Peter Hurley, un irlandese innamorato del Maramures
Lirlandese Peter Hurley è giunto in Romania per la prima volta nel 1994, con un biglietto daereo solo andata, e ci è rimasto.
România Internațional, 18.04.2013, 16:52
L’irlandese Peter Hurley è giunto in Romania per la prima volta nel 1994, con un biglietto d’aereo solo andata, e ci è rimasto. Era affascinato dall’idea dell’Europa dell’ Est, da quando aveva visitato Praga nel 1993 e si era proposto di venire a vivere in questa parte del mondo qualora gli si offrisse l’occasione. Un bel giorno, un altro irlandese gli propose di venire in Romania ad aiutarlo di avviare un affare. Erano ambedue molto giovani, avevano 20 anni. La società si occupava di marketing e pubblicità e, nel tempo, diventò un’attività di grande successo. Per molto tempo, Peter fu impegnatissimo. Attorno al 2009, lasciò l’azienda e cominciò a far uso delle sue doti di comunicatore per promuovere le cose che riteneva di valore in Romania, Paese di cui si era sempre più innamorato. Durò abbastanza finquando arrivò nel Maramures, nel nord del Paese.
Avevo sentito parlare del Maramures però, anche se ero in Romania dal 1994, appena nel 2003 sono riuscito a recarmi in quella zona. E ne rimasi affascinato. Sono rimasto per nove giorni a Botiza, sempre più legato a quello che ci avevo scoperto, qualcosa che non credevo ci fosse ancora sulla terra: una civiltà rurale che viveva in armonia con la natura, senza inquinamento, in un equilibrio reale, in cui l’uomo era perfettamente integrato. Era una cosa meravigliosa. Siamo sempre alla ricerca di posti non toccati dall’uomo, e qui abbiamo un’intera civiltà, come un giardino curato dall’uomo, in cui ogni pezzo di terra era conservato a modo proprio, dal proprietario. Mi sembrava incredibile”, dice l’rlandese.
Quando scopri un simile miracolo, afferma Peter Hurley, ti viene spontaneo dire Dio mio, è meraviglioso quello che si ha in questo posto!”. “Ma sapete come è, non si apprezza mai al giusto valore quello che si ha, finquando non lo si perde. Ci ho molto riflettuto. Dopo qualche anno, Nicu Covaci, il solista del gruppo Phoenix, mi ha detto che vorrebbe fare un festival celtico e così cominciai a informarmi di questi festival, per vedere cosa significano. Non ho fatto nulla di concreto finquando un altro irlandese, Shaun Davey, mi ha fatto sentire la sua creazione musicale sul Cimitero Allegro della Romania: una suite di melodie i cui versi sono gli epitaffi scritti sulle tombe di Săpânţa, cantate in romeno da musicisti di musica irlandese tradizionale, assieme al coro della Facoltà di teologia di Sibiu e un’orchestra da camera. Immaginate, dunque, 80 musicisti sul palcoscenico, che suonano e cantano sulla vita della gente di un villaggio sperduto nel nord del Maramures. Chiesi al mio connazionale cosa se ne faceva di quella musica e mi disse: Vorrei che la cantassimo a Săpânţa”. Allora presi il treno di notte verso Săpânţa, arrivai verso l’alba, andai dal parrocco del villaggio e mi presentai. Gli feci sentire una delle musiche del mio amico Shaun e padre Luţan di Săpânţa ha subito capito cosa volevamo fare. Gli lasciai un CD con le musiche di Shaun — era solo una registrazione da una prima esibizione in pubblico, nella cattedrale di Sibiu nel 2009. E così iniziò tutto”, racconta Peter Hurley.
Tutto” vuol dire un festival interculturale di usanze, dal titolo La lunga strada verso il Cimitero Allegro”, un festival che si svolge ogni anno il 15 agosto, per la Festa dell’Assunzione della Vergine. Evento in cui le usanze del Maramures, ma anche quelle irlandesi sono presentate al pubblico. Poi uno spettacolo all’Auditorium Romeno di Bucarest, con le Voci del Cimitero Allegro” — musiche di Shaun Davey interpreptate da grandi artisti irlandesi. Quindi, la Lega Nazionale dei Zampognari, che si propone di promuovere questo tipo di musica, famigliare anche alla tradizione romena; e, quest’anno, per la Giornata di San Patrizio, una sfilata con carri allegorici dai quali non mancarono le croci di Săpânţa.
Il 15 agosto, Peter Hurley vi aspetta alla quarta edizione del festival interculturale. Avremo alcuni giorni con laboratori formali e informali e atti artistici. Non si tratta solo di musica, ma anche di danza e di usanze vive. Impararemo come si fanno i mucchi di fieno, il formaggio e il pane, visiteremo un ovile. Se volete visitare la Romania, è questo il momento di farlo, per riscoprire i suoi meravigliosi villaggi”, aggiunge il nostro ospite.
Abbiamo chiesto a Peter Hurley quale è la motivazione per cui fa questo lavoro di ambasciatore informale del Maramures. Quando ci si tiene uno specchio di fronte a qualcuno per fargli vedere la propria bellezza, ciò lo incoraggia a coltivarla. Credo che questo incoraggiamento sia molto importante. Non puoi entrare semplicemente in un villaggio e aspettarti che i contadini ti divertano. Devi venire col cuore aperto. Ci sono persone che attraversano di corsa questa zona, fanno delle foto, comprano souvenir e se ne vanno. Ma non si fa così. Ci vuole tempo, pazienza, per capire meglio, per approfondire ciò che si vede. Questa gente si trova su queste contrade da sempre ed è meraviglioso che non ha rinunciato al coraggio e alla tenacia di restarvi in mezzo a questo mondo folle che ha invaso le sue case tramite la tv e l’internet. Ma loro sono ancora lì e hanno bisogno del nostro supporto. Sarebbe peccato perdere questo luogo; è forse l’ultimo in Europa con una straordinaria eredità spirituale”, conclude l’irlandese innamorato della Romania. (trad. Carmen Velcu)