La Rivoluzione anticomunista e la rifondazione della democrazia
La Rivoluzione del dicembre 1989 resterà il più importante evento della storia della Romania della seconda metà del XXesimo secolo.
Steliu Lambru, 24.12.2021, 18:14
La Rivoluzione del dicembre 1989 resterà il più importante evento della storia della Romania della seconda metà del XXesimo secolo. Le trasformazioni generate dalle energie sprigionate in quel momento furono cosi importanti che niente fu più come prima. Nemmeno sarebbe stato possibile, in quanto nellintera Europa centro-orientale gli avvenimenti furono gli stessi, con vari gradi di violenza e di transizione dalla tirannia comunista alla democrazia.
Il regime comunista si insediò nellEuropa centro-orientale, quindi anche in Romania, in brevissimo tempo, in circa 3 anni. Fino al 1948, Albania, Bulgaria, Ceccoslovacchia, Jugoslavia, Polonia, Romania e Ungheria erano già sotto il controllo dei partiti comunisti imposti dalla presenza dellesercito sovietico in offensiva contro il nazismo. Gli storici hanno affermato che la Seconda Guerra Mondiale fu unopportunità insperata per il regime sovietico di rinvigorirsi dopo che, a partire dal 1918, aveva condotto politiche economico-sociali catastrofiche. Se la II Guerra Mondiale non fosse esistita, il più probabilmente, dopo la morte di Stalin nel 1953 lURSS avrebbe puntato sulle riforme. Ma possiamo parlare solo del passato che cè stato, ossia linsediamento di un regime estremamente duro che ha soppresso i diritti e le libertà fondamentali delluomo tra il 1945/48 e il 1989. Ma va detto che la tirannia comunista ha avuto un predecessore – la dittatura fascista dei tempi della guerra. Sfortunatamente, per metà Europa, la fine della guerra non significò la fine dei regimi brutali, bensi la loro continuazione.
In Romania, il regime di Nicolae Ceaușescu aveva portato allesasperazione i 22 milioni di romeni. Alla crisi di sistema del regime si era aggiunta lambizione irragionevole di Ceaușescu di pagare il debito della Romania con lestero. Ciò aveva generato un fardello ancora più pesante per la popolazione, un ancor maggiore deterioramento del tenore di vita. Gli avvenimenti della seconda metà di dicembre 1989 sono ben noti. Il 16 dicembre del 1989, a Timișoara, gli abitanti scesero in piazza per protestare contro levacuazione del pastore Laszlo Tokes. Le proteste dilagarono e le forze di repressione risposero aprendo il fuoco e uccidendo alcune centinaia di manifestanti. Il 21 dicembre, nella capitale Bucarest, a una marcia organizzata su ordine di Nicolae Ceaușescu, i manifestanti cominciarono a fischiarlo e contestarlo e la folla si disperse. La sera, i dimostranti rimasti nelle strade costruirono barricate e le forze di repressione intervennero esattamente come a Timișoara e aprirono il fuoco. Il 22 dicembre, una massiccia marcia di protesta organizzata dai grandi stabilimenti nel Paese portò alla fuga di Nicolae Ceaușescu in elicottero dal tetto della sede del Comitato Centrale del Partito Comunista romeno. Catturati, Ceaușescu e sua moglie vennero processati sommariamente e giustiziati il 25 dicembre del 1989. Circa 1200 romeni pagarono con la vita la rifondazione della democrazia romena.
Petru Creția è stato filosofo, saggista, traduttore e curatore delle opere in romeno di Platone. Segnato dagli avvenimenti, egli ha scritto un manifesto il 21 dicembre del 1989, alla vigilia della caduta di Ceaușescu, diffuso da Radio Europa Libera. Il manifesto di Petru Creția illustra le tragedie del XXesimo secolo, il livello più basso toccato dal “subumano” soprattutto nel comunismo. Le parole di Creția, ai nostri giorni forse troppo emotive, colgono una tragedia i cui effetti vanno man mano scomparendo col passare del tempo. Ma essi non scompariranno mai dalla memoria dei documenti perchè è impossibile cancellare qualcosa di cosi terribile dalla storia. La voce di Creția proviene dallArchivio del Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena e le sue parole sono rilevanti per il destino di alcune generazioni di romeni, ma anche un monito per il futuro. “È fine secolo in Romania e, con esso, la fine inevitabile di tempi cupi per il Paese. I demonici regimi che hanno scosso non solo il pianeta, ma anche la definizione dellumano, sono finiti nel sangue di questo fine secolo. La grande crisi della specie umana, che ha trovato la sua espressione nellhitlerismo, nello stalinismo e nel maoismo, sta per morire, per quanto si sforzasse la loro eredità di sopravvivere in sempre meno posti nel mondo. Per quanto fossero numerosi gli emulatori asiatici, africani, sud-americani e persino europei dei grandi maledetti modelli. Loro si assomigliano tutti, dicono e fanno le stesse cose, sono tutti caricature poco divertenti, misere marionette del destino delle nazioni. E adesso, nei posti dove viene deciso il destino del pianeta, è arrivata anche la loro fine. Questi autocrati mediocri, rappresentanti di false religioni, sono diventati anacronici. Ci ricorderemo di loro solo a nome dei morti, dei torturati e degli affamati che patirono sotto il loro scettro di ottone.”
Nel 1989 si è concluso un secolo pesante, il più difficile della storia, proprio perchè si era proposto di essere il migliore. Il male sicuramente non scomparirà. Ma come un vaccino, che non cura, ma protegge, la lezione del passato può almeno proteggere in buona misura da una nuova peste ideologica.