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La repubblica di Ploieşti

L8 agosto 1870 due organizzazioni cospirative si riunirono a Ploieşti per avviare il piano tramite cui il principe Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen doveva essere allontanato dal trono e instaurata la repubblica

La repubblica di Ploieşti
La repubblica di Ploieşti

, 30.06.2016, 19:23

L’8 agosto 1870, alle 4 del mattino, due organizzazioni cospirative si riunirono a Ploieşti per avviare il piano tramite cui il principe Carlo di Hohenzollern-Sigmaringen doveva essere allontanato dal trono e instaurata la repubblica. I cospiratori avevano l’intenzione di occupare il telegrafo e speravano che l’esercito e la popolazione si solidarizzassero con loro. I gruppi di cospiratori, ispirati dai liberali di sinistra, o “rossi”, erano delusi dal regno di Carlo e dall’instabilità governativa del periodo 1866 (l’anno in cui era salito al trono della Romania) – 1870. Non meno importante fu la guerra fra la Francia e la Germania scoppiata il 19 luglio 1870, guerra che si concluse con l’arresa della Francia il 10 maggio 1871. La guerra provocò un’ondata di simpatia per la Francia che si trasformò in una di antipatia per il tedesco Carlo.



Però i leader della cospirazione esitarono, alla fine, di applicare il loro piano a causa delle esitazioni di alcuni ufficiali. I cospiratori di Ploieşti coordinati dal futuro generale Alexandru Candiano-Popescu andarono però avanti con il loro piano e occuparono la prefettura e il telegrafo. Di fronte ad una folla di qualche migliaio di persone, Candiano-Popescu proclamò la destituzione di Carlo e si autoproclamò prefetto della provincia di Prahova. Dopo il discorso di Candiano-Popescu, la folla partì verso una unità militare per munirsi di armi. Dopo il rifiuto del comandante dell’unità di collaborare, la folla si diresse verso il carcere e liberò i detenuti. L’azione dei golpisti finì entro breve, dopo che il capo del telegrafo di Predeal interruppe la comunicazione con Bucarest. La stessa sera, l’esercito arrestò circa 400 sospetti e i politici liberali Ion C. Brătianu, Eugeniu Carada e Nicolae Golescu. Il leader dei ribelli fu fermato nella città di Buzău. La repubblica di Ploieşti finì dopo neanche un giorno dal suo insediamento. 41 cospiratori furono rinviati a giudizio, ma poi assolti.



Sebbene sia stato solo un episodio breve e intenso, satirizzato dallo scrittore Ion Luca Caragiale nella sua pièce teatrale “Conu’ Leonida faţă cu reacţiunea” (Messer Leonida e la reazione) e nella novella “Boborul” (Il Popolo), la Repubblica di Ploieşti ebbe però un ruolo speciale nel riassestamento della politica romena su basi stabili.


Silvia Marton della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bucarest, è del parere che la ribellione sia stata inevitabile a causa delle difficoltà di funzionamento affrontate dallo stato romeno:



Tutto era ancora possibile, tutto era aperto, i protagonisti della repubblica di Ploieşti, Carlo I, i conservatori, i moderati, vari altri liberali, tutti erano ancora all’inizio e avevano la sensazione che tutto fosse da costruire. C’era all’epoca un volontarismo che determinò molte altre cose criticabili. Volevano costruire un parlamento e un regime, eventualmente una repubblica, ma mancava la determinazione. Volevano un regime in cui il parlamento avesse un ruolo importante. Carlo stesso non capiva bene quello che succedeva. Brătianu era molto convinto di ciò che faceva e cercava di dominare tutti i governi di cui faceva parte. I conservatori tentavano pure loro di imporsi. Tutti, gli ex partecipanti alla rivoluzione del 1848, vecchi e giovani, erano molto vocali, molto convinti delle proprie idee. — afferma Silvia Marton.



Silvia Marton spiega quali sono state le principali idee che hanno animato la Repubblica di Ploieşti: Possiamo considerare il colpo di stato almeno così come l’ha inquadrato l’accusa, come una forma di reazione contro i conservatori ed, eventualmente, contro il prussiano autoctono Carlo di Hohenzollern. Due vignette pubblicate su Ghimpele, rivista liberale radicale, molto progressista, sono suggestive per la dimensione sociale del tempo. Si trattava di una reazione sociale da parte dei protagonisti della repubblica di Ploieşti che volevano la fine dei privilegi. I vecchi boiardi erano, di principio, dalla parte dei conservatori, Lascăr Catargiu era un moderato. I vecchi boiardi avevano mantenuto il loro ruolo politico, venivano eletti e rieletti, erano visibili sulla scena politica. La parola democratico era utilizzata da loro stessi e voleva dire la fine dei privilegi, la fine dei boiardi, come unici rappresentanti e autori della politica. Era una reazione della borghesia.



La repubblica di Ploieşti fu anche una revisione degli atteggiamenti della classe politica nei confronti dello stato, delle riforme e del sovrano stesso:



Cuza era ancora in vita, esiliato, ma fu eletto tre volte in alcuni collegi. Egli rinunciò ai mandati, ma inviò lettere eleganti in cui rifiutava di assumere il mandato, ringraziando per il voto. Però i rivoluzionari del 1848, i liberali, i radicali, i rossi” erano i nemici di Cuza. Tutti i rossi mettevano allo stesso livello Cuza e Carlo come principe autoritario. Carlo era autoritario, prendeva decisioni scavalcando il parlamento, così come Cuza aveva rifiutato il dibattito. Carlo era diventato un nuovo Cuza e ciò era inaccettabile. I liberali pensavano che dare troppo potere all’esecutivo fosse una tendenza pericolosa. Proprio per questo manifestavano tendenze repubblicane, chiedendo la responsabilità del governo di fronte al parlamento. A cominciare dagli anni 1870-1871 la responsabilità del governo fu accettata e cominciò a funzionare molto meglio. Il ruolo di Carlo fu ridefinito e negli anni successivi lui stesso formò e sciolse i vari governi. — ha detto ancora Silvia Marton.



La democrazia romena uscì consolidata dall’episodio della “repubblica” di Ploieşti, l’ultima tappa della costruzione dello stato romeno moderno democratico. Dopo il 1870, la Romania ottenne l’indipendenza nel 1877-1878 e diventò regno e la politica garantì la stabilità e il buon governo del Paese. (trad. G.P.)

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