La Francia e la Grande Romania
Negli studi di storia e di relazioni internazionali si è affermato che lEuropa Centro-Orientale dopo il 1918 fosse una creazione della Francia.
Steliu Lambru, 10.09.2018, 17:05
Negli studi di storia e di relazioni internazionali si è affermato che l’Europa Centro-Orientale dopo il 1918 fosse una creazione della Francia. E in buona parte, è vero. Gli stati apparsi sulla carta dell’Europa alla fine della prima guerra mondiale devono alla Francia la loro esistenza. Polonia, Romania, Cecoslovacchia e Jugoslavia furono i Paesi apparsi con una forma statale nuova, dopo che la Triplice Intesa, vincitrice, aveva deciso le condizioni in cui avrebbe concluso la Grande Guerra durata 4 anni.
Alla fine del 1918, la situazione era ancora incerta dappertutto. I territori dell’Austria-Ungheria abitati da romeni e da altre etnie erano oggetto di disputa e prenderne controllo dipendeva dall’abilità di ciascun attore politico di avere argomenti nel momento della pace che sarebbe seguita. Nella zona occidentale dell’attuale Romania, la Francia svolse un ruolo di mantenimento della pace e un ruolo decisivo nel tracciare successivamente i confini del Regno di Romania, mentre il generale Henri Mathias Berthelot sostenne la causa romena.
Lo storico Aurel Ardelean dell’Università dell’Ovest “Vasile Goldiș” di Arad ha descritto la situazione molto complessa della zona nel 1918. “Alla fine del 1918 e all’inizio del 1919 la situazione nella zona occidentale della Grande Romania non era tranquilla. All’entrata della Romania in guerra le era stata proposta la liberazione della parte occidentale, dopo la guerra, però gran parte di quella zona, soprattutto il Banato, si trovava infatti sotto l’occupazione militare serba. Ion C. Brătianu, il primo ministro romeno e ministro degli Esteri, si rivolse all’ambasciatore francese Saint Aulaire in un telegramma, il 22 dicembre, in cui affermava che l’esercito serbo che si trovava nel Banato aveva incarcerato a Belgrado centinaia di romeni del Banato. La città di Arad era piena di rifugiati che il terrore suscitato dagli eserciti serbi aveva cacciato via dal Banato. Il comandante serbo di Timișoara aveva sciolto il Consiglio Nazionale Romeno del distretto di Timiș e tutte le guardie nazionali romene. “Il popolo romeno è molto accanito contro l’esercito serbo che aveva ammirato e accanto al quale aveva sofferto durante le terribili esperienze” – scriveva Brătianu.
Il generale Berthelot era venuto in Romania a capo della missione militare francese a ottobre 1916 ed era stato costretto ad andarsene a marzo 1918 dopo che la Romania, sconfitta, aveva firmato il trattato di pace di Buftea. Tornò a ottobre 1918, a capo di una nuova missione militare francese, e arrivò nel Banato e nella Transilvania Occidentale per vedere come stavano le cose sul posto. Aurel Ardelean: “L’insediamento dell’amministrazione romena affrontò alcune difficoltà. “Il martirio dei romeni della Transilvania mi è pienamente conosciuto. Un enorme amore mi lega a voi e vi garantisco il mio sostegno in vista del definitivo assestamento della Grande Romania”. Sono le parole del generale Henri Mathias Berthelot, comandante delle truppe alleate sul Danubio e capo della missione militare francese in Romania, rivolte alla delegazione presieduta da Vasile Goldiș, che si era recata a Bucarest per consegnare a Re Ferdinando I i documenti dell’unità. Fu anche lo spirito che caratterizzò la visita del generale francese a Arad e nell’ovest della Romania negli anni 1918-1919. La stampa di Arad dell’epoca, soprattutto il quotidiano “Românul” (“Il Romeno”), ha scritto molto su quella visita in un periodo in cui era in corso un processo difficile, pieno di sincope, di insediamento dell’amministrazione romena a Arad, in Transilvania e nel Banato.”
La visita del generale Berthelot doveva pacificare una zona sconvolta dagli anni di guerra, dall’odio accumulato e dai numerosi insuccessi. “Intorno al momento dell’arrivo del generale Berthelot a Arad, i romeni desiderosi di vedere il generale francese furono attaccati da provocatori ungheresi che aprirono il fuoco contro di loro e calpestarono le loro bandiere provocando numerose vittime. “Sappiano gli ungheresi che non le azioni di individui fuori di testa decideranno la sorte politica dei romeni e degli ungheresi, ma il Congresso di pace. Fino allora, gli uni e gli altri devono mantenere la calma. Il Tribunale internazionale farà giustizia” — questa era la posizione ufficiale, pacifista, dei romeni, espressa nel quotidiano “Românul”. D’altronde, il generale francese stesso definì il suo viaggio “Torneo di pacificazione”. Aveva anche una soluzione pratica per evitare le tensioni inter-etniche, cioè l’occupazione dell’intera zona da parte delle truppe francesi.”
Il ruolo delle truppe francesi fu di calmare la situazione, e il generale Berthelot portò a compimento questa missione senza problemi. Aurel Ardelean: “Sfogliando la stampa di quei giorni scopriamo che il generale Berthelot accompagnava le sue affermazioni da azioni volte a sostenere le promesse fatte. Nella rivista “Chiesa e scuola” del 23 dicembre 1918, alla pagina “Informazioni”, si legge: “Truppe francesi nel Banato. In seguito alle dimostrazioni sanguinose, di notte sono arrivate su ordine del generale Berthelot le truppe francesi a Arad per garantire l’ordine e la sicurezza pubblica che erano in pericolo. Alla sede del giornale “Românul” di Arad stanno di guardia sentinelle francesi.” La notizia successiva era questa: “L’esercito romeno occuperà anche Oradea Mare, Arad e Sighetul Marmației. Un colonnello francese ha consegnato al governo ungherese un avviso del generale Berthelot in cui gli si comunicava che l’esercito romeno era giustificato a passare la linea di separazione e a occupare le successive città: Cluj, Dej, Satu Mare, Oradea, Radna, Arad, Marghita e Sighetul Marmației.” L’operazione durerà fino all’arrivo delle truppe francesi.”
I trattati di pace hanno tracciato confini conformi al mosaico etnico, ai principi e alle aspirazioni delle nazioni di allora. Mentre la Romania, sostenuta dalla sua grande alleata, la Francia, fu collocata nell’attuale confine occidentale.