L’Accademia itinerante del regista Andrei Serban
L'Editrice Nemira ha pubblicato il volume “LAccademia Itinerante Andrei Şerban – Il libro dei Laboratori, coordinato da Monica Andronescu e Cristiana Gavrilă.
Corina Sabău, 03.01.2014, 12:25
“Credo che un simile volume sia unico in Romania. E c’era bisogno di qualcosa del genere, di documentare un fenomeno unico, del tutto straordinario…”. Lo ha detto il critico teatrale Monica Andronescu alla presentazione del volume “L’Accademia Itinerante Andrei Şerban — Il libro dei Laboratori”, pubblicato dall’Editrice Nemira, da lei ha coordinato, assieme a Cristiana Gavrilă.
Abbiamo a che fare con un evento culturale che ha al centro Andrei Serban, grande regista teatrale di origine romena che ha debuttato con successo in Romania, dopo di che si è stabilito negli Stati Uniti negli anni 70. Andrei Serban vanta una grande carriera internazionale: ha messo in scena spettacoli teatrali e di opera in oltre 39 Paesi e ha insegnato in decine di università del mondo: nel 2007, Andrei Şerban ha promosso, assieme all’allora direttrice dell’Istituto Culturale Romeno di New York, Corina Şuteu, una serie di laboratori di creazione teatrale, specialmente per i giovani. Il nome scelto: Accademia Itinerante. Gli workshop erano aperti non solo agli attori, registi, scenografi o musicisti, ma anche a coloro rimasti giovani nello spirito, persino di altre professioni. E il libro pubblicato da Nemira ricostruisce l’immagine “misteriosa” dell’Accademia di Andrei Serban.
Alla presentazione del libro, il regista ha voluto dissipare un po’ questo mistero. “Cosa ci manca? Di cosa abbiamo bisogno ? Simili domande sono state la fonte delle nostre attività. Perchè lavoriamo in campi diversi, ma a ognuno manca qualcosa o ha bisogno di qualcos’altro. Nello stesso tempo, ci ritroviamo tutti in questa brama di ricercare l’essenza delle cose. I laboratori sono stati per tutti noi, un’evasione”, ha spiegato il regista.
I laboratori organizzati finora nell’ambito dell’Accademia itinerante si sono svolti in posti di grande carica culturale per i romeni: nel paese di Plopi, nei Carpazi Occidentali, a Horezu (sud), a Ipoteşti (nord-est) e a Mogoşoaia (nei pressi di Bucarest, ex corte del principe illuminista Costantino Brancovan). Ogni laboratorio ha avuto un altro tema. Il primo, più speciale, è stato ispirato dal libro “Confessione a Tanacu” di Tatiana Niculescu Bran ed ha avuto come risultato uno spettacolo presentato d’altronde anche sul palcoscenico del famoso Teatro “La MaMa” di New York. Il libro ha ispirato anche il film “Oltre le colline” del regista Cristian Mungiu, che al Festival di Cannes del 2012 ha vinto il premio per la sceneggiatura e quello per le migliori attrici protagoniste.
Tornando all’Accademia Itinerante, Andrei Şerban ha aggiunto che “il primo laboratorio, nei Carpazi Occidentali, è stato un tentativo per vedere come ci possiamo incontrare – persone che non ci conoscevamo, attori, musicisti, artisti figurativi, scrittori; siamo vissuti come in un campeggio, per 10 giorni, cercando di ritrovare dei punti comuni di interesse. Il secondo workshop, a Horezu, si è concentrato sulla vita e l’opera di Constantin Brancusi, il padre della scultura moderna. Siamo diventati una grande famiglia. Si stava insieme dalla mattina alla sera. A pranzo si mangiava insieme, tutti alla stessa tavola, in un’atmosfera di grande condivisione e di grande rispetto reciproco”, ha detto il regista.
A Ipotesti, l’attenzione è puntata sul sommo poeta classico romeno Mihai Eminescu, con la sua vita e opera, mentre a Mogoşoaia abbiamo cercato spunti nelle vite e opere di due grandi drammaturghi – il classico romeno Ion Luca Caragiale e Shakespeare.
E’ difficile poter cogliere l’essenza di questi incontri in un libro…Monica Andronescu ha spiegato come ha strutturato il volume “L’Accademia Itinerante Andrei Serban — il Libro dei Laboratori”.
“Il libro è una raccolta di testimonianze, storie vissute sul posto, molte interviste, saggi. A lettura ultimata si rimane col sentimento di aver conosciuto una scuola che aiuta a imparare ma anche a vivere, vivere dentro il teatro e fare del teatro. Come struttura del libro, ho pensato di iniziare con una introduzione di Andrei Serban, per spiegare cosa significa per lui questa Accademia; ho voluto continuare con il testo di Corina Şuteu, grazie alla quale esiste questo libro. Quindi ho presentato il primo laboratorio e ho continuato con le testimonianze dei partecipanti agli altri laboratori, di Horezu, Mogoşoaia e Ipoteşti. Il libro si conclude con un altro testo di Andrei Şerban”, dice Monica Andronescu.
Tra le interviste si annovera quella dell’attore Marius Manole, il quale ha dichiarato alla presentazione del libro che il suoincontro con Andrei Serban è avvenuto a Horezu, in un workshop che non dimenticherò mai.
”Fu per me una grande rivelazione. Perchè avevo un po’ perso la fiducia nel teatro, in quanto vedevo che le cose non andavano come mi sarebbe piaciuto. Ho avuto modo di incontrare lì un gruppo di attori molto bravi di tutto il Paese e ci è stato dimostrato che un attore ha un’immensa capacità di lavoro, che può svegliarsi all’alba e lavorare fino la sera tardi se lo interessa quello che fa, che uno spettacolo si può fare anche in 5 o 6 giorni, che la nostra fantasia è straordinaria, a condizione che qualcuno sappia guardare dentro di noi e sappia spingerci a portare alla luce tutto ciò che abbiamo di meglio dentro di noi… Non crederò più che in un cattivo spettacolo la colpa è dell’attore”, ha detto l’attore.
Il regista Andrei Serban ha definito così l’essenza dell’Accademia Itinerante. “Questi laboratori possono essere una fonte per quelli giovani — spiritualmente giovani — a raggiungere un nuovo livello. E’ un’inizio di strada verso una nuova educazione, che nessuno di noi ha mai avuto. I laboratori funzionano come un campanello d’allarme. Matisse diceva dell’arte che è come una poltrona confortevole. In altre parole, è come una droga. Ha tutte le chance di addormentarti, di renderti passivo. Il teatro è, purtroppo, molte volte pure oggi, un sedativo, con poche eccezioni. Ma noi non dobbiamo arrenderci, dobbiamo evadere!”