La Romania alternativa
Il più delle volte, la gente si chiede come sarebbe stata la storia se le cose fossero andate diversamente da come che sappiamo?L'ucronia o controstoria è il genere letterario che immagina la storia diversamente da come è stata.
Steliu Lambru, 20.11.2018, 19:07
Il più delle volte, la gente si chiede come sarebbe stata la storia se le cose fossero andate diversamente da come che sappiamo? Che destini avrebbero avuto gli individui, le società, le nazioni, il mondo, in generale? L’ucronia, chiamata controstoria, storia controfattuale e storia alternativa, è il genere letterario in cui la storia è immaginata diversamente da quella che ci ha portato fino ai nostri giorni. La letteratura del genere è una molto ricca. Chi ha adoperato per la prima volta il nome di ucronia è stato il filosofo e scrittore francese Charles Renouvier, autore di un testo intitolato proprio cosi’, nel 1876.
Da allora, gli scrittori hanno sprigionato l’immaginazione e numerosi scenari ucronici sono stati scritti. La Romania alternativa o la Romania molteplice è un discorso fittizio in cui autori come il critico letterario e docente di letteratura comparata Virgil Nemoianu, professore presso alcune università americane, hanno costruito una storia in cui la Grande Unità del 1918 non sarebbe avvenuta. Nella sua giovinezza, Nemoianu era un appassionato lettore di romanzi storici.
A forza di leggere romanzi storici, siamo giunti nel periodo più recente a scoprire la controstoria. Ciò parte da eventi che non sono mai successi e che a volte possono essere persino assurdi, ad esempio l’intervento degli alieni nella Seconda Guerra Mondiale. Il romanziere popolare Harry Turtledove, tra i suoi numerosi romanzi, ha uno intitolato Ruled Britannia. Lui immagina che l’Invincibile Armata ha sconfitto nel 1588, ha conquistato l’Inghilterra, la regina Elisabetta è stata incarcerata nella Torre di Londra e l’Inghilterra è stata ricattolicizzata. Lope de Vega è un giovane tenente che ha interagito con Shakespeare per imparare qualcosa sulla tecnia drammaturgica. Ma alcuni vecchi politici preparano una ribellione che, alla fine, vince. Lui ha un altro romanzo chiamato I due Giorgio in cui Re Giorgio III e George Washington scendono a patti, invece di giungere alla rottura tra gli Usa e l’Inghilterra, spiega Nemoianu.
Nel 1918 nasceva la Grande Romania, in seguito all’Unione del Regno di Romania con la Transilvania, il Banato e la Bucovina, situazione che gli storici prendono come tale e ritengono che qualsiasi altro scenario non sia degno della scienza storica. Virgil Nemoianu non crede che una storia alternativa sia una cosa assurda.
Stati molteplici con la stessa lingua ci sono, anche in Europa, anche nel mondo. Quali sarebbero stati i vantaggi? Come sarebbero da capire le cose in questo modo? Innanzittutto, i romeni, per quasi 1000 anni, si sono trovati all’incrocio e sotto le pressioni di grandi potenze imperiali, dall’est, dal sud e dall’ovest. C’erano almeno tre pressioni, allo stesso tempo, 3 influssi modificavano la natura, il modo di essere e i costumi di ciascuno di questi Paesi, racconta Virgil Nemoianu.
Nel Vecchio Regno c’era un influsso francese e uno russo, al di là dei Carpazi l’influenza era di natura tedesca, nonostante il dominio magiaro. Come si sarebbero sviluppati questi stati?
Immagino che lo spostamento di persone da una parte all’altra dei Carpazi sarebbe stato semplice e vantaggioso. Lo spostamento c’è stato comunque. Anche dopo la formazione della Grande Romania sappiamo che ci sono state delle tendenze opposte. Da una parte, l’attrazione verso l’Europa Centrale, d’altra parte, verso la Confederazione Balcanica in cui la Romania si vedeva legata soprattutto a Paesi come la Yugoslavia, la Bulgaria e la Grecia, spiega sempre Nemoianu.
La Romania odierna è formata di due spazi geoculturali diversi, quello extracarpatico, dominato dall’influsso dell’Impero Ottomano e della religione cristiano-ortodossa, e quello centro-europeo, influenzato fortemente dall’Ungheria, dall’Impero Asburgico e dal cattolicesimo. Partendo da queste premesse, Virgil Nemoianu ha costruito la storia alternativa della Romania molteplice.
La natura interna dei due stati sarebbe stata diversa. Possiamo immaginare che nella zona al di là dei Carpazi ci sarebbe stata una maggiore urbanizzazione, un orientamento politico probabilmente di centro-sinistra in quanto c’era una tradizione socialdemocratica ben radicata e c’era un buon sistema di rete finanziaria, con banche relativamente piccole e un’industria agli inizi. Questo stato immaginario sarebbe potuto essere qualcosa di simile a ciò che sono ai nostri giorni la Slovacchia, la Slovenia, la Croazia. Ciò che era stato il Vecchio Regno sarebbe stato probabilmente più forte dal punto di vista intellettuale in quanto c’erano università molto solide, una tradizione intellettuale solida e avrebbe potuto avere un’agricoltura molto avanzata. Avrebbe potuto guardare al sud, verso i Balcani con più fiducia. Dal punto di vista religioso, nello stato immaginario al di là dei Carpazi c’era una certa collaborazione tra gli ortodossi e gli uniati, c’erano anche conflitti, ma c’era anche un’amicizia. Il Vecchio Regno era più puramente ortodosso, quindi vicino ai Balcani e all’est. Credo, inoltre, che un’estrema destra non si sarebbe costituita allo stesso modo. Ci sarebbero stati anche degli svantaggi. La Romania unificata aveva una certa forza economica che aveva manifestato nel periodo interbellico, persino nel periodo comunista. Dal punto di vista intellettuale e culturale possiamo parlare di una collaborazione e di contatti tra le zone da un lato e dall’altro dei Carpazi. Non voglio dire che sarebbe stato meglio se le due parti fossero state separate, se ci fossero stati due stati romeni, voglio dire che ci sarebbero stati dei vantaggi e degli svantaggi. Perciò ho immaginato la Romania molteplice, ha concluso Virgil Nemoianu.
La storia è avvenuta cosi’ come la conosciamo noi oggi perchè è stata la formula che nella rispettiva epoca è sembrata più valida agli uomini. L’ucronia non fa che immaginare scenari ed è un gioco letterario. La Romania molteplice o la Romania alternativa ha la sua sostanza nelle differenze di mentalità che vediamo anche oggi, ma è rimasta la variante che non ha offerto credibilità.