Arte contro la guerra a Piazza Re Michele di Bucarest
Fino al 28 maggio, Piazza Re Michele di Bucarest ospita la mostra Arte contro la guerra/ Stop the War in Ukraine.
Ion Puican, 19.05.2022, 08:59
Fino al 28 maggio, Piazza Re Michele di Bucarest ospita la mostra Arte contro la guerra/ Stop the War in Ukraine. Artisti contemporanei si sono uniti per tirare un segnale d’allarme e inviare un messaggio umanitario, empatico per la cessazione delle ostilità nel paese confinante con la Romania. La mostra continua il progetto Bombe e Gente, avviato all’inizio dell’anno dalla galleria Cellula d’Arte. Radio Romania Internazionale ha parlato con Anca Spiridon, addetta alle pubbliche relazioni della galleria.
Dopo aver organizzato la mostra collettiva Bombe e Gente a marzo e aprile, siamo stati contattati da Florin Covaci, uno dei consiglieri generali del Comune di Bucarest, per informarci sulla disponibilità di uno spazio per continuare questo progetto all’aperto, quindi concepito un po’ diversamente. Gli otto artisti romeni che espongono nella mostra Stop the War in Ukraine a Piazza Re Michele fino al 28 maggio sono Daniel Loagăr, Alex Manea, Misha Diaconu, Mihai Rusen, Denis Nanciu, Sergiu Chihaia, Ion Alexandru e Cristian Seușan. Si tratta di opere adatte per essere collocate all’aperto, con una componente banner, con i lavori stampati degli artisti ucraini che hanno esposto nella mostra Bombe e Gente. Abbiamo scultura, mixed media, installazioni metalliche o quella con girasole e mattoni di Daniel Loagăr, quella plasmata in cemento da Mihai Rusen, la struttura metallica di Misha Diaconu, la casella postale preparata da Alex Manea, spiega Anca Spiridon.
Quali sono le aspettative degli organizzatori e in che modo sono stati sorpresi dal pubblico? Oltre al fatto che una mostra contro la guerra e a favore dell’Ucraina è stata allestita nelle vicinanze dell’Ambasciata russa a Bucarest, noi, onestamente, eravamo preoccupati non solo per questo, ma prima di tutto perchè si tratta di una mostra all’aperto, un’installazione piuttosto grande. Ci aspettavamo che venisse vandalizzata nei primi tre giorni. Ma siamo rimasti impressionati a vedere che la mostra è rimasta in piedi, che le persone che sono venute a vederla l’hanno anche arricchita. Per noi è stata una sorpresa passare una serata e vedere come, nel bel mezzo dell’installazione con le scarpe da bambini, proprio nel primo giorno sono apparse anche delle candele accese. Quindi, un quadro davvero impressionante, dice ancora l’addetta alle pubbliche relazioni della galleria Cellula d’Arte, spiegando anche come è stata accolta la mostra dai media e dalle reti sociali.
Sin dal primo giorno in cui Stop the War in Ukraine è stata aperta a Piazza Re Michele, gli echi sulla stampa sono stati piuttosto forti. Ci ha colpito il fatto che la notizia sulla mostra è stata ripresa anche dalle pubblicazioni specializzate in economia e business, ad esempio, e non solo dai media culturali. Per quanto riguarda i social media, l’apice è stato raggiunto quando abbiamo visto la galleria fotografica condivisa dalle pagine ufficiali del Parlamento ucraino e del Ministero degli Affari Esteri di Kiev. E la gente ci ha ringraziato per aver inviato questo messaggio. È doloroso che sia necessario un contesto del genere, affinchè un evento organizzato da una piccola galleria come la Cellula d’Arte, come lo sono gli artisti indipendenti, underground a Bucarest, in Romania, abbia una visibilità così grande. Penso che l’arte debba essere più visibile anche in altri contesti, ma, d’altra parte, un evento come questo non può non generare risposte e atteggiamenti da parte degli artisti. Finché la guerra in Ucraina andrà avanti, Bombe e Gente, la nostra prima mossa, continuerà sicuramente in una forma o nell’altra, ha concluso Anca Spiridon.