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La minoranza ebraica nella Grande Romania

Prima della tragedia dell'Olocausto, le comunità ebraiche in Romania diedero alla società romena e all'intero mondo prestigiosi scienziati, medici, avvocati, ingegneri, imprenditori e letterati.

La minoranza ebraica nella Grande Romania
La minoranza ebraica nella Grande Romania

, 19.04.2022, 17:03

La presenza degli ebrei sul territorio romeno risale al Medio Evo, quando le comunità di religione mosaica abitavano sia nello spazio allinterno dellarco dei Monti Carpazi, che al suo esterno. Le comunità ebraiche potevano essere incontrate sia nelle zone rurali, che in quelle urbane, contribuendo notevolmente alla cultura e alla civiltà locali. Prima della tragedia dellOlocausto, le comunità ebraiche in Romania diedero alla società romena e allintero mondo prestigiosi scienziati, medici, avvocati, ingegneri, imprenditori e letterati. Alla fine della Seconda Guerrra Mondiale e nel momento della nascita dello Stato dIsraele, alla quale gli ebrei romeni ebbero un contributo significativo, il numero dei membri delle comunità ebraiche in Romania era calato drasticamente. In seguito al censimento realizzato dopo il 1989 risultarono solo alcune migliaia.



Nella Grande Romania, secondo il censimento del 1930, il numero degli ebrei ammontava a 756.930. Le più numerose e più forti comunità erano quelle nel nord della Romania, nella Transilvania Settentrionale – Maramureș, in Bucovina e Bessarabia. Dopo il 1918, lo stato romeno si impegnò a rispettare tutti i diritti delle minoranze e lintera legislazione fu modificata o pensata a tal fine. Come le altre minoranze, anche gli ebrei in Romania godevano di libertà economica, religiosa, di espressione, educativa e di stampa nella propria lingua, e avevano la cittadinanza romena e il diritto di voto. Prima dellinizio delle persecuzioni anti-semite del 1938, gli ebrei in Romania erano integrati come qualsiasi altri etnici romeni, come lo attestano anche le interviste realizzate negli anni 1990 e 2000 dal Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena.



Nicolae Catone del Comune Salva, in provincia di Năsăud, nel nord della Romania, fu addetto delle Ferrovie romene durante il primo dopoguerra. Fu membro del Partito Nazional-Contadino e nel 2000 si ricordava degli ebrei nel suo comune. “Nel nostro comune avevamo anche ebrei, il più importante e il più ricco fu Aaron. Aveva un negozio di benzina, gasolio e cereali. E proprio nel giorno di Pasqua il suo magazzino di gasolio fu distrutto da un incendio. Andavamo daccordo con gli ebrei nel nostro comune. Noi avevamo due mucche e ne vendevamo il latte e cera unebrea con 4 figli che viveva al di là del fiume e venire a comprare del latte da noi ed era lei a mungere le mucche, non lo facevamo noi, e le anche lavava. Noi non avemmo nessuna divergenza con gli ebrei.”



Adela Feiden era della stazione turistica Vatra Dornei e nel 1998 raccontava al Centro di Storia Orale delle feste cui partecipava durante la sua infanzia nella località, dove cera tre singoghe. “Celebravamo tutte le feste, non ci fu eccezione. Non ci vietò nessuno di celebrarle, il tempio era sempre aperto. Venne anche il teatro yiddish alla Casa di Cultura, al Casinò, dovera permesso e dove cera la sala da spettacolo. In occasione delle festività ebraiche importanti, la festa dellHanukkah, ad esempio, veniva anche il rabbino capo. Poi vennero anche altri e tutti si radunarono nella sinagoga e ci raccontarono il significato delle feste. E molto volte succedeva cosi anche a Pasqua, nei primi due giorni si andava in sinagoga.”



Ludovic Kahan era di Baia Mare. Figlio di un piccolo negoziante di bovini, lui lavorò come funzionario presso gli Stabilimenti di metallurgia dei metalli non ferrosi “Phoenix”. “Nel 1885 fu aperta la sinagoga che esiste tuttoggi. La comunità rimase per sempre di fede ortodossa e il chassidismo di Satu Mare ebbe un forte influsso. Si ha conoscenza, inoltre, di un forte movimento sionista. Per quanto riguarda la popolazione della città nel 1890, secondo le statistiche dellepoca, la città aveva 9868 abitanti, di cui 702 ebrei. Nel 1910 di 12.877 abitanti, 1.402 erano ebrei, nel 1930 di 13.904, 2.030 erano ebrei, e nel 1941 di 21.404, 3.623. Quindi, ci fu sempre unalta percentuale di ebrei. Dal 7% sali al 16%”.



Il rabbino Ernest Neumann di Timișoara raccontava, nel 2002, che prima dellOlocausto i romeni e gli ebrei non avevano avuto problemi nel modo in cui si rapportavano gli uni agli altri. “I cittadini di questa zona della Transilvania, che prima fece parte dellImpero Austro-ungarico, erano più tolleranti con i figli del popolo ebraico, convivendo con loro in relativa pace e comprensione reciproca. Del popolo romeno non si può dire che non sia un popolo mite e benevolo. Sono cresciuto in mezzo a contadini poveri e siamo andati daccordissimo e non abbiamo mai fatto alcuna distinzione tra chi fosse ebreo, magiaro o romeno. Non cerano barriere tra di noi, che sono create artificialmente, in base a qualsiasi criterio – nazionalità, religione o razza – e sono tutte estranee a una concezione razionale dellessere umano.”



Tutte le testimonianze storiche orali e non solo parlano di una convivenza normale della popolazione maggioritaria con le comunità ebraiche prima del periodo 1938-1940 e dellOlocausto. Ma gli anni che seguirono, fino al 1945, avrebbero cambiato completamente la storia.




Foto: pixabay.com
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