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La riforma della pubblica istruzione del 1948

Il nuovo regime comunista insediato nel 1945 ha avviato una riforma della pubblica istruzione e una promozione delle persone svantaggiate, infatti degli operai fedeli al partito.

La riforma della pubblica istruzione del 1948
La riforma della pubblica istruzione del 1948

, 24.05.2017, 14:59

Il nuovo regime comunista insediato nel 1945 ha avviato una riforma della pubblica istruzione e una promozione delle persone svantaggiate, infatti degli operai fedeli al partito. Il nuovo sistema di insegnamento ha significato lo smantellamento del vecchio sistema e la sua sostituzione con un altro in cui contava la cosiddetta “origine sociale sana”. Infatti, si trattava di un criterio politico volto ad eliminare la competizione e a promuovere la politica di formazione dei quadri di sostegno del nuovo regime.



L’ingegnere Ştefan Bârlea ha ricoperto incarichi importanti nella gerarchia del partito e dello stato. Si è annoverato tra le persone favoreggiate dal regime per avere accesso all’istruzione. Però, a differenza di altri che approfittavano del nuovo regime politico senza avere delle qualità, Bârlea era un allievo premiato, che aveva studiato presso il liceo “Gheorghe Lazăr”, uno dei licei d’élite di Bucarest. Nel 2002, in un’intervista al Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena, ricordava i cambiamenti nella pubblica istruzione apparsi dopo la riforma del 1948: C’è stata un’importante agevolazione concessa agli alunni liceali, l’abbreviazione degli studi di un anno, per chi la voleva, ma io non mi sono annoverato tra di loro. Sono apparse nuove forme di insegnamento universitario alle quali avevano accesso giovani operai che avevano lavorato nella produzione. Chi frequentava le scuole operaie, di due anni, otteneva un diploma che attestava che aveva compiuto gli studi liceali. Le scuole operaie funzionavano presso le facoltà. Parallelamente, chi aveva frequentato il liceo in una forma o in un’altra, e lavorava come operaio, poteva passare alla facoltà e frequentare le lezioni parallelamente all’attività lavorativa. C’erano poi le facoltà in cui venivano immatricolati coloro che frequentavano la scuola operaia il cui scopo era il miglioramento della condizione sociale degli studenti. Di fronte ad un’apertura del genere, la giovane generazione non poteva non essere ricettiva. Allora si sono sviluppate moltissimo anche le organizzazioni giovanili, degli alunni o degli studenti. C’era, in quel periodo, l’Unione Nazionale degli Studenti che si è poi allargata. Soprattutto i corsi preparativi aumentavano molto l’accesso dei giovani all’insegnamento universitario.



La riforma dell’insegnamento del 1948 ha capovolto i valori dell’istruzione tradizionale. È stata introdotta l’opzione della rinuncia al baccalaureato e nelle facoltà venivano accettati anche giovani senza studi liceali, a patto che li completassero parallelamente. Ştefan Bârlea: Quando mi sono iscritto all’università, ho notato che in tutte le facoltà, da giugno a settembre, quando si svolgevano gli esami di ammissione, venivano organizzati corsi preparativi per i futuri candidati ed erano accolti tutti gli interessati. A tenere i corsi erano docenti universitari, con degli assistenti, vi partecipavano molti giovani; allora mi sono incontrato per la prima volta con coloro che avevano frequentato la scuola operaia e che avevano seguito le stesse lezioni come noi, per poter accedere alla facoltà. Professori prestigiosi applicavano il seguente metodo: scrivevano sulla lavagna un problema di sintesi. Mi riferisco alla matematica, ma succedeva lo stesso anche per la fisica e per le altre discipline. Il professore chiedeva in sala se qualcuno voleva risolverlo. Il candidato risolveva il problema con il suo aiuto, il professore spiegava alcune cose utili e il candidato ripassava tutta la materia. Dopo, un altro problema veniva scritto sulla lavagna. Se il candidato chiamato a risolverlo non era in grado, si presentava un altro che sapeva.



La riforma ha creato un nuovo tipo di studente, una nuova atmosfera studentesca in cui le priorità erano abituarsi alla povertà e acquistare la consapevolezza della propria classe sociale. Ştefan Bârlea: I ragazzi che provenivano dalla scuola operaia avevano un bonus. Perché? Avevano delle schede separate quando i professori li esaminavano alle prove orali. Non so come facessero per quelle scritte, perché gli esami avevano sia una prova scritta, che una orale. A quelle orali, tutti coloro che avevano frequentato la scuola operaia superavano l’esame. Solo chi non sapeva niente di niente veniva bocciato. I professori cercavano di aiutarli, ma era una situazione difficile. E’ stata riorganizzata la facoltà di meccanica e tutti siamo diventati ingegneri – economisti. Ai corsi ho incontrato molti giovani che avevano studiato presso le scuole operaie. Mi hanno stimolato a creare nuovamente i gruppi di insegnamento, che erano ufficialmente creati per membri dell’UTC e delle organizzazioni giovanili. Loro, della facoltà operaia, sapevano come erano organizzati i sindacati. Li abbiamo eletti nel sindacato, dovevamo eleggerli perché sapevano meglio come rappresentarci.



La fedeltà al regime era ricompensata. E gli studenti comunisti, i futuri quadri del partito, accettavano il compromesso. Ştefan Bârlea: C’era un sistema di borse per studenti, che includeva vitto, alloggio e una somma di 30 lei per spese personali, sapone, dentifricio, e così via. La borsa era standard, si pagava solo in prodotti: vitto e alloggio, più i 30 lei. Io non avevo bisogno di alloggio, però il vitto mi era utile. Mangiavo alla mensa a pranzo e a cena. C’erano poi le borse di merito e io ne ho beneficiato dopo il primo semestre. La facoltà essendo nuova, è stata assegnata un’ulteriore borsa repubblicana, di 500 lei al mese, quasi uno stipendio! Per me è stato molto stimolante.



La riforma della pubblica istruzione del 1948 ha modificato la struttura dell’insegnamento in Romania. Anche se negli anni successivi, sono stati reintrodotti alcuni degli standard di qualità, nell’insieme l’ideologia ha avuto un’influenza negativa sull’insegnamento romeno. (tr. G.P.)

Foto: pixabay.com
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