“Assedio di Venezia” al Festival Internazionale dei Teatri del Danubio a Giurgiu
E' stato lo spettacolo Assedio di Venezia di Andrea Pennacchi e Michele Modesto Casarin ad aprire la XXI/a edizione del Festival Internazionale dei Teatri del Danubio a Giurgiu.
Iuliana Sima Anghel, 12.11.2018, 15:33
E’ stato lo spettacolo Assedio di Venezia di Andrea Pennacchi e Michele Modesto Casarin ad aprire la XXI/a edizione del Festival Internazionale dei Teatri del Danubio, al Teatro Tudor Vianu di Giurgiu, capoluogo dell’omonima provincia del sud della Romania. L’evento, svoltosi dal 29 ottobre al 4 novembre, ha riunito compagnie di Romania, Ungheria, Serbia, Croazia, Bulgaria e Slovacchia. Tratto da Lo stato d’assedio di Albert Camus, Assedio di Venezia, messo in scena con attori romeni dal regista Michele Modesto Casarin, con le maschere di Stefano Perocco di Meduna, ha riscosso un grande successo tra il pubblico.
Se nella sua opera teatrale, scritta all’indomani della seconda Guerra Mondiale, Camus si rifaceva alla peste che colpì l’Europa nel Seicento, per raggiungere la massima diffusione nel 1630, Andrea Pennacchi e Michele Modesto Casarin rivisitano la storia: visto che in quel periodo la Commedia dell’Arte si esprimeva al massimo nelle piazze italiane, Assedio di Venezia ha come protagoniste proprio le maschere: Zanni, il Capitano, la Strega o il Doge, accanto agli innamorati Diego e Vittoria, ma soprattutto a quelle della Peste e della Morte. Uno spettacolo proposto come un primo esperimento della Tragicommedia dell’Arte, come spiegava il regista stesso.
Un’impresa complicata, perchè la scrittura di Camus non si presta ad un lavoro di commedia, cosicchè è stato necessario un grande intervento per preservare l’aspetto politico, ha spiegato Michele Modesto Casarin, lui stesso veneziano, in un’intervista rilasciata al nostro collega Marius Tiţa, caporedattore dei programmi in lingua romena di Radio Romania Internazionale. Il regista ha fatto riferimento anche alla collaborazione con i teatri romeni, avviata nei primi anni dopo la Rivoluzione anticomunista del 1989.