Dicembre e le sue tradizioni in Romania
Sicuramente, nell'anno calendaristico, il mese di dicembre è il più carico di simboli. E' il periodo delle celebrazioni natalizie che in Romania inizia il 6 dicembre, con la Festa di San Nicola.
Monica Chiorpec, 14.12.2020, 14:41
Sicuramente, nell’anno calendaristico, il mese di dicembre è il più carico di simboli. E’ il periodo delle celebrazioni natalizie che in Romania inizia il 6 dicembre, con la Festa di San Nicola. Per i bambini romeni, Babbo Nicola è una specie di Befana che porta regali, soprattutto dolci nella notte fra il 5 e il 6 dicembre e li lascia nelle scarpe pulite messe vicino alla porta di casa. Per di più, oltre 800.000 romeni festeggiano l’onomastico. Nelle comunità tradizionali c’è anche l’usanza di regalare sacchetti pieni di chicchi di grano, come rituale di fertilità, per portare la prosperità nell’anno che verrà.
La grande festa cristiana del Natale si sovrappone a un antico culto del Sole. Il solstizio d’inverno era celebrato una volta da tutte le civiltà del mondo. Lungo il tempo, sono apparsi oggetti carichi di simboli, come le maschere indossate dai gruppi di auguratori, spiega la direttrice del Museo della Contrada di Oaş, Natalia Lazăr.
Durante le feste natalizie, i gruppi di auguratori indossano maschere, un’usanza precristiana che si è sovrapposta lungo il tempo a quella cristiana. Incontriamo questa tradizione in quasi tutte le regioni del Paese, compresa la provincia di Maramureş, con le quattro zone etnografiche. A partire dal 20 dicembre – quando i cristiani ortodossi venerano Sant’Ignazio di Antiochia, e nelle masserie di campagna si svolge anche il sacrificio rituale del maiale – i giovani vanno in giro a fare gli auguri fino a Natale e persino a Capodanno indossando maschere, in riti che hanno come protagonisti gli animali, tra cui ricordiamo le tradizionali danze dell’orso o della capra. Questa antica tradizione si è tramandata fino ai nostri giorni, emfatizzando, però, sia il lato spettacolare che quello gastronomico. I gruppi di auguratori mascherati vengono formati a seconda di certi criteri socio-culturali, spiega Natalia Lazăr.
Secondo un’antica credenza, l’Anno come divinità arcaica, sarebbe una personificazione del Sole. L’etnologo Ion Ghinoiu afferma che la scomparsa e la rinascita ciclica dell’anno, lungo i 365 giorni, sistemano l’esistenza delle comunità tradizionali e determinano lo svolgimento dei rituali.
Considerato il mese dei regali e della gioia condivisa, dicembre è un momento essenziale nella trasformazione del tempo. La Natività del Signore e le altre feste invernali sono celebrate da tutti i cristiani, auspicando sempre un mondo migliore.