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La produzione di energia elettrica in Romania

Tema importantissimo sull'agenda della comunità internazionale odierna, l'energia elettrica è indispensabile per la nostra vita quotidiana.

La produzione di energia elettrica in Romania
La produzione di energia elettrica in Romania

, 06.05.2022, 18:07

Tema importantissimo sullagenda della comunità internazionale odierna, lenergia elettrica è indispensabile per la nostra vita quotidiana. Dal suo avanzo spettacolare allinizio del 19esimo secolo, lenergia elettrica è stata utilizzata in sempre più settori, diventando una necessità della vita. La sua produzione ha, però, sollevato numerose domande e controversie, quella dellultimo decennio riguardante la tutela ambientale promuovendo le nuove tecnologie alternative. Va notato che le nuove tecnologie di produzione dellenergia elettrica sono state accompagnate da quelle più vecchie. Per ora, le tecnologie alternative non sono del tutto soddisfacenti per permettere la rinuncia e quelle vecchie.



Anche in Romania la produzione di energia ha attraversato tutte le fasi della tecnologia moderna. Dalle centrali a olio combustibile e a gas a quelle a carbone, dalle centrali idroelettriche a quelle nucleari, negli ultimi 140 anni la Romania ha costruito unità tecnologiche per assicurare il fabbisogno di elettricità per leconomia e per i consumatori domestici. Lestensione della rete elettrica sullintero territorio nazionale è stata una priorità per tutti i regimi politici in quanto un simile progetto era oltre le capacità delle entità private. La costruzione delle centrali termoelettriche e idroelettriche risale alla fine del 19esimo secolo. La prima centrale elettrica è stata costruita a Bucarest nel 1882 e funzionava a gas. Due anni più tardi, nel 1884, veniva costruita la prima centrale idroelettrica a Peleș, a un anno dallinaugurazione del castello. Essa era destinata allalimentazione con elettricità di questa residenza dei re di Romania. Da allora, la rete di centrali termoelettriche e idroelettriche si è estesa costantemente.



Dopo il 1945 e linsediamento del regime comunista, scattò il piano di estensione della rete elettrica in Romania. Nel 1950, iniziava la costruzione della quarta diga in Europa a Bicaz, nel nord della Romania, sul corso del fiume Bistrița. Dopo 10 anni di grandi sforzi, nel 1960 la centrale fu messa in servizio. Alla fine degli anni 1960, lenergia elettrica prodotta nelle centrali idroelettriche in Romania era di solo l1%, mentre in seguito alla politica energetica della metà degli anni 1970 crebbe al 12%. Maxim Berghianu è stato presidente del Comitato di stato per la Pianificazione, istituzione responsabile della pianificazione delleconomia della Romania secondo il modello marxista-leninista. Berghianu fu ministro e partecipò, alla metà degli anni 1960, ai dibattiti sugli investimenti che sarebbero stati fatti nella costruzione delle centrali idroelettriche. Nel 2002, egli raccontava al Centro di Storia Orale della Radiodiffusione romena che lenergia idroelettrica era redditizia a lungo termine.”Si passò a una valorizzazione del potenziale idroenergetico, perchè linvestimento è maggiore allinizio, ma lenergia è a basso costo. Non richiede lo sforzo di combustibili. Viene ammortizzato in un periodo più lungo, ma a costi di molto inferiori, perchè quelli che costano di più sono le attrezzature, le turbine, i trasformatori ecc.”



In parallelo, lo stato romeno continuava a basarsi anche sullenergia elettrica prodotta dal carbone. Gli sfruttamenti minerari romeni, di superficie e sotterranei, erano numerosi e la costruzione di centrali termoelettriche nelle loro vicinanze era un calcolo ragionevole. Maxim Berghianu.”Si discusse tanto del potere calorico, del trasporto del carbone verso le centrali. Per questo motivo furono costruite centrali termoelettriche anche nei pressi di Rovinari, in Oltenia, a Işalniţa, per evitare di trasportare ingenti quantità di carbone. Cerano ingenti riserve e si puntò su capacità enormi che riducevano i costi. Lescavazione veniva fatta ogni giorno, senza la necessità di costruire miniere, erano sfruttamenti di superficie. Gli escavatori costano, ma non è più necessario costruire una miniera.”



Furono allestiti i grandi cantieri per le centrali idroelettriche delle dighe Le Porte di Ferro sul Danubio e quelle sui fiumi Argeș e Olt. I più spettacolari furono quelli sul Danubio delle centrali idroelettriche Le Porte di Ferro I e le Porte di Ferro II. La prima, quella delle Porte di Ferro I fu costruita dalla Romania insieme alla Iugoslavia a partire dal 1964 e fu inaugurata nel 1972. È una delle maggiori costruzioni idroteniche in Europa e la maggiore sul Danubio. Ebbe, però, come effetti secondari la perdita dellantica città romena di Orșova in seguito allinondazione e allaffondamento dellisola Ada Kaleh nel mezzo del Danubio. La centrale idroelettrica Le Porte di Ferro II fu costruita sempre dalla Romania assieme alla Iugoslavia alla metà degli anni 1980.



Sempre allinizio degli anni 1970, la Romania prendeva in considerazione anche la tecnologia nucleare per la produzione dellenergia elettrica. Ma solo allinizio degli anni 1980, la centrale nucleare di Cernavodă, città sul Danubio della Dobrugia, aveva pronta la bozza dei piani di costruzione. Era prevista la costruzione di 5 reattori nucleari con tecnologia franco-canadese. Attualmente, a Cernavodă sono in servizio due reattori nucleari che producono insieme il 20% del fabbisogno di energia elettrica della Romania. Il primo è stato costruito tra il 1982 e il 1996, mentre il secondo tra il 1983 e il 2007. La costruzione di altri due reattori iniziò nel 1984 e nel 1985, ma il progetto è ancora in corso. I lavori al quinto reattore, la cui costruzione è iniziata nel 1987, sono stati per ora fermati.




Foto: pixabay.com
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