Il mese di dicembre nella tradizione romena
Sicuramente, nell'anno calendaristico, il mese di dicembre è il più carico di simboli. E' il periodo delle celebrazioni natalizie che in Romania inizia il 6 dicembre, con la Festa di San Nicola.
Monica Chiorpec, 04.12.2017, 12:06
Sicuramente, nell’anno calendaristico, il mese di dicembre è il più carico di simboli. E’ il periodo delle celebrazioni natalizie che in Romania inizia il 6 dicembre, con la Festa di San Nicola. Per i bambini romeni, Babbo Nicola è una specie di Befana che porta regali, soprattutto dolci nella notte fra il 5 e il 6 dicembre e li lascia nelle scarpe pulite messe vicino alla porta di casa.
San Nicola rientra nelle antiche tradizioni popolari romene attinenti al culto del Sole. E’ lui la guardia meridionale del Cielo, e in questo periodo veglia che il Sole non calasse completamente. Fa da guardia al Sole in particolare nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, e lo lancia di nuovo sul cielo, poichè siamo nel periodo in cui la notte è lunghissima e il giorno sempre più corto. Il popolo romeno ha trovato una soluzione al ripristino dell’ordine. Si dice che, a partire dal 6 dicembre, il giorno comincia a dilatarsi pian piano. Ed è compito di Babbo Nicola difendere il tempo. E’ una di quelle divinità precristiane che ripristinano l’ordine, raddoppiate da un santo cristiano, spiega Delia Suiogan, etnologo presso l’Università del Nord di Baia Mare.
La grande festa cristiana del Natale si sovrappone a un antico culto del Sole. Il solstizio d’inverno era celebrato una volta da tutte le civiltà del mondo. Il sacrificio rituale del maiale prima della vigilia di Natale ha origini antiche, aggiunge Delia Suiogan.
Assistiamo di nuovo ad una sovrapposizione di una festa pre-cristiana antichissima, e questo giorno era celebrato da tanti popoli, sia da greci e romani che dagli slavi. Noi, romeni, manteniamo moltissimi elementi in questo giorno, tramandati soprattutto dai daci e dai romani. In questo periodo, i daci e i romani celebravano un dio del fuoco, precisamente quello del fuoco terrestre, sacrificale. In questo giorno entrambi i popoli sacrificavano un maiale. I romani celebravano i Saturnalia, dedicati al dio Saturno, dal 17 al 30 dicembre. Il 19 o il 20 dicembre veniva sacrificata una scrofa tutta bianca, in quanto il dio cui era dedicata era subordinato al piano solare. Il dio del fuoco era anche il dio del Sole, spiega Delia Suiogan.
Considerato il mese dei regali e della gioia condivisa, il mese di dicembre è un momento essenziale nella trasformazione del tempo. La Natività del Signore e le altre feste invernali sono celebrate da tutti i cristiani, auspicando sempre un mondo migliore.