Cartamoneta vecchia in mostra al Museo Nazionale di Storia della Romania
Il Museo Nazionale di Storia della Romania ospita nel mese di agosto la mostra temporanea "Il leu in cartamoneta: biglietti del Ministero delle Finanze (1919-1920)".
Ion Puican, 27.08.2024, 11:02
Tudor Martin dell’Ufficio Numismatico del Museo spiega cosa potranno ammirare i visitatori in questa micro-mostra. “Si tratta di tre serie di quattro banconote con i valori di 10, 50, 200 e 2.000 lei, stampate negli anni 1919-1920 negli Stati Uniti d’America. La decisione di stampare le banconote oltreoceano è stata motivata da diversi fattori esterni ed interni. Dobbiamo tenere presente che il paese era stato devastato dalla Prima Guerra Mondiale, le risorse umane erano decimate, le ricchezze naturali portate oltre confine dalle Potenze Centrali, il tesoro nazionale confiscato dalla Russia bolscevica. Sul confine occidentale, la Romania era coinvolta in un conflitto con la Repubblica dei Consigli d’Ungheria, e nelle Province Unite con il Regno di Romania regnava il caos amministrativo”, dice Tudor Martin. Il nostro interlocutore spiega anche come si può caratterizzare la situazione economica e monetaria della Romania dopo la Prima Guerra Mondiale.
“Dal punto di vista monetario, il periodo era segnato da inflazione e da una grave carenza di moneta, data la precaria condizione delle banconote precedentemente emesse, nonché la circolazione parallela di più tipologie monetarie, essendo in uso le banconote emesse dalle Banca Centrale di Romania, dal Ministero delle Finanze, dalla Banca Generale Romena, che era la banca di occupazione delle Potenze Centrali, corone austro-ungariche e rublo russo. Oltre ai problemi sopra elencati, va notato che le autorità si sono trovate anche di fronte alla difficoltà di produrre una quantità di banconote sufficiente per consentire la sostituzione di quelle usate ed estere”, aggiunge il nostro ospite.
Tudor Martin precisa anche dove veniva stampata la cartamoneta romena a quei tempi e qual è stata la decisione della Romania all’epoca. “In passato, c’era stata una collaborazione con la Banca di Francia, dove furono realizzate le prime banconote romene nel 1877, ma anche con enti dell’Impero Russo. Ma in entrambi i casi non si poneva più il problema della collaborazione, quindi il Ministero delle Finanze ha deciso di negoziare con l’American Banknote Company per stampare uno stock di banconote che coprisse le esigenze dello Stato romeno. Questa azienda produceva banconote per vari stati dell’America centrale e meridionale, ma anche dell’Asia”, aggiunge Tudor Martin.
Cosa hanno portato di nuovo quelle banconote e quale fu il loro destino in quel momento? “Le banconote esposte sono diverse da quelle utilizzate fino a quel momento dallo Stato romeno. Non presentano elementi di sicurezza, ad eccezione delle firme sul recto e della minuzia dei disegni rinvenuti su entrambi i lati. Questi disegni contengono grafica simile a quella trovata sulle banconote realizzate dallo stesso produttore per banche di vari altri paesi. Queste banconote ebbero una sorte sfortunata, quasi l’intero lotto fu bruciato, sebbene fossero state stampate e consegnate. La Banca Centrale di Romania si rifiutò di prenderle in consegna e di metterle in circolazione, perché, affidando l’ordine alla società americana, il Ministero delle Finanze aveva violato la legge secondo la quale l’unico ente che aveva il diritto di emettere banconote con potere di circolazione sul territorio del paese era la Banca Centrale di Romania. Il lotto di biglietti fu distrutto nel 1924, ma diverse dozzine di banconote furono conservate per studio. Quelle della mostra furono trasferite nella collezione del museo dall’Accademia Romena nel 1978”, conclude Tudor Martin.