Romeni celebri nel mondo: l’acrobata circense Simion Avram
Il più famoso comico circense romeno, Siminică, resta nella memoria collettiva come un artista complesso, che ha divertito per decine di anni milioni di anime.
Ana-Maria Cononovici, 19.07.2017, 11:30
Il più famoso comico circense romeno, Siminică, resta nella memoria collettiva come un artista complesso, che ha divertito per decine di anni milioni di anime. Di suo vero nome Simion Avram, nacque a Bucarest il 31 ottobre 1936, in una gabbia abbandonata e adibita ad altro uso al circo dove lavoravano i genitori.
E siccome l’intera famiglia era orgogliosa della tradizione di una vita legata allo spettacolo circense, anche il piccolo Siminică imboccò subito questa strada. Già dall’età di quattro anni, la mamma cominciò a prepararlo per quell’ambiente, tramite esercizi di contorsionismo. A sette anni, scese in arena e debuttò con uno spettacolo di acrobazie e contorsionismo.
Felicità massima! Ho avuto una grandissima soddisfazione professionale nella mia vita, sin da quando avevo sette anni. Ho sempre amato e amo il pubblico. Non risparmiavo nessuno sforzo in arena. Mi piaceva vedere la gente come rideva e si divertiva. E amavo gli applausi, che mi rendevano così felice. Suscitavo uno scroscio di applausi, ricorda Siminică.
I bambini-prodigio del circo, come venivano chiamati Siminică e sua sorella, scendevano in arena anche con numeri acrobatici. Lui imparò anche a cavalcare quando al circo vennero portati i cavalli. Praticamente, fece di tutto, dall’acrobazia fino alle discipline aeree.
Nel 1953, partecipò insieme alla sorella Elena al Festival Mondiale della Gioventù di Bucarest, con numeri acrobatici, segnando l’inizio del riconoscimento internazionale. Grazie al successo riscosso con le acrobazie, i due erano diventati star sui cartelloni delle compagnie Bernea, Antonio, Palladium, Frazini e Krateyl, che se li contendevano tra di esse.
Dal 1954, Siminică fu assunto del Circo di Stato di Bucarest, dove lavorò fino al 1995, dopo essere andato in pensione, però con interruzioni, poichè l’artista se ne andava ogni volta si sentiva infastidito da certi atteggiamenti di censura.
Ebbe contratti con compagnie straniere (Bulgaria, l’allora Cecoslovacchia, Germania), però perse anche tanti, in quanto le autorità non gli rilasciavano il passaporto in tempo da poter viaggiare, una pratica abituale del tempo.