Le riforme avviate dal leader sovietico Mikhail Gorbachev, conosciute anche come perestrojka e glasnost, alla metà degli anni 1980, non furono per niente utili allUnione Sovietica.
Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, la Piccola Romania diventò la Grande Romania. La vittoria dellIntesa portò alla Romania lannessione di Bessarabia, Bucovina, del Banato e della Transilvania al Vecchio Regno.
Dal 1946 al 1949, in Grecia si verificò una sanguinosa guerra civile tra le guerriglie comuniste finanziate dallURSS e le forze governative greche.
Per gli ebrei europei, il lager di Auschwitz-Birkenau significò la loro uccisione sistematica tramite un programma messo a punto dallideologia nazista.
La prima guerra mondiale o la “Grande Guerra ha determinato una profonda trasformazione dellumanità. Il conflitto ha significato anche il maggiore dispiegamento di forze umane e materiali, concludendosi, come al solito, con vincitori e vinti.
La Rivoluzione romena del dicembre 1989 fu il più importante avvenimento che segnò la storia della Romania nella seconda metà del 20esimo secolo. Un momento tragico della rivoluzione fu il massacro di Otopeni.
Il 1 dicembre 1918, la Transilvania si univa con il Regno di Romania, formando la Grande Romania. AllAssemblea Nazionale svoltasi ad Alba Iulia, migliaia di romeni approvarono latto di unificazione.
Le gare sportive sono sempre state attraenti per la maggior parte della gente e i media vi hanno concesso ampio spazio per attirare il pubblico.
Il 1 novembre del 1928 andava in onda il primo programma dellallora Società di Diffusione Radiotelefonica, come veniva chiamata all'epoca Radio Romania.
Nella prima metà dellOttocento, Bucarest era una città in pieno ammodernamento.
Carlo I di Hohenzollern-Sigmaringen, a capo dei Principati Uniti Romeni dal 1866 e il primo re della Romania dal 10 maggio 1881, è rimasto nella storia come uno dei fondatori della Romania moderna.
Il primo conflitto mondiale fu chiamato anche la Grande Guerra perché mai aveva visto fino allora cose talmente orrende. Come tutte le altre nazioni, la Romania entrò in conflitto con grande entusiasmo, crollato, però, a breve.
Nel 2014 sono ricorsi 300 anni dal martirio del principe della Valacchia, Constantin Brâncoveanu, e dei suoi quattro figli, avvenuto a Costantinopoli. Il suo regno, dal 1688-1714, fu uno lungo per quel periodo e caratterizzato da una certa stabilità.
Corneliu Coposu è stato un esponente politico di spicco del nostro Paese, una persona che ha voluto mantenere il legame con la Romania democratica anche dopo linsediamento del regime comunista.
Il 15 luglio, al Palazzo Cusani di Milano sarà inaugurata la mostra foto-documentaria intitolata “I Romeni e la Grande Guerra.