Guardando attraverso la cornice: ritratti e autoritratti della famiglia Storck
Alla fine del 2023, il Museo del Municipio di Bucarest (MMB) ha inaugurato la mostra temporanea Guardando attraverso la cornice: ritratti e autoritratti della famiglia Storck.
Ion Puican, 25.01.2024, 09:00
Alla fine del 2023, il Museo del Municipio di Bucarest (MMB) ha inaugurato la mostra temporanea Guardando attraverso la cornice: ritratti e autoritratti della famiglia Storck. Ospitata dal Museo Frederic Storck e Cecilia Cuțescu-Storck, una delle sedi del MMB, la mostra, che potrà essere visitata fino a metà febbraio, propone, all’interno della casa-bottega dei due artisti classici, un viaggio nel loro mondo, tra parenti e amici di famiglia, passando in rassegna le varie tappe della loro vita o arte, attraverso i ritratti e gli autoritratti da loro firmati. Frederick Ștefan Storck (1972-1942) è stato uno scultore romeno, cronista d’arte e professore. Sua moglie, Cecilia Cuțescu-Storck (1879-1969), fu una pittrice con un’importante influenza sulla vita culturale del periodo tra le due guerre mondiali.
Della mostra ospitata a Casa Storck, abbiamo parlato con la museografa e curatrice, Ana Maria Arsinca. Riunendo alcune opere che non venivano esposte da molto tempo, la mostra riesce a mettere in luce un’altra dimensione, quella familiare. Abbiamo pertanto portato all’attenzione del pubblico una selezione di ritratti e autoritratti di membri della famiglia Storck, nel tentativo di completare la galleria di tali opere già esistenti nella mostra permanente e di tracciare un filo genealogico di una famiglia, considerata dalla letteratura specializzata come una dinastia artistica, spiega la nostra ospite, fornendo maggiori dettagli anche sulla famiglia Storck.
Questa dinastia artistica fu fondata da Karl Storck, originario della Germania, che si stabilì a Bucarest nel 1849. Karl Storck è noto, da un lato, per la creazione di sculture monumentali, decorazioni in stucco per edifici, monumenti funerari e sculture in legno, banchi e mobili per chiese, e dall’altro, per l’attività di professore di scultura e prospettiva presso la Scuola di Belle Arti di Bucarest. Fu lui ad aver gettato le basi della scuola di scultura romena. Due dei suoi figli, Carol e Frederic, divennero, a loro volta, scultori. Carol Storck studiò scultura a Firenze, trascorse tre anni a Filadelfia, poi ritornò nel paese, dove iniziò a lavorare con il padre per varie commissioni. Frederic Storck studiò scultura alla Scuola di Belle Arti di Bucarest, dove, dopo aver completato gli studi a Monaco di Baviera, divenne professore di modellismo e disegno. Ritroviamo Frederic Storck tra i fondatori della società Gioventù Artistica all’inizio del XX secolo, aggiunge Ana Maria Arsinca.
La pittrice Cecilia Cuțescu-Storck svolse un ruolo speciale nella storia della famiglia. Ana Maria Arsinca evoca la sua personalità. Un altro aspetto importante di questa famiglia riguarda la complessa personalità di Cecilia Cuțescu Storck, moglie di Frederic. Divenne la prima donna insegnante alla Scuola d’Arte di Bucarest nel 1916, anno in cui fondò l’Associazione delle donne pittrici e scultrici. La coppia Storck ebbe due figlie, Gabriela Storck, architetto, e Cecilia Frederica Storck-Botez, ceramista, spiega ancora Ana Maria Arsinca, concludendo con altri dettagli sulla mostra.
Quello che possiamo dire è che, pur considerando stili, forme di espressione e periodi diversi, la mostra si propone di cogliere l’unità artistica, il contributo di ciascun membro a ciò che significava e significa oggi il nome Storck nella storia delle arti romene. Tra le opere più rappresentative troviamo, quindi, in mostra il ritratto di Cecilia Cuțescu Storck, realizzato alla fine del 1909 a Parigi, il ritratto di Frederic Storck, i ritratti delle figlie dei coniugi Storck realizzati da Cecilia Cuțescu-Storck e due autoritratti del pittore Alexandru Satmari. La novità della mostra è rappresentata da questi due autoritratti di Alexandru Satmari, marito di Ortansa Satmari, sorella di Cecilia Cuțescu-Storck. Ogni opera esposta può essere vista come un documento plastico a sé stante, che porta con sé sia la storia di chi l’ha creata sia di chi rappresenta. Vi invitiamo pertanto a scoprire ogni singola opera nella mostra temporanea, aperta fino al 18 febbraio, conclude Ana Maria Arsinca.