Il Teatro Regina Maria di Oradea
Una cometa, e sotto, una coppia felice di sposini. Attorno, gente rilassata e gioiosa. A dieci anni dalle sue nozze, Elisabeth si chiede se la felicità la si può inchiodare per sempre e tenta di ripetere la festa.
Luana Pleşea, 17.03.2014, 13:30
Una cometa, e sotto, una coppia felice di sposini. Attorno, gente rilassata e gioiosa. A dieci anni dalle sue nozze, Elisabeth si chiede se la felicità la si può inchiodare per sempre e tenta di ripetere la festa. E’ la premessa dalla quale prende lo spunto la trama dello spettacolo “La Cometa” di Justine del Corte, messo in scena da Radu-Alexandru Nica al Teatro Regina Maria di Oradea, capoluogo della provincia di Bihor (ovest della Romania). Justine del Corte è una valente scrittrice tedesca e il suo testo, scritto nel 2012, è stato messo in scena per la prima volta nello stesso anno al famoso Burgtheater di Vienna, con la regia del più gettonato drammaturgo tedesco del momento, Roland Schimmelpfennig.
Radu Nica racconta cosa l’ha attratto al testo della scrittrice di origine messicana, il secondo che mette in scena in Romania. “Mi ha moltissimo attratto il lato filosofico del testo. Mi sembra giusto vedere negli spettacoli anche un po’ di filosofia. Non mi sembra nonteatrale che i personaggi facciano ognitanto della filosofia. Il testo ha qualcosa di cechoviano, ma anche qualcosa di Arthur Schnitzler, e quel mix fissato sul mondo contemporaneo mi è parso molto attraente per me come regista, ma anche per gli attori. Quasi tutti i personaggi hanno dei testi molto complessi. Non ci sono quasi personaggi secondari. E’ uno spettacolo con una decina di protagonisti. L’autrice si occupa del tema della felicità, precisamente come possiamo ancora raggiungerla. Ciò mi ha interessato di più come persona. Come regista, mi ha interessato la zona di teatro nel teatro, che ho allungato più di quanto lo sia nel testo propriamente-detto. La riorganizzazione delle nozze l’abbiamo fatta come fosse rifatto nel teatro un evento reale. Così, il testo è diventato più una meditazione sul tempo, una meditazione sul modo in cui il teatro possa eludere o meno il tempo”, spiega il regista.
Radu-Alexandru Nica ha lavorato per la prima volta con la compagnia Iosif Vulcan del Teatro Regina Maria di Oradea, una compagnia con una media di età di che non supera i 40 anni, con 15 attori giovani. “Ho scoperto una compagnia molto desiderosa di fare un altro tipo di teatro rispetto a quello tradizionale. Ultimamente, qui sono stati messi in scena molti musical, o spettacoli più commerciali, cosa non male, perchè si fa di nuovo tutto esaurito a Oradea. Ora credo sia arrivato il momento di offrire al pubblico testi di altro tipo. E ho la sensazione che questo testo, sebbene abbastanza difficile, non sia del facile umorismo, ma abbia dei temi che fanno meditare”, aggiunge Radu Nica.
L’edificio del Teatro di Oradea, che ospita sia il Teatro Regina Maria che il Teatro Szigligeti di lingua ungherese, è uno dei più importanti edifici di patrimonio della città. Il progetto è firmato dalla famosa società di architetti Fellner e Helmer di Vienna, ed è stato realizzato in soli 15 mesi, da luglio 1899 a ottobre 1900. L’aspetto esterno abbina armoniosamente lo stile neoclassico, dominante nell’insieme della facciata, con elementi neorinascimentali e neobarocchi, mentre le rifiniture e gli ornamenti interni erano di un accentuato tono rococò. Per cinque anni, fino al 2011, l’edificio è stato restaurato. La compagnia del Teatro Regina Maria ha inaugurato lo spazio riaperto col famoso musical “Il violinista sul tetto”, due nomination ai Premi teatrali nazionali UNITER, per la migliore scenografia e la migliore attrice non protagonista.
“Vorremmo procedere nella stessa direzione, meno usata dagli altri teatri della Romania, quella del teatro musicale, certo, non completamente, ma vogliamo essere gli esponenti di questo genere e abbiamo le forze necessarie per farlo bene. Ogni due anni mettiamo in scena un musical di grande portata, e nel resto, commedie musicali, di dimensioni più piccole. Credo che siamo riusciti a dimostrare le nostre valenze, ma non dimenticheremo che siamo un teatro drammatico. Ci siamo proposti di lavorare con registi importanti. La collaborazione con Radu Nica è stata di buon augurio. Abbiamo collaborato anche con Mihai Măniuţiu, ad esempio, il quale ci ha proposto la variante musicale di un testo classico, “Leonce e Lena”, spiega il direttore del Teatro, Daniel Vulcu.
Oradea è una città con più di 200.000 abitanti. In queste condizioni, il Teatro Regina Maria riesce a fare tutto esaurito a tutti i 10-15 spettacoli mensili. “Abbiamo circa 15 titoli in cartellone che presentiamo continuamente. La domanda c’è. Siamo sempre in ansia quando si avvicina il Festival degli Atti Unici — che si svolge ogni anno per dieci giorni. Lo scorso anno abbiamo avuto circa 50 spettacoli, tutti venduti molto bene. Credo che Oradea abbia molto potenziale. Il pubblico c’è, gente appassionata del teatro, e – oso dire – persino che noi abbiamo creato una moda del teatro. Ovunque nella città la gente parla di teatro, si interroga sugli spettacoli visti, ci si esorta a vedere teatro. Un fenomeno molto interessante si è verificato all’edizione dello scorso anno del Festival degli Atti Unici, quando, avendo in programma nella Sala Grande due spettacoli nostri e due di teatri bucarestini, i primi biglietti venduti sono stati per i nostri spettacoli”, aggiunge il direttore.
Giunto alla XX edizione e organizzato dal Teatro Regina Maria di Oradea, questo festival è l’unico in Romania dedicato agli atti unici e uno dei più longevi del Paese: la prima edizione risale al 1976.