Motivi tradizionali nell’opera dello scultore Constantin Brancusi
Personalità di fama mondiale, lo scultore romeno Constantin Brâncuşi è considerato il padre della scultura moderna.
România Internațional, 08.01.2013, 14:34
Personalità di fama mondiale, lo scultore romeno Constantin Brâncuşi è considerato il padre della scultura moderna. Nel contempo, la sua opera è fortemente ispirata alla cultura tradizionale romena. Il complesso monumentale di Târgu Jiu, progettato e costruito in pietra da Constantin Brâncuşi alla memoria degli eroi romeni caduti nella prima guerra mondiale, è formato di tre opere disposte dall’ovest verso est — Il Tavolo del Silenzio”, La Porta del Bacio”, La Colonna Senza Fine”.
Lungo il tempo, le sculture di Targu Jiu sono state diversamente interpretate, in molti registri. Ad esempio, Il Tavolo del Silenzio”, rotonde e circondato da dodici sedie, è stato considerato sia un simbolo di Cristo in mezzo agli apostoli, che un posto diviso dalle fazioni nemiche prima del confronto. Nonostante ciò, Brancusi l’ha definita il tavolo degli affamati”. Nel concetto dell’artista, era il tavolo contadino, attorno al quale si radunava la famiglia, la sera, dopo aver lavorato sui campi, o agli eventi importanti per la vita della comunità. La grande distanza tra le sedie e il tavolo può simboleggiare il rispetto del contadino per questo rito, occasione di recupero delle forze e di riflessione in comune.
La Porta del Bacio” traspone in visione moderna la monumentalità e i significati dei portoni delle case contadine. Simbolo del passaggio in una nuova dimensione, il portone è, per tradizione, sia elemento di delimitazione dello spazio fisico, che delle tappe della vita. Il filosofo Mircea Eliade diceva (citiamo): Ci sono alcuni temi della nostra letteratura popolare molto ricchi dal punto di vista drammatico. Ad esempio il portone/la porta, che ha nella vita del popolo romeno il ruolo di un essere magico, che veglia a tutti gli atti capitali della vita dell’individuo: il matrimonio, come il funerale, con cui si chiude il ciclo e la porta resta a vegliare, altre nascite, altre nozze, altre morti”.
« La Colonna Senza Fine », formata di elementi ripetitivi, può essere interpretata come la ciclicità della vita su un’asse infinita del tempo, sembrando unire la terra al cielo. Sebbene abbia emigrato in Francia, dove ha costruito e svolto la sua intera carriera di scultore, Brancusi ha continuato a condividere agli altri il modo di vivere e di pensare del contadino romeno. Il poeta e saggista Laurian Stanchescu ci evoca alcuni brani delle confessioni del grande artista, del 1933, quando Brancusi viveva a Parigi.
Il contadino dell’Oltenia non ha tempo per bere tra 20 e 40 anni, in quanto impegnato a far prosperare la sua nuova masseria. Al matrimonio balla con la sposa, brinda con tutti gli ospiti, in quanto ha l’obbligo di rispettare le usanze delle nozze. Partecipa ai consigli e ad altri eventi solenni, la domenica può fare una breve sosta a bere un bicchiere all’osteria del villaggio, e a volte si ferma solo a guadare i danzerini al centro del villaggio. I giovani ballano allegramente, mentre gli uomini sposati, tra i 40 e i 60 anni, bevono e guardano i ballerini. In campagna non ci sono spettacoli, come a Parigi o a Bucarest, ma c’è solo il lavoro di sei giorni — e si fa festa solo il settimo giorno. Dopo i 60 anni, un contadino dell’Oltenia, non beve più. Altrimenti il vecchio è preso in giro dai figli, i nipoti, le sorelle, i generi. Non ha più forza fisica, nè finanziaria. Il vecchio non lavora più, non ha motivo, dunque diritto, nè di gioire, nè di rattristarsi troppo. L’uomo tra 60 e 80 anni è ormai solo nonno dei propri nipoti, cui deve impartire dalla sua esprienza di vita”, spiega Laurian Stanchescu.
Buon conoscitore delle usanze del villaggio della Romania meridionale, lo scultore Constantin Brâncuşi è stato ispirato dalla dinamica dello spazio e del tempo della tradizione romena, una trasformazione continua, profonda e naturale.