La ribellione legionaria del 1941
80 anni fa, tra il 21 e il 23 gennaio del 1941, sulle strade di Bucarest scoppiavano scontri tra l'esercito romeno e formazioni paramilitari della Guardia di Ferro, il partito fascista del periodo interbellico in Romania, per la presa del potere.
Steliu Lambru, 04.02.2021, 22:00
80 anni fa, tra il 21 e il 23 gennaio del 1941, sulle strade di Bucarest scoppiavano scontri tra lesercito romeno e formazioni paramilitari della Guardia di Ferro, il partito fascista del periodo interbellico in Romania, per la presa del potere. Il generale Ion Antonescu, sostenuto da Hitler, aveva allontanato i legionari dal potere dopo aver formato il governo assieme a loro solo 4 mesi e mezzo prima, a settembre 1940. Il governo legionario-antonesciano aveva mantenuto la precedente legislazione, del 1938, in base alla quale agli ebrei veniva ritirata la cittadinanza romena e nelleconomia veniva continuato il processo di romenizzazione. Ciò significava la confisca delle imprese degli ebrei e il loro affidamento a imprenditori romeni. Ma tra Antonescu e i legionari apparvero tensioni allinizio di dicembre 1940, che si sarebbero trasformate in violenze a gennaio 1941. I legionari iniziarono linsubordinazione armata nei confronti di Antonescu in seguito alla destituzione del ministro legionario dellInterno Constantin Petrovicescu. La ribellione significò lattacco da parte dei legionari delle principali istituzioni dello stato, dei militari, dei gendarmi, luccisione di 120 ebrei e la devastazione delle sinagoghe. Per qualche giorno, sulle strade di Bucarest e di alcune città del Paese regnarono il caos e la violenza.
Intervistata nel 1999 dal Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena, Eliza Campus, storico, ricordava quei giorni. Eliza Campus era ebrea ed ebbe la fortuna di incontrare persone che non erano state colte dal fanatismo delle idee legionarie. “Durante la ribellione vivevo su una strada che oggi si chiama Bela Breiner e il proprietario, Niculescu, era legionario. Ma lui aveva una simpatia per me. Cera una casa in fondo e un appartamento davanti. Io ho parlato con lui: “Signore, ho sentito che ci saranno dei controlli. Lei come la pensa?” E lui mi ha risposto: “Dirò che in questa casa vivono solo cristiani.” E basta. Ha fatto proprio così. Però i legionari hanno commesso atti terribili nei confronti degli alunni e dei genitori dei miei alunni. Anche quando è finita la ribellione, la gente continuava ad essere spaventata. Camminava normalmente sulla strada, non succedevano cose particolari. Però nelle case la gente non sapeva come difendersi e chiudersi meglio. Tutto andava bene sulla strada, anchio camminavo ogni giorno. Però i legionari entravano direttamente nelle case e prendevano le persone in ostaggio, oppure le ammazzavano direttamente”, ci ha raccontato Eliza Campus.
Constantin Matei ha lavorato alla Radiodiffusione Romena come tecnico, essendo capo della cellula legionaria nella Radio. Ha aderito al Movimento Legionario a settembre 1940. Intervistato nel 1994, si è ricordato dei momenti di ribellione. “Ero al lavoro, nello studio. Ha parlato lesercito, ci sono stati i comunicati resi pubblici dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, hanno parlato anche responsabili della segreteria del Movimento Legionario. Mi hanno chiamato alla Presidenza, nellufficio del direttore generale Mînzatu, da parte degli speaker è arrivato Dan Andronescu, e da parte dei tecnici, cero io. Era mezzanotte, Antonescu era in pigiama davanti allufficio, come anche il vice di Mihai Antonescu, appoggiato alla biblioteca, e ha chiesto: “Chi vi ha ordinato di trasmettere i comunicati alla radio?” Si rivolgeva proprio a Mînzatu, il quale rispose: “Lei aveva ordinato che tutto ciò che arriva dalla Presidenza e dal Movimento Legionario sia dato direttamente agli speaker”. E allora Antonescu disse: “Horia Sima vuole dimostrarmi con gli operai delle fabbriche Malaxa che il Paese è dalla sua parte? Domani vi faccio vedere che gli intellettuali e lesercito del Paese saranno dalla parte del generale. E fate il vostro mestiere! Non trasmettete più comunicati, non agitate più le acque! Alla radio mandate in onda solo quello che ricevete da noi, dalla Presidenza!”, ha raccontato Constantin Matei.
Nel 1995, il generale di gendarmeria Mihail Baron ricordava come si svolse lazione dei legionari del gennaio 1941 e come eseguito gli ordini ricevuti. “La mattina del 21 gennaio, cominciarono lattacco contro le istituzioni locali e centrali di tutto il Paese. Approfittando della sorpresa, occuparono il Ministero della Giustizia, la Gazzetta Ufficiale e attaccarono la Banca Centrale, la Cassa di Risparmio e le Poste Centrali. Solo alla Radio non ci riuscirono. Avevano preso il controllo dellemittente radio di Bod, ma a Bucarest non ci riuscirono perché cera una guardia di gendarmi che reagì con fermezza. E allora, per poter comunicare con il Paese, tagliarono il cavo sotterraneo e lo collegarono a unemittente mobile, con cui facevano il giro della capitale e diffondevano voci, dicendo che il governo era crollato e che i legionari avevano vinto. Distribuirono anche manifesti in tal senso. Manifesti di color giallo o rosso, alcuni che attaccavano i massoni, altri i comunisti, per creare unatmosfera tesa. Il 21, tutte le strade erano piene di legionari che scandivano: Vittoria legionaria!. Bloccarono le strade con camion, tram, autobus, autocisterne con benzina, pronti a dar loro fuoco in caso dinecessità. Il 22, verso le 14:00, il maresciallo Antonescu, vedendo tutte le violenze, le centinaia di persone ferite, diede ordine allesercito di passare allazione, di liquidare la resistenza e arrestare i ribelli”, ha raccontato Mihail Baron.
Dopo la ribellione, circa 8.000 legionari furono catturati, processati e condannati, e circa 700 si rifugiarono in Germania, assieme al loro capo Horia Sima. Il generale Ion Antonescu restava lunico leader sulla scena politica romena.