La Fortezza di Enisala
Nel nord della Dobrugea, regione del sud-est della Romania, nei pressi del lago di Razim, ma anche vicino al posto in cui il fiume sfoccia nel Mar Nero, si trova, accanto alla località di Enisala, lomonima fortezza.
Christine Leșcu, 01.10.2013, 15:30
Nel nord della Dobrugea, regione del sud-est della Romania, nei pressi del lago di Razim, ma anche vicino al posto in cui il fiume sfoccia nel Mar Nero, si trova, accanto alla località di Enisala, l’omonima fortezza. La sua denominazione deriva da una vecchia combinazione din parole turche – Yeni-Sale — che vuol dire “Nuovo Villaggio”. D’altronde, una volta, da queste parti c’era davvero un insediamento chiamato “Nuovo Villaggio”.
La fortezza medioevale di Enisala si trova in cima ad una collina da dove, come in un nido di aquile, si può ammirare l’intera zona fino al mare. Infatti, questo è stato anche lo scopo della sua costruzione. Ci fa da guida Aurel Stanica, archeologo presso l’Istituto di Ricerche Ecomuseali di Tulcea.
“Chi ha construito la fortezza? E’ una domanda a cui i ricercatori hanno provato a dare una risposta durante gli anni. In seguito alle ricerche archeologiche, ma anche alla consultazione delle fonti storiche, possiamo dire che la Fortezza di Enisala fu costruita nella seconda metà del XIV-esimo secolo da un’autorità che puntava al controllo della navigazione nella zona verso il nord, al lago Razim. L’uscita di questo lago al mare e il suo collegamento con il Danubio tramite due canali sono stati gli obiettivi presi in considerazione dai costruttori della fortezza. Chi l’ha costruita e chi aveva le possibilità economiche per farlo? Sono argomenti che fanno ancora sorgere dei punti interrogativi. Ma se seguiamo ciò che succedeva nel XIV-esimo secolo, e persino nel XIII-esimo secolo, scopriamo che tutto il commercio del Mar Nero era controllato dai commercianti genovesi, che avevano il monopolio anche per le zone vicine. I genovesi avevano le possibilità materiali per costruire anche una fortezza delle dimensioni di Enisala, con elementi di architettura orientali e occidentali”, spiega Aurel Stanica.
Quindi, i presunti costruttori della fortezza di Enisala sono i genovesi. Pare che nel XIV-esimo e XV-esimo secolo, la zona si trovava all’incrocio di importanti vie commerciali. I reperti archeologici della fortezza, ma anche delle località vicine, attestano questa cosa attraverso i vasi di ceramica di Nicea e Faenza, per esempio. La fortezza, a sua volta, è stata abitata.
“La fortezza non ha dimensioni molto grandi, ma poteva ospitare intorno a 200-300 militari, cioè una guarnigione abbastanza forte. Si tratta di un grande spazio trapezoidale, che si estende su una superficie di circa 3000 metri quadri. Rispetto ad altre fortezze più vecchie, dal periodo romano, questa era piccola. Ma per gli scopi per cui è stata costruita, questa superficie fortificata era capiente. Inoltre, è situata su una collina calcarea, ad un’altezza abbastanza grande, come un nido di aquile. Da lì, chi si trovava nella fortezza poteva vedere le barche che entravano dal Mar Nero, attraverso Gura Portitei, nel lago di Razim. Nelle vicinanze della fortezza, c’era anche una comunità rurale abbastanza forte. Richerche recenti condotte nei mesi di aprile e maggio hanno testimoniato l’esistenza di un villaggio medievale con una popolazione abbastanza cosmopolita, un mix di popolazione cristiana e un’altra che aveva un rito funebre abbastanza diverso da quello cristiano. Tale fatto ci indica che i tartari, che controllavano in quel periodo il nord della Dobrugea, hanno vissuto nell’insediamento rurale ai piedi della fortezza di Enisala”, aggiunge Aurela Stanica.
Intorno al 1386, quando in Valacchia regnava il principe Mircea il Vecchio, il nord della Dobrugea — incluso la Fortezza di Enisala — fu integrato in questo principato. “Mircea il Vecchio rifà anche la Fortezza di Enisala e anche quella di Isaccea, punti chiave per il controllo della navigazione e del commercio sul mare, nel nord della Dobrugea”, aggiunge il nostro ospite.
Negli anni 1419-1420, la Dobrogea fu conquistata dagli ottomani, però sembra che Enisala non era stata ancora integrata nel sistema amministrativo ottomano. Ciò è successo molto più tardi, verso la fine del XVI-esimo secolo, nel 1484, quando furono conquistate Chilia e Cetatea Alba. Allora, anche la Fortezza di Enisala fu inserita nella provincia ottomana di Dobrugea, con capoluogo a Babadag.
All’inizio del XVII secolo, la fortezza fu abbandonata, ma appare ancora nei resoconti dei viaggiatori stranieri che sono passati nella zona in cui i pastori si erano costruiti un riparo temporaneo. I primi scavi archeologici in questo sito iniziarono nel 1939 e continuarono con interruzioni negli anni ’60 e ’70. Nel 1991, è stato avviato un progetto di ricerca e restauro, che ha continuato fino al 1997.
Anche se solo parzialmente restaurata, la fortezza è stata ammirata l’anno scorso da oltre 16.000 turisti, ed è il più visitato obiettivo storico gestito dall’Istituto di Ricerche Ecomuseali di Tulcea.