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Ion Ratiu, ovvero la democrazia in esilio

Uno dei più importanti politici della democrazia romena dopo il 1990, Ion Ratiu aveva militato sia contro il fascismo che contro il comunismo.

Ion Ratiu, ovvero la democrazia in esilio
Ion Ratiu, ovvero la democrazia in esilio

, 23.06.2017, 09:54

Uno dei più importanti politici della democrazia romena dopo il 1990, Ion Ratiu aveva militato sia contro il fascismo che contro il comunismo. Tornato in Romania nel 1990, fu una delle personalità che ricostruirono il Partito Nazionale Contadino – Democristiano, impegnandosi nel ripristino del clima democratico. Nacque il 6 giugno del 1917 a Turda, nell’ovest della Romania, in una famiglia di intellettuali romeni che hanno lottato per i diritti nazionali dei romeni dell’Impero Asburgico e Austro-Ungarico. Laureato in giurisprudenza a Cluj e in economia a Cambridge, attivo tra le file del Partito Nazionale Contadino, nel 1940 venne assunto come diplomatico presso il Ministero degli Esteri e subito inviato a Londra, a febbraio 1940, prima del crollo della Francia. Dopo l’occupazione della Francia, principale alleato della Romania, Ratiu continuò a lavorare alla legazione romena in Gran Bretagna fino all’inizio di settembre 1940, quando il potere venne assunto dal generale Antonescu e dalla Guardia di Ferro. Filo-inglese e filo-francese, Ratiu rifiutò di accettare lo schieramento della Romania alla coalizione guidata dalla Germania nazista.

Nel 1985, in un’intervista a Radio Europa Libera, conservata dal Centro di Storia Orale di Radio Romania, Ion Ratiu raccontava le circostanze in cui è rimasto in Gran Bretagna. Dopo la partenza di Re Carlo II e l’insediamento dello stato dei legionari (i fascisti romeni), mi sono dimesso, a settembre 1940. Sono andato dal Ministero degli Esteri inglese e ho chiesto asilo politico, che mi è stato subito concesso. Ho avuto la grande fortuna di ricevere una borsa a Cambridge, dove ho studiato per tre anni, conseguendo un Master of Arts in scienze economiche, superiore alla laurea. Mentre ero a Cambridge, ho fatto tutt’una serie di trasmissioni in radio su temi patriottici riguardanti la questione della Transilvania, soprattutto dopo l’annessione del nord della regione nel 1940, e mi sono impegnato molto nell’attività dell’associazione degli studenti romeni in Gran Bretagna, ricordava il politico.

Ion Ratiu si è impegnato nella propaganda volta a togliere la Romania dall’Asse e a farla schierare con le Nazioni Unite. Ma lui voleva che, a guerra finita, l’Europa centro-orientale, implicitamente anche la Romania, rimanesse sotto l’influenza della democrazia occidentale. Ho lavorato al Consiglio Internazionale degli Studenti, di cui venni eletto vicepresidente, durante la guerra, e nel Comitato Esecutivo Mondiale della Gioventù. Siccome tutti quanti eravamo in esilio in Inghilterra eravamo preoccupati del futuro dell’Europa nel dopoguerra, abbiamo fondato anche l’organizzazione CECCILS – Central East European Student a New Society – la società degli studenti e dei giovani dell’Europa centro-orientale. Inoltre, anche se ero giovane, sono stato cooptato nel movimento dei romeni liberi che si era opposto allo schieramento della Romania alla politica della Germania nazista, e che ha sostenuto costantemente che la Romania doveva stare con le grandi potenze democratiche dell’Occidente, che avevano creato la Romania Grande. In quel periodo ho scritto articoli, ho tenuto conferenze e, come ho già detto, ho fatto anche delle trasmissioni radiofoniche, alla BBC, ovviamente, aggiungeva il politico.

Diventato prospero imprenditore, Ion Ratiu non ha assistito passivamente alla comunistizzazione della Romania. Ha fondato un’organizzazione anticomunista, l’Unione Mondiale dei Romeni Liberi, e ha pubblicato il giornale di orientamento democratico Il romeno libero, tra i più influenti nell’esilio romeno. Ho cominciato già dal 1955 un notiziario settimanale in inglese. Si chiamava Free Romanian Press, ed era destinato ad informare l’Occidente, soprattutto i giornali, i deputati e i politici influenti d’Inghilterra sulla situazione in Romania. Dopo 20 anni, ho ampliato la pubblicazione, intitolata sempre Stampa Libera Romena, e trasformata in mensile, con notizie in inglese e francese. Nel 1965, ho fondato l’associazione Acarda, l’Associazione culturale dei romeni in Inghilterra. Anche se si chiamava associazione culturale, secondo la nostra vecchia tradizione della Transilvania, culturale significava anche politico per l’affermazione delle nostre aspirazioni, spiegava ancora Ion Ratiu,

Nel 1985, era convinto che solo l’unità di tutti i romeni avrebbe potuto rendere possibile il ritorno della democrazia. Così, la sua organizzazione era aperta a tutti quanti volevano impegnarsi nel rispristino della democrazia. Nel 1980, insieme al professor Brutus Coste degli Stati Uniti, ho lanciato un appello in cui ho detto a tutti che era il caso di fare qualcosa affinchè questo Paese fosse rappresentato degnamente nell’Occidente. Fino al 1975 funzionava un Comitato Nazionale Romeno che nel 1975 ha smesso l’attività. Noi abbiamo ritenuto che questa lotta doveva andare avanti, abbiamo lanciato un appello, e lo abbiamo fondato nel 1984. Abbiamo detto sin dall’inizio che non si poteva fare in base ai partiti. Abbiamo chiamato tutti i romeni che volevano impegnarsi per la causa nazionale a venire da noi, a prescindere dal partito cui appartenevano o avevano appartenuto nel passato. Ciò non significava che i partiti non dovevano lavorare. Anzi, dovevano farlo, poichè non c’è democrazia senza partiti.

Tornato in Romania nel 1990, Ion Ratiu è rimasto la stessa persona con ferme convinzioni democratiche, un autentico punto di riferimento morale. Si è spento il 17 gennaio 2000 a Londra. Le spoglie furono rimpatriate, secondo la sua volontà, e sepolte nella città natia di Turda. (traduzione di Iuliana Anghel)

foto: pixabay.com
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