Il Ponte di Cernavoda
LUnità e la coesione del nuovo Regno di Romania nel periodo compreso tra il 1859 e il 1877-1878 si realizzò anche grazie alle ferrovie.
Steliu Lambru, 06.10.2014, 14:14
L’Unità e la coesione del nuovo Regno di Romania nel periodo compreso tra il 1859 e il 1877-1878 si realizzò anche grazie alle ferrovie. Dal 1859 al 1866, con il regno del principe Alexandru Ioan Cuza, furono gettate le basi dello stato romeno e delle sue istituzioni. L’unificazione propriamente detta seguì negli anni 1866 e 1877-1878 quando, con l’indipendenza e il riconoscimento internazionale, la Romania diventò più facile da attraversare, agevolando la mobilità economica e sociale dei suoi cittadini. Nel 1869 fu inaugurata la ferrovia Bucarest-Giurgiu, e dopo il 1870 un’altra collegava Bucarest a Iasi, la vecchia capitale della Moldavia.
Nel 1878, in seguio alla Conferenza di pace di Berlino, la Romania ricevette la Dobrugea come risarcimento di guerra. Per fare diventare la nuova provincia parte integrante del Paese, la soluzione era quella di costruire delle ferrovie. Una soluzione per far arrivare la nuova via sul litorale, era un immenso ponte sul Danubio, allora il più spettacolare dell’Europa. Un altro ponte per la ferrovia era stato costruito nel 1879, quando era apparso il progetto della ferrovia Bucarest-Sinaia-Brasov, ma uno sul Danubio non era stato possibile. Intorno al 1878, durante i negoziati sulla futura frontiera meridionale della Romania, era apparsa l’idea della costruzione di un ponte sul Danubio, tra le città di Călăraşi e Silistra.
Il progetto del grande ponte sul Danubio fu una delle ambizioni del principe Carlo, diventato ulteriormente Re Carlo I, dalla cui morte sono ricorsi 100 anni, il 27 settembre 2014. Nel 1879, cominciò la costruzione della ferrovia Bucarest-Cernavoda, che doveva connettersi con un’altra fra Cernavodă e Costanza costruita dall’amministrazione ottomana della Dobrugea nel 1860. Dieci anni dopo, nel 1890, alla presenza di re Carlo I, cominciarono i lavori al ponte di Cernavodă. Il responsabile del progetto era l’ingegnere Anghel Saligny, mentre la sovrastruttura metallica del ponte doveva essere progettata dal famoso ingegnere Gustave Eiffel. I negoziati con Eiffel fallirono, per cui il ponte fu costruito dalla compagnia delle Ferrovie Romene.
Il ponte era impressionate, con un’apertura centrale di 190 metri, costruito a 30 metri sopra il fiume per permettere il passaggio anche alle navi con alberi molto alti. Assieme alle rampe di accesso, i 4087,95 metri formavano il più lungo complesso di ponti mai costruito in Romania, e il terzo nel mondo come lunghezza. Pesava 16.500 tonnellate e costò, assieme alle stazioni, 35 milioni di lei oro.
Alla sua inaugurazione, nel 1895, fu testato da 80 locomotive che lo attraversarono con la velocità di 80 chilometri orari. Come attrattive, vanno ricordate due immense statue in bronzo, raffiguranti i soldati caduti nella guerra d’indipendenza della Romania, opere dello scultore francese Léon Pilet (1836-1916). Una parte del compenso per le due statue fu pagata dall’Ambasciata di Francia come regalo al popolo romeno.
Il ponte subì gravi danni nelle due guerre mondiali, ma non fu distrutto neanche dai raid sovietici durante il secondo conflitto. Il ponte di Cernavoda intitolato inizialmente a re Carlo I, fu chiamato Anghel Saligny negli anni del regime comunista, per cancellare il re dalla memoria pubblica. La sontuosa costruzione venne chiusa nel 1987 e dichiarata monumento, dopo l’inaugurazione del secondo ponte, a 80 chilometri dal primo. (traduzione di Gabriela Petre)