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Nicolae Titulescu e la diplomazia romena in Europa negli anni ’30

Le diplomazie dei Paesi che ruotano attorno ai potenti hanno sempre la missione di essere un passo avanti rispetto agli eventi.

Pagine di storia
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, 14.10.2024, 19:48

Le diplomazie dei Paesi che ruotano attorno ai potenti hanno sempre la missione di essere un passo avanti rispetto agli eventi. Devono decifrare le tendenze e le intenzioni, se possibile, anche prima che si verifichino. Le diplomazie dei Paesi satelliti sono presenti nelle capitali e in tutti i luoghi dove si prendono le decisioni importanti e spesso raggiungono anche posizioni privilegiate. Questo è stato anche il caso della diplomazia romena nel periodo tra le due guerre, alla guida della quale fu per un certo periodo Nicolae Titulescu (1882-1941).

La fine della Prima Guerra Mondiale aveva lasciato dietro di sé un clima di tensione e relazioni europee complicate e segnate dal risentimento. I paesi sconfitti del blocco degli Imperi Centrali guidato dalla Germania non accettarono le disposizioni dei trattati di pace genericamente chiamati “il sistema Versailles”. Ciò significava legalizzare le loro perdite territoriali e pagare i danni di guerra. L’emergere della Società delle Nazioni nel 1919, l’antenata delle odierne Nazioni Unite, fu un tentativo di riunire rappresentanti di tutte le nazioni attorno a un tavolo e discutere per allentare le aspettative di tutti. La Romania era un difensore del sistema di Versailles e della Società delle Nazioni attraverso i quali sarebbe stato mantenuto lo status quo. E uno dei diplomatici più attivi fu il citato Nicolae Titulescu.

Avvocato di formazione, Titulescu è nato a Craiova, nel sud della Romania. Fu impegnato nella politica come membro del Partito Democratico Conservatore e fu un sostenitore dell’entrata della Romania nella Prima Guerra Mondiale insieme alla Francia. Nel dopoguerra fu ministro plenipotenziario in Gran Bretagna e tra il 1928 e il 1936 fu ministro degli Esteri in diversi governi. Dal 1921 fu il delegato permanente della Romania presso la Società delle Nazioni, essendo stato eletto due volte, nel 1930 e nel 1931, come presidente.

Iosif Igiroșianu fu un diplomatico scoperto da Nicolae Titulescu. Nel 1997, il Centro di storia orale della Radiodiffusione Romena ha intervistato Igiroșianu che ha spiegato perché la Romania godeva di una posizione privilegiata nella Società delle Nazioni e il ruolo svolto da Nicolae Titulescu nell’ottenerla. “La Romania era l’unico paese al mondo ad avere una legazione presso la Società delle Nazioni. E questa fu accettata dal governo svizzero per compiacere Titulescu. Poiché Titulescu aveva fatto molte cose per gli svizzeri, organizzò la maggior parte degli incontri e delle conferenze in Svizzera perché interessava anche a lui. E poi, naturalmente, tutte queste cose hanno interessato gli svizzeri perché Titulescu mise improvvisamente Ginevra in una luce del tutto straordinaria.”

Così, nella struttura della diplomazia romena, il rappresentante di Ginevra presso la Società delle Nazioni diventava ancora più importante del ministro di Berna. Il diplomatico di Ginevra era visto come un negoziatore con paesi importanti, mentre quello di Berna era considerato solo un funzionario che aveva legami esclusivamente con il paese in cui era stato inviato. Il diplomatico romeno di Ginevra era quello da cui si aspettava che si facesse amici tra i politici più importanti e i diplomatici più influenti e si creasse legami che avrebbero portato beneficio alla Romania.

Lo stesso Titulescu fu più di un rappresentante permanente della Romania a Ginevra. Ad un certo punto, fu chiamato a mediare una riconciliazione tra il governo francese e quello britannico. Amico del primo ministro francese Pierre Laval, era considerato un uomo molto simpatico, con molta presenza e molto tatto. Era sorta la disputa tra i governi francese e britannico su come trattare la Germania. Francia e Gran Bretagna erano generalmente andate di pari passo sulle garanzie di sicurezza in Europa dopo la Prima Guerra Mondiale. Le due avevano imposto la firma del Trattato di Locarno nel 1925 che garantiva i confini orientali della Francia. Ma all’inizio degli anni ’30, la Gran Bretagna aveva proposto alla Francia di domare la sua politica nei confronti della Germania, proposta che la Francia non vedeva di buon occhio per il timore di una rinascita del militarismo tedesco. I sospetti britannici andarono oltre considerando che la Francia stesse cercando di dominare l’Europa più di quanto la Germania fosse capace. In quel clima teso tra Londra e Parigi, comparve anche la figura di Titulescu. Il suo ruolo conciliatore è stato ricordato anche da Iosif Igiroșianu. “Queste due potenze non volevano supplicare gli altri perché venissero agli incontri. I contatti non avvenivano attraverso i ministeri, ma attraverso i capi di governo o le principali personalità politiche. E allora loro avevano bisogno di Titulescu. Era stato ministro per molto tempo in Inghilterra, aveva molti amici, e i francesi non volevano pregare gli inglesi, e gli inglesi non volevano pregare i francesi. Volevano che tutto fosse organizzato attraverso una terza persona che sondasse le mentalità, gli atteggiamenti e parlasse sia con gli uni, che con gli altri.”

Nel 1936 Titulescu fu rimosso dalle cariche pubbliche in Romania a causa del suo antifascismo e andò in esilio in Svizzera e poi in Francia. Mori’ a Cannes nel 1941, deluso dal corso che la storia aveva preso.

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