Natura e politica nella Romania del XIXesimo secolo
La natura è una presenza fondamentale nell'esistenza umana.
Steliu Lambru, 14.12.2022, 23:13
La natura è una presenza fondamentale nellesistenza umana. Praticamente, luomo non potrebbe esistere senza la natura. La natura è il mondo fisico o il mondo materiale, e luomo se la spiega sia come presenza irrazionale, che razionale. Il rapporto tra luomo e la natura ha sempre stimolato il pensiero, con tutte le idee e le scienze in un modo o nellaltro legate a essa. Il mondo moderno iniziato nella seconda metà del XVIII secolo ha equiparato la natura alla divinità, rispetto al Medioevo e al periodo premoderno che si basavano sullidea del soprannaturale. La natura divento così parte dei dibattiti politici e le idee trasformatrici o conservatrici tengono conto del suo significato.
La natura come parte dei dibattiti politici appare anche nello spazio romeno, importata dalla Francia. Gli intellettuali francofili romeni riprendono lidea della natura in politica e ne analizzano il ruolo e le relazioni con la politica negli atteggiamenti che luomo dovrebbe avere. La natura diventa essenziale per spiegare il mondo da un punto di vista politico. La docente Raluca Alexandrescu della Facoltà di Scienze Politiche dellUniversità di Bucarest spiega lorigine della discussione politica sulla natura nello spazio romeno. “Possiamo già vedere queste tendenze nella logica europea, nel discorso politico e nella narrativa politica europea dopo il 1850. Un autore che ho preso come punto di riferimento proprio perché rappresenta da molti punti di vista unispirazione e un modello, anche se io esito a usare la parola modello, è Jules Michelet. Lui stesso ha un cambiamento radicale del discorso e del campo di ricerca della storia e della politica dopo il 1851.”
Uno dei primi intellettuali a introdurre la natura nella politica fu lingegnere, geografo e scrittore Nestor Urechia. Raluca Alexandrescu ha riscoperto i suoi scritti e ora sta cercando di rimetterli in circolazione. “Nestor Urechia è il figlio di V. A. Urechia. È un autore che, per quanto ho potuto constatare parlando con colleghi storici, politologi, antropologi, gode di unattenzione, direi, senza precedenti. Non essendo stato studiato molto finora, rivela adesso buona parte dei molteplici lati che ha. Ingegnere formatosi allÉcole Polytechnique e allÉcole nationale des ponts et chaussées di Parigi, fu il direttore principale o capocantiere della Strada Statale n. 1, la famosa DN 1, che monitorò e costrui tra il 1902 e il 1913, il tratto Comarnic-Predeal. Fu, daltra parte, un dichiarato filofrancese. Sua moglie era francese. Fu un amante della montagna e della natura. E tutte queste cose in qualche modo portano a una riflessione che è estremamente stimolante per chiunque la legga oggi”.
Le idee di Urechia stimolano il lettore a riflettere sul rapporto tra territorio, natura, democrazia, sovranità. Questa è una prima idea del lavoro di Urechia che Raluca Alexandrescu ha voluto sottolineare. “Urechia notò che la terra è interessante principalmente attraverso il suo rapporto con gli esseri umani. Questo è il problema principale da cui si parte. Il rapporto con le persone significava non solo gli aspetti che oggi guarderemmo da una prospettiva ambientalista, cioè come ci prendiamo cura dellambiente, cosa possiamo fare per proteggerlo, ma molto di più. Il pensiero e lintenzione di Urechia è quello di costruire una proposta più teorica. La sua proposta ha tenuto conto di questo rapporto sempre più mobile, più dinamico, più fluido della società, dei gruppi e degli individui che la compongono con le varie forme di manifestazione della natura, quella forma di convivenza. Ed è interessante perché questa idea di pacifica convivenza con la natura, che oggi domina il discorso ambientalista in generale, non tornava molto spesso in quel periodo. Quindi luomo e la natura sono attori uguali in una scena che li riunisce in un regime politico armonioso”.
Come si forma lappartenenza nazionale? Raluca Alexandrescu ha riassunto la risposta di Nestor Urechia. “Unaltra idea poco originale, ma da seguire in Urechia, è il modo in cui egli rintraccia nella retorica della natura la costruzione dellespressione moderna della nazione. Qui possiamo piuttosto riferirci ai suoi romanzi che non sono altro che racconti storici. Si tratta di diversi volumi che pubblico allinizio del XXesimo secolo, “Bucegi”, “Lincantesimo dei Bucegi”, poco dopo “I Robinson dei Bucegi”, tutti ambientati nei Monti Bucegi. In questi tentativi letterari è molto chiara, direi, lintenzione di costruire la retorica di unidentità, anche nazionale, riferendosi al modo in cui natura e politica si fondono».
La natura e la politica sono oggi, come lo erano quasi 150 anni fa, presenti in ciò che le persone ritengono importante per loro e per la comunità in cui vivono. E Nestor Urechia è un nome al quale i romeni possono riflettere quando parlano ne parlano.