La civiltà di Cucuteni-Poduri
Una delle più impressionanti civiltà neolitiche è quella nota come Cucuteni-Trypillya che, su una superficie di 35.000 chilometri quadrati, include il nord-est della Romania, la Moldova e il sud-ovest dellUcraina.
Steliu Lambru, 22.10.2013, 15:50
Una delle più impressionanti civiltà neolitiche è quella nota come Cucuteni-Trypillya che, su una superficie di 35.000 chilometri quadrati, include il nord-est della Romania, la Moldova e il sud-ovest dell’Ucraina. E’ intitolata al villaggio di Cucuteni dove, nel 1884, furono rinvenuti i primi reperti archeologici. Caratterizzata dalla meravigliosa ceramica dipinta, la cultura Cucuteni risale agli anni 4.800 – 4.600 a.Chr. La gente di quei tempi aveva uno stile di vita sedentario e si occupava con la caccia, l’agricoltura, la pesca, faceva vari mestieri e persino estraeva e vendeva il sale. Uno dei più importanti insediamenti in Romania, inserito nella civiltà di Cucuteni, è il villaggio Poduri, in provincia di Bacău, nell’est del Paese. Nel 1979 vi fu rinvenuto un sito archeologico molto ricco con abitazioni, attrezzi, depositi di provvigioni, ceramica dipinta, statuette e persino un mulino. Il Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena ha realizzato un documentario sul sito archeologico di Poduri. L’archeologo Dan Monah, che ha diretto gli scavi, ci ha offerto dei dettagli.
“I primi abitanti di Poduri vi si stabilirono intorno al 4.800 a. Chr., e costruirono un primo villaggio, distrutto, ad un certo momento, da un incendio. Tornarono e ricostruirono il villaggio e il fenomeno fu ripetuto almeno 15 volte. La superficie che siamo riusciti a studiare per quasi 30 anni è purtroppo ridotta, ha circa 1.000 metri quadri, mentre la superficie dell’intero insediamento è compresa fra 60.000 – 80.000 metri quadri. A Poduri abitavano soprattutto agricoltori sedentari, che senza dubbio andavano a caccia e a pesca. Un vantaggio erano per loro le sorgenti salate, perché estraevano il sale e lo scambiavano per altri prodotti con le popolazioni che vivevano in zone prive di sale”, spiega l’archeologo.
Dan Monah ha fatto riferimento ai più importanti reperti rinvenuti a Poduri. “Sono stati trovati grandi depositi di cereali e ricorderei un’abitazione con almeno 16 depositi del genere. Sono stati scoperti in varie fasi di costruzione, alcuni dalla forma di piccole scatole di un metro quadro, alti 45 centimetri, dunque con una capienza di mezzo metro cubo. Ma la scoperta più spettacolare nella zona è il cosiddetto mulino, una costruzione che conteneva 4 sili alti circa 1,10 metri. Al momento della scoperta un terzo di ciascuno conteneva cereali carbonizzati, uno conteneva orzo e gli altri due grano. Vicino ai sili c’era una costruzione rettangolare con 5 macine. E’ uno dei più antichi mulini dell’Europa sud-orientale”, aggiunge Dan Monah.
La gente della civiltà di Cucuteni lavorava, ma pregava anche. Molto importante è anche l’inventario degli oggetti di culto rinvenuti da Dan Monah e dalla sua equipe a Poduri.
“E’ stata rinvenuta una costruzione a due piattaforme. Vicino alla prima c’era un complesso formato da 7 statuette femminili, un trono in terracotta e un piccolo vaso di ceramica. Lo abbiamo chiamato la Sacra Famiglia, perché sembrava rappresentare la componente femminile di una famiglia: la madre e altri 6 personaggi femminili, che secondo le dimensioni e le caratteristiche sembravano di età inferiore. La scoperta più interessante, rinvenuta vicino alla seconda piattaforma, è stato un vaso contenente 21 statuette femminili, 13 troni e due oggetti che allora abbiamo chiamato OPN, cioè oggetti preistorici non-identificati. Il vaso in cui si trovavano gli oggetti sacri era protetto da un altro vaso rovesciato. Tutti erano rotti a causa del crollo delle mura e dei depositi aggiuntisi ulteriormente. Questo complesso, che abbiamo chiamato il sinodo delle dee, è una raffigurazione del pantheon della gente pre-Cucuteni, non solo di Poduri. 28 anni più tardi, nel villaggio di Isaia, in provincia di Iaşi, in un insediamento pre-Cucuteni, è stato scoperto un vaso con 21 statuette, 13 troni, 42 sfere perforate, dunque un multiplo di 21, 21 coni, 21 sfere incompletamente perforate. Ecco dunque una relazione tra due complessi di culto che rileva l’unità religiosa delle tribù pre-Cucuteni”, dice ancora l’archeologo.
Il medico Romeo Dumitrescu, collezionista di ceramica di Cucuteni e finanziatore degli scavi, conferma quanto detto dall’archeologo Dan Monah.
“I pezzi più belli possono essere considerati quelli del tesoro di Bohotin che contiene 21 dei, di cui 13 seduti su piccole sedie di terracotta. Più un oggetto molto bello, molto raro all’epoca, sempre parte di un tesoro di 21 statuette di terracotta, che contiene la più bella raffigurazione di una coppia disegnata sul lato di una sedia. Tutti gli oggetti sono bellissimi, ciascuno ha la sua stranezza, ma si tratta di disegni che non si ritrovano in altre culture, che attirano e possono diventare un’ossessione”, spiega Romeo Dumitrescu.
La civiltà di Cucuteni è una manifestazione palpabile dell’uomo neolitico la cui creatività non era per nulla inferiore a quella della gente di oggi. Le meraviglie che l’archeologia porta oggi alla luce, sono incantevoli esempi di spirito pratico.