I Santi Arcangeli nella tradizione romena
Per i cristiani ortodossi, la prima decade di questo mese porta la festa dei Santi Arcangeli Michele e Gabriele, celebrati l'8 novembre.
Monica Chiorpec, 08.11.2023, 10:22
Per i cristiani ortodossi, la prima decade di questo mese porta la festa dei Santi Arcangeli Michele e Gabriele, celebrati l’8 novembre. In tutte le regioni della Romania, questa giornata è molto rispettata. Nelle zone di montagna, i Santi Arcangeli erano tradizionalmente considerati protettori dei pastori. Sabina Ispas, direttrice dell’Istituto di Etnografia e Folclore Constantin Brăiloiu di Bucarest, ci offre maggiori dettagli.
Si tratta in realtà di celebrare un’autorità che è stata oggetto di un momento particolare del Creato. Fa parte del mondo invisibile degli incorporei, creati prima che fosse creato il nostro antenato Adamo. Hanno un ruolo del tutto e del tutto speciale nel rapporto di Dio con la sua creazione, cioè con l’uomo. I Santi Arcangeli Michele e Gabriele occupano un posto speciale nella cultura tradizionale romena. Questa costituzione di schiere angeliche è pensata secondo il modello terreno delle strutture militari, che hanno dei capi. Michele e Gabriele sono due dei capi delle schiere angeliche, che nella storia del rapporto tra l’uomo e Dio hanno avuto un ruolo speciale, spiega Sabina Ispas.
Il Santo Arcangelo Gabriele è l’unico al quale viene rivelata la notizia della Natività del Redentore, essendo lui a dare notizia alla Vergine Maria e partecipando così all’Annunciazione. L’Arcangelo Michele è conosciuto, nella tradizione romena, come il portatore di anime, che vegliava i malati in gravi condizioni e che conduceva le anime in cielo, per il giudizio, spiega Sabina Ispas.
Ci sono leggende legate alla presenza dell’Arcangelo Michele tra la gente. In generale, i santi stabiliscono la connessione tra Dio e l’uomo, trasmettono i comandi della Divinità alle persone e le guidano sulla retta via. Secondo la tradizione, con il battesimo, ogni cristiano riceve un angelo custode. Appartengono alla categoria di coloro che vegliano e non si vedono, ma che aiutano le persone a non commettere errori troppo grandi ed evitare il peccato. L’Arcangelo Michele appare nella leggenda popolare soprattutto come compagno dei viaggiatori, come una personalità che mostra alla gente perché la volontà di Dio deve essere rispettata e cosa succede quando questa volontà viene trasgredita. Esiste un ciclo di leggende, oggi per lo più con funzione fiabesca, esempi medievali del tipo L’Arcangelo e il Monaco. San Michele accompagna nel cammino verso il monastero l’eremita, che si ribella in quanto non capisce perché accadono alcune cose che considera ingiustizie e, ogni volta, l’Arcangelo gli mostra cosa avrebbe significato in seguito se quell’evento non fosse avvenuto allora. I due Arcangeli sono sempre dei moralizzatori, in quanto messaggeri di Dio, aggiunge Sabina Ispas.
Se l’8 novembre, nel giorno della festa dei Santi Michele e Gabriele, fa caldo e il cielo è sereno, quell’autunno è soprannominato degli Arcangeli. Era un segno di buon auspicio, si credeva che sarebbe seguito un inverno più mite e che la stagione calda sarebbe iniziata presto nell’anno successivo. Mediatori tra gli uomini e la Divinità, i Santi Arcangeli Michele e Gabriele sono, nell’antica visione, coloro che cancellano i peccati e liberano le coscienze.