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Stefano il Grande e la Moldavia del suo tempo

Il principe più importante della storia della Moldavia fu Stefano il Grande, che governò per 47 anni, nella seconda metà del XVesimo secolo e all'inizio del successivo, tra il 1457 e il 1504.

Stefano il Grande e la Moldavia del suo tempo
Stefano il Grande e la Moldavia del suo tempo

, 01.10.2022, 18:54

Il principe più importante della storia della Moldavia fu Stefano il Grande, che governò per 47 anni, nella seconda metà del XVesimo secolo e allinizio del successivo, tra il 1457 e il 1504. Il suo regno fu unimpresa in sé non solo per durata, in unepoca in cui linstabilità era allordine del giorno, ma anche dal punto di vista dellamministrazione del potere. Stefano il Grande seppe giocare in modo intelligente tra le potenze regionali Ungheria, Polonia e Impero Ottomano, come loro alleato e ma anche come nemico.



Gli storici romeni del periodo romantico del 19° secolo hanno creato unimmagine eroica di Stefano il Grande e di una Moldavia forte e prospera. Ma anche durante un periodo di regno glorioso come quello di Stefano il Grande, la Moldavia rimase un principato alla periferia della civiltà europea. Dai documenti interni ed esterni dellepoca apprendiamo che era un territorio marginale, con persone senza possibilità materiali e con un alto grado di insicurezza. Lo storico e archeologo Adrian Andrei Rusu è lautore del più recente libro sul regno di Stefano il Grande. Rusu si concentra sulla civiltà materiale della Moldavia della seconda metà del XVesimo secolo e smonta le esagerazioni degli storici del periodo romantico e gli errori archeologici. Lo storico Ovidiu Cristea dellIstituto di Storia “Nicolae Iorga” ha affermato che, spesso, le discrepanze tra ciò che ci dicono gli autori dei documenti e gli storici si spiegano con la difficoltà di adattare il linguaggio e le conoscenze dal passato al presente.



“Cito una dichiarazione del professor Rusu: la realtà medievale non poteva essere coperta dai dizionari delle lingue da cancelleria. E qui un ottimo esempio è stato dato da Umberto Eco. Analizzando il testo di Marco Polo, Eco ha detto che Marco Polo sosteneva di aver visto un unicorno perché, a sua conoscenza, ciò che aveva visto, che era un rinoceronte, non poteva essere tradotto in un termine adeguato. Utilizzando la sua conoscenza dei bestiari medievali, Polo parlò di un unicorno, anzichè di un rinoceronte. Lo stesso può accadere quando entriamo in contatto con oggetti apparentemente insoliti di cui non conosciamo lutilità”.



Adrian Rusu afferma che lobiettivo della sua nuova ricerca è stato anche di portare il mondo moldavo del secolo di Stefano il Grande davanti agli occhi dei lettori di oggi attraverso le descrizioni più dettagliate dellesistenza quotidiana. È il caso della ricostruzione della residenza di Stefano il Grande, finora assente. “Ho dovuto ripercorrere tutte le informazioni archeologiche e architettoniche e mostrare che nel castello di Suceava Stefano il Grande aveva appartamenti principeschi. Aveva una sala con volta gotica con chiavi molto belle e, sorprendentemente, i principi moldavi avevano anche un bagno, un bagno con acqua fredda e uno con acqua calda. Cera anche un giardino assolutamente normale per tutte le corti principesche e reali delle vicinanze. Non era possibile che questi principi, in particolare Stefano il Grande, che ebbe un regno lungo e costante, ben radicato in tutte le aree della civiltà, fossero privati ​​di qualcosa che era abituale allepoca”.



Adrian Rusu si è mostrato scettico anche sul dinamismo dellattività economica moldava. “Stiamo parlando del grande commercio che attraversava la Moldavia, da sud a nord, ma che trasportava solo pepe e seta, che non mossero la civiltà, perchè resero ricche solo poche persone. Furono altri ad arricchirsi, i sassoni della Transilvania, di Brașov e Bistrita, che vendevano in Moldavia chiodi, martelli, seghe, assi, tessuti, tutto ciò di cui la gente comune aveva bisogno. Furono tutti questi prodotti a spingere effettivamente la società in avanti. Si tratta anche di un gruppo di artigiani, che non rimasero in Moldavia. Venivano e lavoravano stagionalmente, ma lavoravano costantemente perché Stefano il Grande offrì loro un flusso di cantieri, garantì loro pagamenti, ed fu così che si nacque la serie di progetti architettonici commissionati che toccarono anche lapice stilistico”.



In queste condizioni, come fu possibile un regno così lungo come quello di Stefano il Grande? “Si tratta chiaramente delle sue capacità personali. Luomo ha capito la sua epoca e ha capito i suoi concorrenti. Era chiaro che ogni anno del suo regno veniva minacciato da sfidanti che potevano spuntare da tutte le parti. Conosceva il suo Paese, si mosse molto bene, fu una strategia di governo che ereditò da Giovanni di Hunedoara. Se uno vuole conoscere il suo Paese, deve essere sempre in moto, farsi vedere al mondo. Non cera scritto da nessuna parte, ma si sapeva che un corteo era di un principe. Ci furono segni dellesibizione dellautorità principesca cui non fu data abbastanza attenzione, si tratta del modo in cui si presentava ai suoi sudditi.”



Stefano il Grande è stato votato nel 2006 al concorso “Grandi romeni” il più grande romeno mai esistito. Ma conosciamo il principe e la sua epoca con laiuto di un linguaggio che resta del passato e che deve essere sempre adattato al presente.




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