Linguaggio e computer in Romania
Gli attuali programmi di traduzione usano la tecnologia informazionale, una tecnologia che ha, come qualsiasi altra, una storia affascinante.
Steliu Lambru, 16.02.2021, 16:34
Gli attuali programmi di traduzione usano la tecnologia informazionale, una tecnologia che ha, come qualsiasi altra, una storia affascinante. È una storia delle diverse discipline che si intrecciano, discipline che a prima vista non hanno molto in comune. Alla storia dell’intelligenza artificiale, come nuova disciplina, influenzata da diverse altre discipline, contribuì anche l’insegnamento romeno. E uno dei contributi fu l’intreccio tra linguistica e matematica. Nata negli Usa, la linguistica computazionale fu il nome con cui la linguistica matematica conobbe il maggiore successo. Fu l’incontro tra linguaggio e computer, più esattamente tra il linguaggio naturale e il linguaggio di programmazione del computer come intelligenza artificiale. Negli anni prima della Seconda Guerra Mondiale, la cibernetica era la nuova scienza che incoraggiava l’intreccio tra scienze, dal quale sarebbe nata ulteriormente la linguistica computazionale. Alla fine degli anni ’30, la Romania dava al mondo uno dei pionieri della nuova scienza, Ștefan Odobleja. Ma, dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’insediamento del regime comunista da parte dell’esercito sovietico cambiava l’intero orizzonte scientifico.
Uno dei pionieri della linguistica matematica in Romania fu il matematico Solomon Marcus. Intervistato dal Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena nel 1998, Marcus mostrava come l’ideologia del partito unico del regime comunista aveva politicizzato la scienza. La cibernetica era condannata come una creazione borghese, ma successe qualcosa. In quel periodo noi seguivamo fedelmente l’atteggiamento di Mosca. E i veri scienziati di Mosca ebbero un’idea ispiratissima, quella di separare le ricerche nel campo della linguistica, come la linguistica matematica, dalla branca delle discipline umanistiche e di associarle alle discipline scentifico-tecnologiche. Dopo un periodo di condanna della cibernetica, a Mosca avvenne un cambiamento di atteggiamento: la rivoluzione tecnico-scientifica fu salutata. Quindi, d’un tratto, la rivoluzione tecnico-scientifica diventava una delle mete della società comunista al fine della costruzione della società tecnico-scientifica, precisava Marcus.
Come successe con qualsiasi cambiamento di ottica politica del regime comunista, il pragmatismo si dimostrò più forte dell’ideologia. Il modello fu offerto da Mosca e i Paesi-sattelite lo seguirono. Ovviamente, dopo Mosca fu Bucarest ad assumersi questo slogan. In questo modo furono realizzate due cose allo stesso tempo. Furono accettate le ricerche di linguistica matematica, chiamata all’epoca linguistica computazionale, e grazie al suo intreccio con l’informatica essa fu associata alla rivoluzione tecnico-scientifica. L’idea era quella della possibilità della traduzione automatica. La traduzione da una lingua all’altra non doveva essere più fatta manualmente, bensì con un dispositivo. E il problema era considerato cruciale perchè i russi volevano poter tradurre quanto più facilmente dall’inglese al russo, e gli americani dal russo all’inglese. In seguito ai documenti di Stalin sul marxismo e la linguistica, quest’ultima era diventata un campo minato. Ma, improvvisamente, la linguistica matematica sfuggì a questa caccia alle streghe, passando nella branca delle discipline scentifico-tecnologiche, spiegava Solomon Marcus.
Le due comunità scientiche, formate di filologi e matematici, guardarono con riserbo l’intento di creare una nuova disciplina. Rosetti fu uno dei pochi filologi che salutarono e incoraggiarono questo nuovo interesse. Ma i suoi colleghi sia ignoravano la questione, sia la contestavano. Affermavano che quella non era linguistica. Il professor Emanuel Vasiliu insegnava una linguistica che si avvicinava molto alla logica e alla matematica. E sul fronte delle matematica, l’atteggiamento era questo: per tradizione, la matematica collaborava soprattutto con la meccanica, la fisica, la chimica, ma meno al di là di queste discipline. La collaborazione tra la matematica e una disciplina umanistica come la linguistica era totalmente contraria alla tradizione. Motivo per cui molti matematici si mostravano molto scettici. Non credevano ne potesse nascere qualcosa. Non si può dire che mostrassero un atteggiamento apertamente contrario, ma erano scettici. Quello che non fu scettico, anzi, ne fu entusiasta, fu Moisil. Fummo molto fortunati perchè grazie al sostegno dei tre potemmo insegnare linguistica matematica all’Università degli Studi di Bucarest sin dall’inizio degli anni ’60, ha spiegato Marcus.
Nel suo progetto di ricerca in questo nuovo campo, Solomon Marcus beneficiava quindi di sostegno da parte di matematici influenti come Grigore Moisil e di filologi come Alexandru Rosetti. Così, lui e Vasiliu passarono all’implementazione della nuova tendenza tramite corsi universitari e la pubblicazione di studi. Io ebbi una grande fortuna perchè Moisil e Rosetti, in collaborazione, quindi un matematico e un linguista, militarono per la promozione in Romania dell’interesse per la linguistica matematica. Militarono anche per l’introduzione di corsi universitari di linguistica matematica e la Romania fu tra i primi Paesi del mondo a farlo. Io, come matematico, e il docente Emanuel Vasiliu della facoltà di filologia, come linguista, siamo partiti col piede giusto in questo campo. Ci furono facilitati anche scambi con università straniere, io avevo scritto anche un manuale di linguistica matematica all’Università di Bucarest, pubblicato nel 1963 dall’Editrice Didattica, e ci fu permesso di inviare i nostri lavori a diverse personalità straniere interessate a simili argomenti. Il libro fu subito tradotto a Londra, New York, Mosca, Parigi e Praga, ha raccontato Marcus al Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena.
Nel 1966, a Bucarest veniva organizzato il Convegno Internazionale di Linguistica cui parteciparono molti linguisti stranieri, con una folta presenza romena. Il convengo metteva la Romania sulla mappa della scienza che andava più di moda all’epoca, una scienza che avrebbe reso il computer, solo qualche decennio più tardi, l’oggetto più importante della nostra vita attuale.