Retaggio greco a Bucarest
I greci sono il più antico popolo tra quelli approdati nello spazio romeno e che hanno lasciato delle tracce profonde nella sua storia.
Steliu Lambru, 25.03.2014, 13:03
I greci sono il più antico popolo tra quelli approdati nello spazio romeno e che hanno lasciato delle tracce profonde nella sua storia. Le prime presenze attestate sono quelle degli antici greci, che fondarono in riva al Mar Nero le colonie Histria, Tomi e Callatis, qualche secolo avanti Cristo. La Dobrugea, provincia romena sita tra il Danubio, il Delta e il Mar Nero, fu culla di molte comunità greche e lo dimostrano alcuni toponimici che si sono coservati fino ad oggi, come la località di Greci, nel nord della regione, oppure la cima più alta dei Monti della Dobrugea, che si chiama sempre Greci, alta 467 metri. Non lontano da questi monti si trova la fortezza di Enisala, appartenuta ai greci bizantini e ai genovesi alla fine del XIII secolo.
I greci cominciano ad essere più interessati al nord del Danubio a cominciare dalla seconda metà del XV secolo, ovvero dopo la maggiore tragedia nel mondo cristiano-ortodosso, la caduta di Costantinopoli nel 1453. Lo storico Georgeta Penelea-Filiti è del parere che, metaforicamente, allora è scomparso un mondo, rinato ulteriormente nello spazio romeno.
“Alla caduta di Bisanzio, i greci guardano ai principati romeni come a un possibile riparo. Poco dopo viene attestata per la prima volta la città di Bucarest. Nel 1453 cade Bisanzio, mentre nel 1459 è attestato questo piccolo borgo, luogo di interferenza, che fra 200 anni sarebbe diventato capitale e che oggi è una delle metropoli dell’Europa. Cos’è successo nel 1453? E’ crollato un mondo caratterizzato da una straordinaria vivacità, dallo sviluppo urbano, politico, giuridico ed istituzionale, tipici dei greci. Nel momento della conquista turca, gente proveniente da un altro mondo e da un’altra cultura, lo scontro delle civiltà fu inevitabile e a molti greci non rimase altro da fare che lasciare Bisanzio. Forse la più rappresentativa famiglia bizantina furono i Cantacuzino. Di origine imperiale, molto ricchi e operosi, si spostarono gradualmente dalla Bulgaria fino in terra romena. I Cantacuzino, molto presenti nella storia della Romania, arrivano nel XVII secolo, quando il Paese era straziato dalle lotte politiche, a diventare simbolo del sentimento nazionale. La romenizzazione dei greci era diventata una realtà”, spiega Georgeta Penelea-Filiti.
Dopo il 1453 comincia un’altra storia dei greci, al nord del Danubio. Il loro insediamento nella provincia storica della Valacchia, a Bucarest, va guardata come un processo graduale, non-lineare, determinato da ragioni economiche, politiche e da opzioni personali.
“Non vengono a Bucarest solo principi greci, ad un certo momento uno di loro veniva persino chiamato “fabbricante di principi” perché si era subordinato tutti i competitori al trono della Valacchia. Molti dei greci che vengono nella Valacchia sono interessati al guadagno, alle possibilità, alla vita leggera e provengono da ceti sociali diversi. Senza aver fatto un statistica, ma solo leggendo i documenti, posso dire che la maggior parte puntano sul commercio, le finanze o la cultura. Appare anche un altro elemento che caratterizzerà la storia della Romania dopo il 1453. Come indole, i romeni erano tolleranti, gentili, ma passivi e allora fu benvenuto un elemento dinamico, attivo, che inizia un’azione e la porta anche a termine. I greci vengono con i loro pregi, ma anche con i loro difetti, c’erano greci incaricati a raccogliere le tasse, non sempre persone piacevoli, ma anche professori, medici, avvocati, che parteciparono alla formazione della nostra società urbana, dinamizzandola e culturalizzandola”, aggiunge Georgeta Penelea-Filiti.
L’apice della presenza greca a Bucarest viene raggiunto nel XVIII secolo, nel cosiddetto periodo fanariota, quando furono insediati principi provenienti da famiglie greche del quartiere Fanar di Costantinopoli.
“Non possiamo non ricordare i numerosi greci che si stabiliscono qui, lavorano, si arricchiscono e puntano su una cosa valida ancora oggi: la strategia matrimoniale. Per integrarsi meglio, avevano bisogno di sposare donne romene. Molti decidono di non lasciare più la Valacchia, tant’è che nel 1719 uno di loro diceva che non è interessato a Costantinopoli perché qui trova tutto ciò che gli serve. E sempre nel XVIII secolo, un altro greco entusiasta diceva “se esiste il paradiso, deve per forza assomigliare alla Valacchia.” Per il grande afflusso di greci, Bucarest poteva essere chiamata una città greca”, spiega ancora Georgeta Penelea-Filiti.
Tra le personalità romene di origine greca vanno ricordati gli scrittori Ion Luca Caragiale e Panait Istrati, gli artisti Hariclea Darclée e Jean Moscopol, il politico I. G. Duca, l’industriale Nicolae Malaxa e il banchiere Zanni Chrissoveloni.