La Romania, la Germania e la politica antisemita degli anni 1940
Nella prima metà degli anni 1940, la Romania e Germania erano alleate. Non solo sul fronte, ma anche nell'elaborare politiche antisemite.
Steliu Lambru, 08.01.2019, 19:27
Nella prima metà degli anni 1940, la Romania e Germania erano alleate. Non solo sul fronte, ma anche nellelaborare politiche antisemite. Ma anche se erano alleate, tra le due cerano differenze nel trattamento applicato alle comunità di ebrei. La Germania ha condotto una politica di annientamento graduale degli ebrei che è diventata sempre più radicale dopo il 1942. Tutto è culminato con la cosiddetta “soluzione finale” con cui gli ebrei furono deportati e uccisi nei lager dellodierna Polonia. La Romania, invece, ha condotto una politica antisemita a salti, partendo dallatteggiamento radicale e rifiutando alla fine di mettere gli ebrei in lager.
Lo storico Ottmar Trașcă dellInstituto di Storia “George Barițiu” di Cluj ha descritto la relazione tra la Romania e la Germania nel trattare gli ebrei nella prima metà degli anni 1940. Trașcă ha ricordato che la Romania ha avuto un comportamento antisemita costante alla fine degli anni 1930 e nei primi anni 1940. Nella sua politica razziale, il regime Antonescu ha beneficiato anche di consulenza tedesca.
“Il regime di Antonescu ha adottato inizialmente durante il governo nazional-legionario del 1940 una politica di romenizzazione, e, dopo il crollo del governo a gennaio 1941, quella politica è stata continuata. Da marzo del 1941, in Romania è stato attivato un consigliere per i problemi ebraici presso la legazione tedesca a Bucarest, il capitano SS Gustav Richter. Qual era la sua missione iniziale? Era venuto su richiesta del governo Antonescu, assieme ad altri consiglieri da altri settori, la sua missione essendo quella di armonizzare la legislazione antisemita in Romania con quella in Germania. Ulteriormente, a partire dallautunno del 1941 e soprattutto nel 1942, egli doveva preparare lapplicazione della soluzione finale in Romania. In tutte le leggi antisemite importanti adottate nel periodo 1941-1942 il ruolo di Gustav Richter fu decisivo”, racconta Ottmar Trașcă.
La collaborazione tra tedeschi e romeni nello sterminio degli ebrei in Bessarabia, Bucovina del Nord, Transnistria e Odessa fu ottima. Ottmar Trașcă ha studiato gli archivi militari tedeschi dove si trovano prove incontestabili dellavvicinamento tra tedeschi e romeni.
“Con lo scoppio della guerra tedesco-sovietica, la questione ebraica entrò in unaltra fase. Ossia ci fu una collaborazione tra le unità mobili tedesche di sterminio, le cosiddette Einsatzgruppen, sul territorio romeno con cui intendiamo la Bessarabia, la Bucovina del Nord e la Transnistria. Ci furono 4 Einsatzgruppen che andavano dietro le unità operative tedesche e romene, sul fianco sud. Einsatzgruppe D fu condotto dal colonello Otto Olendorf, e il bilancio dei crimini compiuti da questo Einsatzgruppe D è addirittura scioccante, oltre 90.000 persone furono assassinate. Quando abbiamo verificato i rapporti inviati quotidianamente verso la centrale di Berlino, si faceva riferimento alla collaborazione con le autorità romene. E dappertutto si diceva che “la collaborazione è ottima”, inclusivamente con lesercito, la gendarmeria e la polizia. Il modo in cui le autorità romene e il regime Antonescu trattarono gli ebrei della Bessarabia, Bucovina del Nord e Transnistria, stupi i vertici tedeschi, e parlo proprio di Adolf Hitler. Il 19 agosto del 1941, Hitler disse a Goebbels: nella questione ebraica, un uomo come Antonescu agisce molto più radicalmente di quanto labbiamo fatto noi finora. Un simile apprezzamento arrivato direttamente da Hitler ci dice molto”, racconta sempre Ottmar Trașcă.
A giugno del 1942, il governo romeno era daccordo con la deportazione degli ebrei con cittadinanza romena che si trovavano allestero. Cosi, 5000 furono deportati ad Auschwitz, e soprattutto in Francia, dove trovarono la loro fine. Ma latteggiamento del governo Antonescu cambiò presto.
“La situazione cambiò nellautunno del 1942. Sappiamo benissimo che ad agosto del 1942, il governo Antonescu fu daccordo con la deportazione di tutti gli ebrei dalla Romania, a partire dagli ebrei nelle province di Timiş, Turda e Arad. Perchè non furono più deportati? Abbiamo, innanzittutto, gli interventi di Wilhelm Filderman, interventi molto ben costruiti, argomentati. Filderman ha toccato molto abilmente un punto estremamente sensibile di Antonescu, ossia la questione della Transilvania. Filderman chiedeva a che cosa fosse utile la deportazione degli ebrei finchè lUngheria non faceva lo stesso? La deportazione degli ebrei avrebbe creato dispiaceri alla Romania e svantaggi nella competizione che cera tra la Romania e lUngheria per quanto riguardava lappartenenza della Transilvania. LUngheria non aveva deportato alcun ebreo, tutte le pressioni tedesche sullUngheria erano state respinte. Largomento di Filderman ebbe effetto. Inoltre, abbiamo gli interventi del barone Francisc Neumann, di Iuliu Maniu, quelli della regina-madre Elena. Oltre a questi interventi, abbiamo una nota diplomatica drastica dellottobre 1942 del governo statunitense, tramite la legazione svizzera in Romania, con cui il governo americano minacciava con ritorsioni contro i cittadini romeni negli Usa se le deportazioni di ebrei non erano fermate. E, al di là di tutto, abbiamo lo Stalingrado, che fu decisivo per il cambiamento di atteggiamento. Antonescu fu un pragmatico, non fu un militare debole, capi, almeno dopo Stalingrado, che la Germania aveva perso la guerra. Al posto della deportazione degli ebrei romeni nei lager della morte in Polonia, dal dicembre del 1942 avenne una svolta nella politica di Antonescu, ossia il suo via libera allemigrazione degli ebrei in Palestina”, ha detto Ottmar Trașcă a RRI.
La Romania e Germania andarono insieme nella politica di sterminio degli ebrei europei negli anni della Seconda Guerra Mondiale. Anche se, in fine dei conti, ebbero opinioni diverse sulla soluzione finale, la responsabilità di ambedue resta nella storia.