Opposizione politica in Romania negli anni ’80: Doina Cornea
Il 4 maggio 2018, Doina Cornea, grande oppositrice del regime comunista romeno, si è spenta a Cluj, all'età di 88 anni.
Steliu Lambru, 22.05.2018, 13:56
Il 4 maggio 2018, Doina Cornea, grande oppositrice del regime comunista romeno, si è spenta a Cluj, all’età di 88 anni. In Romania e negli ambienti dell’attivismo civico europeo, non richiede alcun biglietto da visita. Si è annoverata tra i più forti oppositori del regime comunista in Romania negli anni 1980, esprimendo apertamente le opinioni in un Paese terrorizzato dalla violenza del potere e dal lungo periodo in cui i diritti e le libertà vennero violati brutalmente.
Tra il 1945 e il 1989, le donne di Romania pagarono un prezzo altissimo al regime insediato dopo la seconda Guerra mondiale. Intellettuali e operaie, in ambienti rurali o urbani, le donne romene hanno combattutto e sono morte nella Resistenza armata accanto ai mariti, mentre altre sono state condannate ad anni interi di carcere, dove in tante hanno trovato anche la fine. Doina Cornea si affianca ad eroine come Marina Chirca, Ana Simion, Maria Plop, Arlette Coposu, Ecaterina Balacioiu e tante altre che hanno rifiutato la complicità con un regime profondamente inumano.
Nel 1989, all’età di 52 anni, la professoressa Doina Cornea ha deciso di rompere il silenzio. In una lettera a Radio Free Europe/ Radio Liberty, denunciava gli abusi e le pratiche dirigenziali del partito comunista. Intervistata nel 1996 dal Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena, Doina Cornea ricordava questo primo testo.
La lettera a coloro che non hanno smesso di ragionare era rivolta in primo luogo ai professori che hanno l’obbligo morale di dire sempre la verità ai giovani che stanno formando. Anch’io avevo imparato questa grande lezione ai tempi del regime stalinista dal mio ex professore della Facoltà di filologia francese, Henri Chaquier. Sono rimasta fortemente impresisonata da questa idea che tentò di inoculare nelle nostre anime e nelle nostre menti, poichè eravamo all’epoca del più terribile stalinismo, negli anni 1950. C’era qualcosa che mi spingeva a scrivere, persino contrariamente alla mia volontà. Ma io non volevo firmare la lettera. La scrissi e a consegnarla fu mia figlia, che era tornata in Patria per la prima volta dopo la sua partenza. Quindi, non ho firmato la lettera, lasciando a Radio Free Europe la scelta della presentazione. Ho scritto solamente A Radio Free Europe, Doina Cornea, assistente universitaria alla Facoltà di Filologia, ricordava la professoressa.
Doina Cornea ebbe paura di gridare la propria rivolta, come spesso confessava. Però l’onore fu una nuova rivelazione dell’esistenza che le diede coraggio dopo aver sentito il proprio nome pronunciato dalla radio straniera più biasimata da regime. Mi trovavo a Vama Veche con mio marito che non sapeva nulla della lettera. Io ho portato anche la radio e, sintonizzata su Radio Free Europe, sono rimasta di stucco al sentire il mio nome. Vi dico in piena sincerità che temevo di più mio marito che le ripercussioni politiche. Dopo un momento di silenzio, lui mi abbracciò e mi invitò a fare una passeggiata, ricordava Doina Cornea.
Fu licenziata dall’Università, però continuò a spedire lettere a Radio Free Europe. A novembre 1987, fu solidale con gli operai scesi in sciopero a Brasov. E’ stata messa agli arresti domiciliari da agosto 1988 fino alla Rivoluzione del dicembre 1989, quando ha affrontato le sparatorie della repressione. Nel 2016, il destino la colpì per l’ultima volta con la morte della figlia, Ariadna Combes, la quale aveva portato i messaggi della madre nel mondo libero.