Corneliu Baba Atélier in mostra al Palazzo Șuțu di Bucarest
La Pinacoteca di Bucarest, ospitata dal bellissimo Palazzo Șuțu, edificio storico ottocentesco in stile neogotico, ha aperto i battenti ad una mostra del tutto particolare: Corneliu Baba Atélier.
Ion Puican, 22.09.2021, 11:41
La Pinacoteca di Bucarest, ospitata dal bellissimo Palazzo Șuțu, edificio storico ottocentesco in stile neogotico, ha aperto i battenti ad una mostra del tutto particolare: Corneliu Baba Atélier. Ritenuto uno tra i più rappresentativi pittori romeno del Novecento, Corneliu Baba (1906 – 1997) è noto per i suoi ritratti, ma anche per le illustrazioni di libri.
Docente presso l’Istituto di Belle Arti Nicolae Grigorescu di Bucarest, maestro emerito delle arti, ha dipinto i ritratti di grandi personalità dell’epoca, tra cui lo scrittore Mihail Sadoveanu, il compositore George Enescu, l’attrice Lucia Sturdza-Bulandra, rimanendo noto al pubblico per il suo colorismo, ma anche per il gioco delle ombre e delle luci dei suoi quadri.
La mostra ospitata dal Palazzo Șuțu invita il pubblico a cogliere l’atmosfera della bottega dell’artista, presentando il processo creativo che sta dietro ai suoi grandi lavori. Siamo accompagnati dalla vicedirettrice del Museo del Municipio di Bucarest, Elena Olariu.
Si tratta di una mostra più particolare. Ci ho tenuto tanto ad una mostra-atélier, che svela tante cose sulla bottega di un artista: numerosi abbozzi, il lavoro che sta dietro ad un capolavoro, insomma l’atélier di un grande maestro. Vediamo abbozzi di paesaggi e ce ne sono tanti di Venezia, ma anche natura morta. Forse le gente è meno abituata alle nature morte in Baba, dal momento che la sua opera è incentrata sull’essere umano. Ha tanti ritratti – femminili, maschili, autoritratti che analizzano, pure lui analizza se stesso psicologicamente. Anche qui ce ne sono degli abbozzi importanti. La seconda sala ci svela alcuni – chiamiamoli tentativi – di addentrarsi più profondamente sotto profilo psicologico, nell’indole umana, con la serie dei celebri Re folli. Baba ci spiega, in realtà, che si tratta dell’orgoglio umano, di quello che crediamo noi: ad un certo momento, arriviamo a crederci sovrani, ma la realtà della vita non è proprio così come la immaginiamo. Abbiamo in vetrina anche i manichini con l’aiuto dei quali calcolava le proporzioni del corpo umano. A volta li utilizzava anche come personaggi, ad esempio nella sua opera psicologica, dei Re folli, con persone che sembrano diventare manichini e i loro volti esprimono sentimenti particolarmente profondi, conclude Elena Olariu.