In cammino sulla Via Transilvanica
Un viaggio che parte dal nord della Romania, dalla Bucovina che custodisce il Monastero di Putna, per concludersi nel sud-ovest, a Drobeta Turnu Severin, all'ingresso del Danubio nel Paese.
Christine Leșcu, 10.06.2020, 17:41
Un viaggio che parte dal nord della Romania, dalla Bucovina che custodisce il Monastero di Putna, per concludersi nel sud-ovest, a Drobeta Turnu Severin, all’ingresso del Danubio nel Paese. E’ la proposta dell’Associazione Tășuleasa Social, che due anni fa ha lanciato la Via Transilvanica, la via che unisce. Si tratta di un percorso concepito inizialmente lungo 950 km, per attraversare la Romania dal nord al sud, passando per il centro, evitando le strade asfaltate e l’infrastruttura turistica abituale, per imboccare sentieri meno conosciuti di montagna, andando lungo fiumi e scoprendo paesini sperduti.
Un invito al turismo lento, riassume Alin Uhlmann Ușeriu, presidente dell’Associazione Tășuleasa Social e iniziatore del progetto Via Transilvanica. Questa strada si percorre a piedi, eventualmente in bici o a cavallo. Il turismo equestre potrebbe attirare tanta gente, in quanto si addice benissimo ai paesini romeni. Ma ora parliamo del cammino. Ogni chilometro è segnato da una pietra di andesite che pesa 250 chili, scolpita da artisti, studenti dalla Romania e dall’estero. Ci aiuta a non smarrire la strada, per così dire. Quindi, quello che facciamo è costoso prima di tutto grazie a questa roccia, che è quasi un capolavoro e il camminatore aspetta di vedere, in quanto lo accompagna. Il percoso è segnato in vari luoghi – ai crocevia, su alberi o recinti. E’ disponibile anche una guida in tre lingue online su viatransilvanica.com, particolarmente complessa, in quanto descrive praticamente la Romania, tutto quello che incontri in cammino. Auspichiamo che questa via diventi una magistrale – punto di partenza verso altre zone della Romania, se la gente è interessata, spiega Alin Uhlmann Ușeriu.
Siccome si tratta di un progetto lanciato da ong, Via Transilvanica dipende da donazioni, sponsor e, generalmente, di impegno civico che non è mai mancato, aggiunge Alin Ușeriu. Credevamo che si trattase di un lavoro da 30 anni a questo bel progetto, che, forse, non saremmo riusciti a portare a compimento in questa vita, lasciando ad altre persone il compito di continuarlo. Ma ecco che dopo due anni – il 12 giugno ricorrono due anni precisi dall’inaugurazione della Via Transilvanica – abbiamo già finito 400 km e quest’anno sicuramente ne faremo altri 240. Abbiamo già il finanziamento e tante persone che non vedono l’ora di lavorare con noi e andare in porto con questo progetto. Le autorità sono già molto impegnate nella creazione di questo cammino. Cosicchè rimarranno altri 350 km verso la fine del percorso. La Romania è un Paese splendido, che non può essere attraversato andando solo dritti. Devi scoprire i luoghi svelati percorrendo le strade laterali, che sono i più belli e i più importanti. Perciò, da Putna, dove inizia il cammino, fino a Drobeta Turnu Severin – proprio al ponte sul Danubio costruito da Apollodoro di Damasco – saranno già oltre 1000 km, spiega ancora il presidente dell’associazione.
Abbiamo tratto ispirazione dalle vie di pellegrinaggio della Spagna e dalle gare di endurance degli Stati Uniti o dell’India. Abbiamo visto che simili percorsi hanno influenzato culture, formato comunità e contribuito allo sviluppo delle zone attraversate, scrivono gli iniziatori del cammino Via Transilvanica sul sito del progetto. Per i romeni, è anche un’opportunità di meglio conoscere se stessi e scoprire la diversità culturale che unisce, osserva ancora Alin Ușeriu.
Per percorrere l’intero cammino ci vorrebbe una cinquantina di giorni. Ma si può fare a tappe e così il camminatore avrà una vera esperienza della Romania, in particolare della Transilvania. E credo che, a lungo termine, sarà la cosa migliore: tantissime persone che diventeranno ambasciatori in un certo qual modo, arriveranno a conoscerci così come siamo. D’altronde neanche noi, romeni, conosciamo veramente noi stessi. E lo dico perchè io stesso, da quando abbiamo cominciato a lavorare alla Via Transilvanica, ho scoperto una Romania completamente diversa. Un anno dopo aver segnato le tappe attraverso la provincia di Bistrița-Năsăud, siamo stati seguiti da oltre 500 turisti provenienti da Sudafrica, Nuova Zelanda, Germania o Inghilterra. C’è già tanta gente che ha sentito di questo cammino. E quasi dappertutto le comunità locali ci accolgono a braccia aperte e partecipano in maniera incondizionata alla sua costruzione, conclude Alin Uhlmann Ușeriu, presidente dell’Associazione Tășuleasa Social e iniziatore del progetto Via Transilvanica.
Verso fine giugno, verrà lanciato anche il tratto Mureș-Harghita del cammino.