli ospiti ai quali spiegare tutto quanto palpita su queste terre, che hanno dato tante personalità, anche nel mondo folcloristico. Il visitatore non può capire tutto solo da uno semplice sguardo, ci si deve fermare un po’ di più, aggiunge Victor Albinel Firescu.
In chiusura, il docente universitario Ion Mocioi vi invita a scoprire la provincia di Gorj. Auspico che tanti turisti vengano qui a vedere la terra natia di Brancusi, la casa costruita da suo padre, identica a quella in cui nacque lo scultore, risalente attorno al 1870. Alcuni alberi del giardino sono proprio dai tempi dell’artista. E’ un’atmosfera attraente, in cui scoprirete l’anima di Brancusi. Io credo che Brancusi va visitato a casa sua, per meglio conoscerlo. I custodi vi aspettano. A Targu Jiu c’è anche un Museo Nazionale Constantin Brancusi, la cui apertura è stata sancita da una legge approvata dal Parlamento della Romania, conclude il docente universitario.