Ion Raţiu e la rinascita della democrazia romena
Il politico Ion Rațiu fu uno dei modelli ai quali la società romena si rapportò allorquando iniziò la ricostruzione della democrazia nel 1990, dopo 45 anni di comunismo.
Steliu Lambru, 28.01.2020, 19:47
Il politico Ion Rațiu fu uno dei
modelli ai quali la società romena si rapportò allorquando iniziò la
ricostruzione della democrazia nel 1990, dopo 45 anni di comunismo. Discendente
di una famiglia con un passato nella lotta per i diritti nazionali dei romeni
dell’Austroungheria, Ion Rațiu, con il suo stile, contribui’ al miglioramento
considerevole del clima politico romeno nel periodo di dopo la Rivoluzione
anticomunista del 1989. Si contraddistinse dagli altri politici grazie al suo papillon,
grazie alla cortesia impeccabile nel linguaggio e nel comportamento e
all’accento lievemente inglese con cui parlava in romeno. Raţiu fu uno dei più
importanti politici democratici romeni dopo il 1990 che militò sia contro la
dittatura fascista, che contro quella comunista. Tornato in Romania nel 1990,
fu uno di coloro che ricostruirono il Partito Nazionale Contadino Democristiano
e si implicò nella ricostruzione del clima democratico.
Ion Raţiu nacque il 6 giugno del 1917 a
Turda, nell’ovest della Romania, in una famiglia di intellettuali romeni. Si
laureò in giurisprudenza a Cluj ed economia a Cambridge e fu attivo nella
filiale giovani del Partito Nazionale Contadino. Nel 1940 fu assunto come diplomatico
nel Ministero degli Esteri e subito dopo fu inviato a Londra, a febbraio 1940, prima
della capitolazione della Francia. Dopo l’occupazione della Francia, il
principale alleato della Romania, Raţiu continuò a lavorare presso la legazione
della Romania in Gran Bretagna fino all’inizio di settembre 1940, quando il
potere fu preso dal generale Antonescu e dalla Guardia di Ferro (l’estrema
destra romena). Anglofilo e francofilo, Raţiu rifiutò di accettare
l’affiancamento della Romania alla coalizione diretta dalla Germania nazista.
Nel 1985, in un’intervista al programma
L’attualità romena dell’emittente radiofonica Europa libera e conservata
nell’archivio del Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena, Ion
Raţiu racconta le circostanze in cui rimase in Gran Bretagna. Dopo
l’abdicazione di Carlo II e la nascita dello stato legionario ho rassegnato le
dimissioni, a settembre 1940. Mi sono recato al Ministero degli Esteri inglese
e ho chiesto asilo politico, che mi è stato concesso subito. Ho avuto la grande
fortuna di ricevere una borsa di studio a Cambridge e ho studiato per tre anni
conseguendo un Master of Arts, un diploma più importante della laurea, in
scienze economiche. Mentre ero a Cambridge ho realizzato un’intera serie di
trasmissioni radiofoniche su temi patriotici nella questione della
Transilvania, soprattutto dopo l’occupazione della Transilvania Settentrionale
nel 1940, e sono stato attivo nella vita studentesca nell’associazione degli studenti
romeni in Gran Bretagna, raccontava Ion Raţiu.
Ion Raţiu si è implicato nella
propaganda volta a far uscire la Romania dall’Alleanza con la Germania nazista e
farla schierarsi con le Nazioni Unite. Ma Ratiu ha desiderato che l’Europa
Centrale e Orientale, implicitamente la Romania, restassero sotto l’influsso della
democrazia occidentale alla fine della guerra.Ho lavorato nel Consiglio Internazionale degli Studenti dove fui
nominato vicepresidente, durante la Guerra, e nel Comitato Esecutivo Mondiale
della Gioventù. Perchè eravamo tutti preoccupati, essendo in esilio in
Inghilterra, per il futuro dell’Europa dopo la guerra, abbiamo fondato anche
un’organizzazione che abbiamo chiamato CECCILS, Central East European Student
a New Society, ossia la società degli studenti e della gioventù dell’Europa
Centrale e dell’Europa Orientale. Inoltre, sebbene giovane, sono stato cooptato
nel movimento dei romeni liberi che si sono opposti all’allineamento della
Romania alla politica della Germania nazista e che ha sempre detto che il posto
della Romania era accanto alle grandi potenze democratiche nell’Occidente che
avevano creato la Grande Romania. In quel periodo ho scritto articoli, ho
tenuto conferenze, e, come dicevo, ho realizzato programmi anche alla radio,
ovviamente alla BBC, raccontava Ion Raţiu.
Diventato prospero uomo d’affari, Ion
Raţiu non ha assistito passivamente, dall’Occidente, alla comunistizzazione
della Romania. Fondò un’organizzazione anticomunista, l’Unione Mondiale dei
Romeni Liberi, ed editò giornali di orientamento democratico, il giornale Il
Romeno Libero essendo una delle più influenti pubblicazioni dell’esilio
romeno. Nel 1985, Ion Raţiu era convinto che solo un’unità di tutti i romeni
avrebbe potuto far tornare la democrazia. Cosi’, la sua organizzazione si
rivolse a tutti coloro che desideravano impegnarsi nello sforzo di
restaurazione della democrazia.
Nel 1980, assieme al professor Brutus
Coste degli Stati Uniti, ho lanciato un appello in cui ho detto a tutti che era
l’ora di fare qualcosa affinchè questo Paese fosse rappresentato con dignità in
Occidente. Fino al 1975 aveva funzionato un Comitato Nazionale Romeno che nel 1975
smise di essere attivo. Noi abbiamo considerato che andasse continuata questa
lotta e allora abbiamo lanciato un appello e siamo nati nel 1984. Noi abbiamo
detto sin dall’inizio che non si può fare in base ai partiti, noi abbiamo detto
che tutti i romeni che volessere fare uno sforzo per la causa nazionale, dovessero
venire da noi, a prescindere dal partito cui appartenessero oppure fossero
appartenuti nel passato. Ciò non vuol dire che i partiti non devono lavorare.
Al contrario, i partiti devono lavorare perchè non esiste democrazia senza
partiti, affermava Ion Raţiu.
Il 3 gennaio del 1990 veniva emanato il
decreto-legge del Consiglio del Fronte della Salvezza Nazionale sulla creazione
e la registrazione ufficiale dei partiti politici in Romania, atto equivalente
alla rinascita dei partiti politici e del pluripartitismo politico, dopo 45
anni di assenza. Tornato in Romania nel 1990, subito dopo il decreto, Ion Raţiu
continuò ad essere la stessa persona con convinzioni democratiche ferme, un
vero punto di riferimento morale. Si spense il 17 gennaio del 2000 a Londra e la sua salma fu
portata in patria, secondo il suo desiderio, e sepolto nella città natia Turda.