Le relazioni diplomatiche Romania – RFG
La divisione della Germania alla fine della seconda Guerra Mondiale ha creato due stati distinti: la Repubblica Federale di Germania e la Repubblica Democratica Tedesca.
Steliu Lambru, 12.06.2018, 12:01
La divisione della Germania alla fine della seconda Guerra Mondiale ha creato due stati distinti: la Repubblica Federale di Germania e la Repubblica Democratica Tedesca. Il nuovo stato federale ha rifiutato di riconoscere l’esistenza dello stato tedesco comunista, e le relazioni si sono limitate ad un’accanita competizione economica e propagandistica lungo la Cortina di Ferro e il Muro di Berlino, dopo il 1961. Parti di alleanze militari e modelli economici di sviluppo opposti, la Romania e la RFG hanno dimostrato una mutua apertura a partire dalla seconda metà degli anni 1960.
Un momento molto importante nei nuovi rapporti tra uno stato capitalista molto sviluppato e uno stato comunista in via di sviluppo è stato segnato nel 1967, con la visita dell’allora vicecancelliere federale della Germania, Willy Brandt, in Romania. Nella seconda metà degli anni 1960, le relazioni internazionali stavano cambiando, cosicchè i confini tra i due grandi blocchi economici e militari – capitalismo e comunismo – non erano più talmente rigidi. Ogni Paese auspicava relazioni in grado di portargli vantaggi economici, tentando di aprirsi verso aree geopolitiche di proprio interesse.
Cosicchè la Romania, seguendo la tradizione dei suoi legami con lo spazio tedesco, si orientò verso le relazioni diplomatiche con la Germania occidentale. Infatti, fu il primo Paese del blocco comunista ad aver compiuto questo passo. In questo modo, nel 1967, la visita dell’allora vicecancelliere Willy Brandt, diventato successivamente cancelliere, segnò il disgelo dei rapporti bilaterali.
L’allora viceministro degli Esteri romeno, il diplomatico Vasile Sandru, ricordava il contesto della visita, in un’intervista rilasciata al Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena nel 1994.
Questo gesto di politica estera della Romania esprimeva la sua posizione indipendente nelle relazioni internazionali. Il contesto era questo: nell’estate del 1966, Bucarest aveva ospitato la riunione del Comitato Politico Consultivo del Patto di Varsavia. Nel documento adottato per l’occasione, veniva lanciata l’idea di una conferenza europea di collaborazione e sicurezza per la normalizzazione dei rapporti con entrambi gli stati tedeschi. Alla luce di questi documenti, la Romania ha avviato l’allacciamento delle relazioni diplomatiche normali con la RFG. E lo fece di propria iniziativa, senza consultarsi con gli alleati, il che, evidentemente, ha provocato la scontentezza dell’Unione Sovietica in particolare, ma anche degli altri membri del Patto di Varsavia, ricordava il diplomatico.
Il nuovo leader di Bucarest, Nicolae Ceausescu, che aveva preso le redini del Paese nel 1965, era percepito dalla popolazione e dall’Occidente come un comunista meno dogmatico. Furono Ceausescu e la sua equipe ad avviare l’apertura verso la Germania Occidentale, spiega Vasile Sandru.
L’allacciamento delle relazioni diplomatiche avvenne con la visita del ministro degli Esteri romeno, Corneliu Manescu, a Bonn. Una visita che destò il grande interesse della stampa internazionale, soprattutto alla luce delle reazioni contrarie giunte dall’Unione Sovietica. Un giornale tedesco pubblicava allora una caricatura raffigurante Corneliu Manescu e Willy Brandt in un barca su un lago in Germania, sparati dalle sponde da tiratori che, ovviamente, simboleggiavano sia la reazione del Patto di Varsavia che quella degli ambienti radicali della RFG, ricordava ancora Vasile Sandru.
La visita di Brandt a Bucarest avvenne all’insegna di una distesa diplomatica, ma anche della speranza in una nuova epoca delle relazioni bilaterali. Al suo arrivo, Willy Brandt ebbe un primo round di colloqui con il ministro degli Esteri, Corneliu Manescu. Venne poi ricevuto dal primo ministro Ion Gheorghe Maurer, per discutere problemi politici, ma soprattutto delle relazioni economiche tra la Romania e la Repubblica Federale di Germania. Successivamente, Willy Brandt si recò sul litorale del Mar Nero, dove venne accolto da Nicolae Ceausescu, con cui discusse per quasi 5 ore. I colloqui con Ceausescu furono prevalentemente politici, interessando non solo la situazione politica in Europa, ma anche i legami tra i partiti comunisti, socialisti, aggiungeva Vasile Sandru.
La visita del politico tedesco ebbe anche un tocco personale e i romeni mostrarono una grande ospitalità. Come affrontò Willy Brandt questa visita? Venne accompagnato dalla moglie e dal figlio Lars, un ragazzo che poi prese parte ai movimenti di sinistra in Germania. Quindi, affrontò la visita non solo a livello politico, ma anche personale, di avvicinamento al nostro Paese. La signora Brandt e il figlio ebbero un programma separato e interessante sul litorale. Erano molto contenti. Hanno visto spettacoli folcloristici romeni e hanno fatto molte visite culturali. Quindi, un programma della visita in grado di farli avere un’immagine sulla Romania. Va detto che, quando ha allacciato le relazioni diplomatiche con la RFG, la Romania non ha diminuito per niente quelle con la Repubblica Democratica Tedesca, già esistenti. Non ha mai creato pretesti di essere criticata per una certa propensione verso una parte o un’altra. La Romania ha dimostrato un approccio di principio nelle relazioni con ambo gli stati tedeschi spiegava ancora il diplomatico Vasile Sandru.
Successivamente, le relazioni economiche tra la Romania e la RFG registrarono una tendenza ascendente. Però peggiorarono velocemente negli anni 1980, in quanto la crisi sistemica del comunismo dimostrò che il regime non era in grado di mantenere relazioni corrette con gli stati che mettevano in primo piano i diritti dell’uomo.