La ripresa della Romania nel dopoguerra
Il regime comunista insediato dall'Armata Rossa in tutti di Paesi dell'Europa centro-orientale dopo la II/a Guerra Mondiale, ha tentato di rifare le società occupate con la violenza attraverso la repressione degli oppositori.
Steliu Lambru, 09.06.2018, 16:19
Il regime comunista insediato dall’Armata Rossa in tutti di Paesi dell’Europa centro-orientale dopo la II/a Guerra Mondiale, ha tentato di rifare le società occupate con la violenza attraverso la repressione degli oppositori. Lo stesso è accaduto anche in Romania, la cui ripresa fu più difficile rispetto ad altri Paesi, nonostante i danni di guerra più ridotti. Alla metà degli anni ’40, quando le gente tentava di rifare le proprie vite, il nuovo governo comunista era superato dalle difficoltà nella gestione della ripresa. A causa dell’incapacità delle persone prive di esperienza politica e amministrativa, nomimate in carica solo in base all’obbedienza nei confronti del regime, il governo ha reso ancora più difficile la situazione. Le principali scarsità erano i viveri, il riscaldamento della popolazione e la mobilità urbana.
Stefan Barlea era un giovane come qualsiasi altri, che negli anni ’40 studiava al liceo. Più tardi arrivò a ricoprire un’alta carica nel partito comunista. Intervistato nel 2002 dal Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena, ricordava le difficoltà affrontate ogni giorno dai bucarestini e dagli abitanti di tutte le grandi città. Nel 1946 cominciarono i grossi problemi nell’approvvigionamento. I trasporti, l’approvvigionamento quotidiano, i combustibili erano una tragedia. Nello stesso 1946 si sentiva già anche una leggera ripresa economica, spinta da tutti i mezzi. Anche i posti di lavoro cominciavano ad essere occupati, poichè tutta la popolazione rifugiata durante la guerra era tornata a casa. Anche le scuole funzionavano. Però, ripeto, la cosa più difficile erano i mezzi di trasporto. A Bucarest, le gente aspettava un tram a passare per mezz’ora, ricordava Stefan Barlea. Per quanto riguarda le difficoltà nell’approvvigionamento di viveri, il governo e le autorità locali trovarono la soluzione delle carte annonarie, completamente insoddisfacente, aggiungeva Stefan Barlea.
L’approvvigionamento di pane e carne era difficilissimo. Venivano distribuiti solo in base alla carta annonaria e la tragedia era che il pane non arrivava sempre e la carne quasi mai. La gente si svegliava alle 2-3 di notte per mettersi in fila. La più grande sofferenza della mia vita fu il momento in cui non siamo riusciti a metterci d’accordo con Ceausescu affinchè non venissero introdotte di nuovo le carte annonarie e i razionamenti di cui la Romania non aveva bisogno. Quella cosa buttò la Romania indietro nel tempo: alla maturità, mi sentivo come negli anni dell’infanzia. Ceausescu ebbe questa follia, in quanto diceva che il debito estero era alto. Va be’, era relativamente alto, pari ai 12-13 miliardi di dollari, però molto più basso rispetto agli ungheresi, ai polacchi o altri, ricordava ancora Stefan Barlea.
La ripresa materiale della Romania dopo la seconda Guerra Mondiale fu un ostacolo che la società riuscì difficilmente a superare. Con un regime politico democratico, senza la pressione anomala dell’ideologia comunista, il Paese l’avrebbe superato molto più facilmente.