La strage di Galați
Nell'estate del 1940, inziava il crollo della Grande Romania in seguito all'ultimatum inviato dal governo sovietico. Nel caos creatosi durante il ritiro delle autorità militari e civili romene dalla Bessarabia fu compiuta una strage nella città di Galati.
Steliu Lambru, 21.10.2018, 16:53
Nellestate del 1940, inziava il crollo della Grande Romania con lultimatum inviato dal governo sovietico a quello romeno. LURSS chiedeva alla Romania la restituzione della Bessarabia che riteneva territorio proprio rapito dalla Romania nel 1918 e chiedeva in compenso anche la parte nord della Bucovina. Le richieste sovietiche erano assurde in quanto la Bessarabia si era unita alla Romania beneficiando del diritto di autodeterminazione che aveva dato la rivoluzione bolscevica ai popoli della Russia zarista e con la piena volontà dei romeni della Bessarabia.
Il tempo relativamente breve di due giorni concesso dai sovietici per il ritiro delle autorità militari e civili romene dalla Bessarabia portò a tensioni e confusione generale tra i romeni. In quel caos fu compiuta anche una strage contro un gruppo di persone nella città di Galati, tra cui molti ebrei, gli storici ritenendo quel episodio unaltra manifestazione del clima di odio e violenza in preda al quale era lEuropa alla fine degli anni 1930. Lo storico Adrian Cioflâncă, il direttore del Centro di Studio della Storia degli Ebrei in Romania, ha legato il massacro degli ebrei di Galati del 30 giugno del 1940 al clima in cui furono perse la Bessarabia e la Bucovina settentrionale.
“La cessione di questi territori nel 1940 fu una conseguenza del Patto Ribbentrop-Molotov ed è interessante che dopo i due ultimatum dati dai sovietici appare un episodio interessante che svolge un ruolo anche durante il pogrom di Dorohoi, che si svolge un giorno dopo la strage di Galati, ma anche durante la strage. Il ministro romeno a Mosca, Gheorghe Davidescu, non volle prendere la mappa con le delimitazioni dei territori rivendicati dai sovietici. Questo rifiuto creò confusione soprattutto nella parte nord della Romania perchè le autorità di Dorohoi non sapevano se i sovietici si fossero fermati prima della città oppure sarebbero entrati nella città. Il panico svolse un ruolo importante nella tensione che portò al pogrom del 1 luglio. Lo stesso a Galați, cosi come vediamo dalle note dei servizi segreti, dalle voci sparse tra i rifugiati bessarabi, cera la quasi-convinzione che Galati sarebbe stata occupata dai sovietici. Il panico si è creato perchè non è stato detto sin dal principio quali sarebbero stati i limiti dove si sarebbero fermati i sovietici.”
I rapporti del Ministero dellInterno menzionano il caos creatosi durante il ritiro cui vengono associati saccheggi, il fatto che sono stati buttati ebrei dai treni ed esecuzioni celeri. Ma gli archivi menzionano anche le umiliazioni cui è stato sottoposto lesercito romeno durante il ritiro, con ufficiali retrocessi, sputati e colpiti, alcuni persino uccisi. In quel contesto, la strage di Galați fu riferita dalla stampa dellepoca in uno stile asciutto. Si parlava di un attacco comunista, che sarebbe stato organizzato nella zona della stazione, per giustificare lintervento dei militari. Oltre al clima antisemita dellepoca, Adrian Cioflâncă ha menzionato come causa della strage di Galați anche il panico provocato dalle rapide mosse dellesercito sovietico e il comportamento pieno di odio di alcuni degli abitanti.
“La seconda causa del panico creatosi fu lavanzamento dei sovietici più rapido rispetto al piano di offensiva militare nel nord della Bucovina e in Bessarabia. Le truppe romene che erano scarsamente mecanizzate adoperavano in gran parte carozze trainate da cavalli e cavalli oppure camminavano, e furono raggiunte dalle unità sovietiche mecanizzate oppure dai paracadutisti. Già il 29 giugno i sovietici avevano occupato Reni e Bolgrado, con truppe aviotrasportate, le truppe romene trovandosi ancora in zone centrali della Bessarabia. Ciò contribui in modo supplementare al panico dei rifugiati perchè nella stazione di Bolgrado fu catturato lintero convoglio di rifugiati, almeno 4 treni, nel porto Reni trovandosi più navi intercettate dai sovietici. Gli abitanti diventarono più spavaldi con linsediamento del nuovo potere, alcuni nel saccheggiare, altri nel criticare le autorità romene. I sovietici fermarono i treni, il che provocò ancora più panico. Tutte le paure, le voci che correvano, le informazioni sbagliate trasmesse da una persona allaltra arrivarono a Galati e contribuirono allescalation della tensione.”
In quel contesto, nella città di Galați si incrociavano i flussi di persone che volevano attraversare il fiume Prut in sensi opposti, i rifugiati dalla Bessarabia venivano in Romania, mentre altre persone volevano entrare nella Bessarabia occupata dai sovietici. I flussi di rifugiati si radunavano nella zona della stazione e le autorità locali riuscirono in breve tempo a creare un valico di confine. Una volta creato, le autorità decisero di chiedere una tassa doganale a chi lasciava la Romania. Su un terreno deserto fu costruito una specie di lager volto ad accogliere chi voleva passare nellURSS, difeso da un reggimento di marinai. In seguito ad un conflitto spontaneo tra una famiglie e un marinaio questultimo sparò un colpo di avvertimento e le guardie del lager considerarono che fosse un colpo sparato contro essi dal lager. Si diede lordine di sparare contro quelli nel lager e il risultato fu luccisione di alcune decine fino a 400 persone, tra cui molti ebrei. La strage di Galați fu lesito tragico dellintrecciarsi del clima di odio con le voci sparse e un avvenimento imprevisto. Fu, per tutti, la fine dellumanità.