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Pasqua ortodossa in Bucovina, con padre Gabriel Herea, il parroco della Chiesa di Pătrăuţi

Quest'anno, i cristiani ortodossi, maggioritari in Romania, e i greco-cattolici celebrano la Pasqua il 28 aprile. Radio Romania Internazionale è andata a trovare, per via delle onde, padre Gabriel Herea, il parroco della Chiesa Santa Croce di Pătrăuţi.

Pasqua ortodossa in Bucovina, con padre Gabriel Herea, il parroco della Chiesa di Pătrăuţi
Pasqua ortodossa in Bucovina, con padre Gabriel Herea, il parroco della Chiesa di Pătrăuţi

, 23.04.2019, 09:47

Quest’anno, i cristiani ortodossi, maggioritari in Romania, e i greco-cattolici celebrano la Risurrezione di Cristo il 28 aprile. Radio Romania Internazionale vi invita in Bucovina, una della regioni in cui le usanze pasquali e i costumi si conservano perfettamente e vengono tramandati da una generazione all’altra. Questa bella contrada del nord della Romania è nota per i monasteri patrimonio dell’Unesco, tra cui spiccano quella di Voronet, nota anche come la Sistina dell’Oriente, per il suo affresco raffigurante il Giudizio Universale, ma anche quelle di Pătrăuţi, Humor, Arbore o Sucevita.



Radio Romania Internazionale è andata a trovare, per via delle onde, padre Gabriel Herea, il parroco della Chiesa Santa Croce di Pătrăuţi, in provincia di Suceava, nel nord della Romania.



Costruita nel 1487 dal principe moldavo Stefano il Grande, che regnò dal 1457 al 1504, e definito da Papa Sisto IV come vero campione della fede cristiana, la Chiesa di Pătrăuţi è il più vecchio luogo di culto conservato in forma originale tra quelli fondati dal principe. E’ anche la più vecchia chiesa ortodossa monumento UNESCO in Romania, nel cui patrimonio è stata inserita nel 1993, la più vecchia chiesa costruita in stile moldavo e anche la chiesa con i più antichi affreschi interni ed esterni della Moldavia.



D’altronde, la storia attraversata negli ultimi 15 anni da questo luogo di culto pieno di luce della regione della Bucovina è stata raccolta nel libro-album I Custodi della Soglia di Pătrăuţi, i cui testi sono firmati dal prete Gabriel Herea e Tudor Catalin Urcan, e presentato a novembre 2018 alla 25/a edizione della Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus, organizzata da Radio Romania. A gennaio, padre Gabriel Herea ha impressionato i ricercatori e gli scienziati presenti all’Istituto di Fisica Atomica di Magurele, nei pressi di Bucarest, con la sua comunicazione dedicata alle Proiezioni solari simboliche nella chiesa medioevale di Pătrăuţi: allineamenti tra spazi simbolici della chiesa e i raggi del Sole, nei giorni importanti del calendario liturgico e solare.



Una scoperta unica in Romania, frutto di 15 anni di attenti studi e osservazioni condotti da padre Gabriel, il quale ha spiegato a Radio Romania Internazionale come si preparano i fedeli ortodossi ad accogliere la Pasqua. Per accogliere la Luce della Risurrezione, ci prepariamo continuamente. Però in questi giorni stiamo percorrendo una tappa storica, in cui – in modo simbolico – esercitiamo di più, rispetto ad altri periodi dell’anno, la meditazione a questa noastra Risurrezione accanto a Cristo, spiega padre Gabriel.



Il retaggio culturale del regno del principe Stefano il Grande, il fondatore della Chiesa di Pătrăuţi, viene messo in risalto anche nell’ambito della Saison Croisée Romania-Francia, avviata lo scorso novembre, e che si concluderà il 14 luglio. Lo Stendardo Liturgico del principe è il fiore all’occhiello della mostra Ricami di tradizione bizantina in Romania dal XV al XVII secolo, inaugurata al Museo del Louvre di Parigi il 16 aprile. Oltre allo Stendardo, al pubblico vengono presentati altri 26 ricami risalenti al periodo che va dal 1437 fino alla fine del XVII secolo, illustrando il ruolo decisivo svolto dagli artisti e dai mecenati dei Principati Romeni nella conservazione delle tradizioni bizantine.



Lo Stendardo di Stefano il Grande è un pezzo eccezionale: un ricamo bizantino, tessuto in Moldavia, arrivato a una data sconosciuta al Monastero di Zografou del Monte Athos, recuperato durante la prima Guerra Mondiale dall’esercito francese e restituito alla Romania nell’ambito di una cerimonia solenne svoltasi all’Università di Sorbona. Quindi, lo Stendardo del Principe Stefano il Grande è diventato emblematico per le relazioni culturali e politiche romeno-francesi nell’ultimo secolo. A Parigi, la mostra, che rimarrà aperta fino al 29 luglio, è stata inaugurata il 16 aprile, all’indomani del tragico rogo avvenuto alla Cattedrale Nôtre-Dame.



Non potete immaginare le emozioni provate durante l’incendio di Nôtre-Dame, che ha fatto seguito alla notizia che lo Stendardo era arrivato a Parigi. Ovviamente, si sapeva che lo Stendardo stava al Louvre, ma abbiamo provato delle emozioni lo stesso. Si tratta di un oggetto unico nella cultura mondiale. Accanto allo Stendardo Liturgico, a Parigi c’è anche il ricamo che copre la tomba di Maria di Mangop, la seconda consorte del principe Stefano il Grande, che riposa al Monastero di Putna. Anche questo ricamo è unico nella cultura mondiale – non nel senso che simili oggetti non ci fossero mai stati, ma nel senso che non si sono conservati fino ai nostri giorni. In Moldavia sono stati conservati o sono tornati parecchi pezzi del genere perchè qui, nel Medioevo, c’era una scuola di ricami, che rivaleggiava con la scuola delle maestranze che costruivano e affrescavano le chiese. Sappiamo poche cose su questa scuola di ricami, nel senso che non abbiamo troppi dettagli sui suoi lavoratori e sul suo sviluppo, ma la sua esistenza è dimostrata dalla conservazione di numerosi pezzi. In questo periodo, chi visita Parigi, è invitato a scoprire al Museo del Louvre, come brillava in Moldavia – Byzance après Byzance, questo ramo della cultura cristiana, aggiunge il parroco della Chiesa Santa Croce di Pătrăuţi, che ha concluso la conversazione con Radio Romania Internazionale rivolgendo il suo augurio di Pasqua: Cristo è risorto!, come un’esortazione, un rafforzamento e una confessione della nostra fede.




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