Il Palazzo della Cultura di Iaşi
Radio Romania Internazionale vi invita a scoprire il Palazzo della Cultura di Iaşi, capoluogo dell'omonima provincia, già capitale della Moldavia, dove vive una cospicua comunità cattolica e che sarà visitata da Papa Francesco.
Marius Tiţa, 14.05.2019, 12:15
Radio Romania Internazionale vi invita a scoprire il Palazzo della Cultura di Iaşi, capoluogo dell’omonima provincia, già capitale della Moldavia, dove vive una cospicua comunità cattolica e che sarà visitata da Papa Francesco durante il suo viaggio apostolico in Romania. L’edificazione di questo Palazzo fu una promessa assunta e mantenuta dal primo sovrano romeno, Carlo I di Hohenzollern-Sigmaringen, e dall’élite politica. Insieme a Lacramioara Stratulat del Complesso Museale Moldavia, passeremo in rassegna la storia di questo impressionante edificio.
Su questo posto si ergevano le corti principesche fino all’abdicazione forzata del principe Alexandru Ioan Cuza. Durante la sua prima visita a Iasi, Carlo I ha promesso agli abitanti la costruzione di parecchi edifici monumentali, tra cui un palazzo di amministrativo. I lavori, cominciati ai tempi di Carlo I si stesero per 19 anni, per essere conclusi sotto il successore, Re Ferdinando. Durarono tanto a causa della prima Guerra Mondiale, quando il famoso architetto Ion D. Berindei fu costretto per tante volte a riprendere tutto da capo, in mancanza di soldi, spiega la nostra guida.
Ion D.Berindei fu un riferimento nell’architettura romena nella seconda metà dell’Ottocento. Abbracciando lo stile neoromeno, assunse la missione di portare a termine la costruzione del palazzo di Iasi.
Era il secondo della sua famiglia ad aver studiato l’architettura all’Università di Parigi. Ideò un edificio di 36.000 mq come una struttura leggera – nonostante le dimensioni – collocata su un sito archeologico. Ciò lo rende del tutto particolare e rileva anche l’ingegno dell’architetto: riuscì a progettare un palazzo che resistette ai grandi terremoti del 1940 e del 1977, ma anche alle successive scosse. L’edificio non fu gravemente danneggiato dai terremoti, però ebbe una triste sorte durante la seconda Guerra Mondiale, a causa dei bombardamenti sovietici e ulteriormente tedeschi. Le parti bombardate furono ricostruite abbastanza velocemente. Berindei concepì questa enorme struttura in stile neogotico fiammeggiante, con sfumature romantiche all’interno, aggiunge Lacramioara Stratulat, presentando anche gli stili architettonici del palazzo.
Sostanzialmente, si tratta di due stili e due sovrani. Quello più rigido è di Carlo I, mentre l’altro – meno sobrio – è segnato da Ferdinando, ma soprattutto dalla Regina Maria, che impose delle correnti en vogue ai primi del Novecento. Faccio riferimento in particolare ai due portoni d’ingresso e a quello che apriva la Sala dei Principi, tutti in stile Liberty. La Regina Maria ne era addirittura innamorata, per cui le impronte sono visibili in molte stanze del Palazzo della Cultura, aggiunge Lacramioara Stratulat.
All’inizio ebbe una destinazione amministrativa, fu Palazzo di Giustizia, il che spiega anche la sontuosità delle sale principali. Dal 1955, l’edificio diventa Palazzo della Cultura, che custodisce quattro musei nazionali: il Museo di Storia della Moldavia, il Museo della Scienza e della Tecnologia Stefan Procopiu, il Museo di Etnografia e il Museo d’Arte. C’è anche un centro regionale di restauro e conservazione dei beni. La costruzione fu difficile e gli ostacoli andarono di pari passo con i tempi.
La costruzione propriamente detta cominciò nel 1906, però successivamente il progetto subì numerose modifiche. Durante la prima Guerra Mondiale i lavori cessarono, vi venne allestito un ospedale da campo e furono acquartierate le truppe romene, dato che era il più grande edificio della città. Cosicchè dopo il ritiro delle truppe a Bucarest, l’architetto dovette rifare gli elementi di architettura artistica danneggiati, spiega ancora Lacramioara Stratulat.
Oggi, il Palazzo della Cultura di Iasi, che domina il centro città, è una destinazione che va scoperta da tutti i visitatori.