Il Monastero di Hurezi
Il Monastero di Hurezi, eretto dal principe Constantin Brâncoveanu nel 1689, il secondo anno di regno, si trova a Horezu, in provincia di Vâlcea (sud della Romania).
Christine Leșcu, 15.09.2014, 13:28
Il Monastero di Hurezi, eretto dal principe Constantin Brâncoveanu nel 1689, il secondo anno di regno, si trova a Horezu, in provincia di Vâlcea (sud della Romania). Fu ideato come luogo di culto impressionante e necropoli principesca. Decapitato per ordine del sultano 300 anni fa, il 16 agosto del 1714, assieme ai suoi quattro figli, tra l’altro per essersi rifiutato di convertirsi all’islam, Constantin Brâncoveanu è stato canonizzato dalla Chiesa Ortodossa Romena. I 25 anni di pace instaurata dal principe nella Valacchia gli hanno permesso di far costruire numerosi luoghi di culto e di sviluppare il cosiddetto stile “brâncovenesc”, inaugurato a Hurezi, la sua prima costruzione. Ci accompagna Suor Ecaterina Olteanu, guida al Monastero di Hurezi.
“Brâncoveanu regnò per un periodo molto lungo e privo di guerre e come ogni buon cristiano, era anche un ottimo diplomatico. In tempi di pace, riuscì ad occuparsi di questioni economiche, culturali e religiose. Durante il suo regno vi fu una sola battaglia, a Zărneşti, sul territorio dell’allora Transilvania. Ulteriormente gettò le basi del monastero di Hurezi. Quattro anni prima di essere nominato principe aveva acquistato il dominio di Huhurezi, dove allora c’era solo un grande bosco in cui vivevano molti gufi (in romeno huhurezi), che si sentono ancora oggi nella zona”, spiega la monaca.
Per costruire il Monastero, Brâncoveanu si rivolse ad artigiani molto bravi, tra pittori, muratori e falegnami i cui nomi e ritratti si sono conservati sulle mura della chiesa, rompendo in questo modo la tradizione medioevale secondo la quale gli artigiani dovevano restare anonimi. Il monastero è un insieme di edifici più grandi e più piccoli, ciascuno con il proprio significato e valore artistico. Facciamo un giro virtuale assieme a Suor Ecaterina Olteanu.
“Si entra dalla prima porta, dove ci sono anche i giardini, e si sale poi su un sentiero custodito ai lati da più noci. Si entra poi dalla seconda porta, dove c’è la fontana di Hrisant, uno dei priori che hanno fatto aggiungere un altro corpo di edifici, sul lato meridionale verso ovest. Segue lo spazio sacro con la chiesa. Oltre ai cortili, esiste un eremo per ogni punto cardinale. A sud, c’è la Chiesa del villaggio. Come tutti i vecchi monasteri, anche questo dispone di una specie di ospedale, fatto costruire dalla moglie del principe. Siccome all’epoca non c’erano veri e propri ospedali, i monaci e le suore trattavano i malati isolati in questa parte del monastero con cure, il più delle volte, naturiste”, aggiunge Suor Ecaterina.
I visitatori sono attratti sin dall’entrata dagli elementi originali della chiesa del Monastero. “Prima di entrare nella chiesa, c’è l’atrio, allargato, come anche il pronao. E’ sostenuto da 10 colonne e dispone di bellissimi affreschi. Lo stesso tipo di atrio è tipico anche di altre chiese, tra cui il monastero di Cozia, ad esempio, il quale, sebbene sia più antico, contiene nella navata affreschi in stile brâncovenesc. Testimonianze dello stesso stile si ritrovano anche in altri monasteri sulla Valle dell’Olt come Dintr-un Lemn, Bistriţa e Surpatele, fatta erigere dalla consorte di Brâncoveanu, Maria”, spiega ancora Suor Ecaterina.
Dalla sua fondazione fino al 1872, Hurezi è stato monastero di monaci diventando poi di suore. E’ rimasto fino ad oggi il più ampio complesso architettonico medioevale conservato nella Valacchia e inserito nel patrimonio culturale mondiale dell’UNESCO.