Invalidi, orfani e vedove di guerra nella Grande Romania
Dalla Prima Guerra Mondiale la Romania uscì vittoriosa raddoppiando il suo territorio e la sua popolazione. Ma il suo trionfo fu pagato caro, sia durante, che dopo la guerra.
Steliu Lambru, 01.05.2023, 19:16
Dalla Prima Guerra Mondiale la Romania uscì vittoriosa raddoppiando il suo territorio e la sua popolazione. Ma il suo trionfo fu pagato caro, sia durante, che dopo la guerra. Una delle realtà più impegnative del dopoguerra è stata quella degli invalidi, degli orfani e delle vedove di guerra. Loro formarono la popolazione chiamata IOVR, stimata a circa il 12% della popolazione totale della Grande Romania. Per loro, le istituzioni statali lavorarono alla legislazione riparativa e, anche se ci sono state disfunzioni, la nuova Romania è riuscita a risarcire quelle persone, per quanto possibile, delle perdite irreparabili.
Maria Bucur è professoressa allUniversità dellIndiana, Bloomington negli Stati Uniti, dove insegna storia e studi di genere. Lei ha scritto sulla storia delleugenetica, della memoria e della guerra, del genere, della modernizzazione e della cittadinanza. Maria Bucur ci ha raccontato che la popolazione IOVR ha formato nuovi atteggiamenti e ha cambiato il concetto di cittadinanza nella Grande Romania. “Lo stato romeno è stato radicalmente trasformato dalle decisioni prese in relazione al trattamento dei veterani, delle vedove e degli orfani, sia a livello macro, da nuove istituzioni o istituzioni con nuove attribuzioni, sia a livello locale tramite lintroduzione di nuove attribuzioni e politiche. Ma anche attraverso i diritti acquisiti da gran parte della popolazione romena dopo il 1919. Queste forze, lavorando insieme, hanno generato un nuovo discorso pubblico sulla cittadinanza, nuove aspettative da parte dei cittadini romeni e nuove responsabilità assunte dallo stato. I successi e i fallimenti delle politiche hanno generato nuove dinamiche nello spazio politico e civico”.
Sfortunatamente, lesatta popolazione IOVR non è nota nemmeno oggi. Maria Bucur ha dato una spiegazione per questo. “Poiché il Paese è quasi raddoppiato a causa della guerra, i veterani dei territori che la Romania ha conquistato dopo i trattati di pace sono diventati i veterani dello stato romeno. Il loro numero per categorie non è noto neanche oggi perché le statistiche degli stati che esistevano in quei territori non hanno contato necessariamente i veterani come lo stato romeno, né si sono assunti una statistica sugli invalidi, sulle vedove e sugli orfani. I numeri che abbiamo oggi sono stime dei primi anni 1920. A metà degli anni 1930, quando fu finalmente istituita una commissione centrale di verifica, la sua conclusione fu che queste statistiche non erano complete. La mia stima è che la Romania aveva circa 1,5 milioni di veterani, di cui oltre 200.000 disabili, secondo la definizione di disabilità dellepoca, oltre a 700.000 vedove e orfani”.
In che modo la Grande Romania ha trattato la sua popolazione IOVR? Maria Bucur ritiene che si possa fare una valutazione generale positiva della politica riparativa. “Va sottolineato che la Romania ha superato in generosità tutti gli stati combattenti della Prima Guerra Mondiale. Oltre alle pensioni, la normativa ha stabilito il diritto allistruzione gratuita nelle istituzioni statali, il diritto allassistenza medica gratuita, il diritto alla libera circolazione in treno, il diritto alla legna da ardere gratuita e il diritto prioritario a proprieta terriere dopo la riforma agraria. Oltre a questi, i veterani hanno ricevuto laccesso prioritario a determinati monopoli statali, come ad esempio i chioschi nelle stazioni ferroviarie, nonché laccesso prioritario a determinati incarichi statali. Ad esempio, il personale degli uffici IOVR era prevalentemente composto da veterani e orfani. Tutti questi vantaggi messi insieme erano molto più generosi di quelli offerti dallo stato francese, ad esempio, che è stato un modello importante per la Romania”.
La “Legge della gratitudine” era il nome della legge che riguardava la popolazione IOVR. E lo stato romeno non ha discriminato tra i suoi cittadini, vecchi e nuovi. Maria Bucur. “Prima di tutto, fin dallinizio, la gratitudine della nazione era rivolta non solo ai soldati che avevano combattuto a fianco della Romania sui fronti del paese. Coloro che avevano combattuto contro la Romania avevano accesso esattamente agli stessi diritti, a condizione che assumessero esplicitamente la cittadinanza romena, il che significava lealtà allo stato romeno. Voglio sottolineare che non troviamo tali politiche in Jugoslavia, ad esempio, dove i croati non hanno gli stessi diritti dei serbi.”
Maria Bucur ritiene che ci siano altre spiegazioni per la buona volontà dello stato romeno nei confronti degli ex nemici. “Questa generosità dello stato romeno può essere intesa sia pragmaticamente, che aspirazionalmente. Da un lato, molti etnici romeni avevano combattuto nellesercito austro-ungarico per necessità. La mancata integrazione di questa popolazione veterana nelle politiche IOVR avrebbe creato una separazione radicale tra i nuovi territori e il Vecchio Regno, un problema che tutti i politici capivano e non volevano affrontare. Un altro aspetto pragmatico riguardava il trattato sulle minoranze, che la Romania ha capito di dover rispettare. Aspirazionalmente parlando, vedo la legge IOVR anche come un quadro attraverso il quale il Parlamento romeno ha cercato di delineare un tipo di cittadinanza impegnata, molto più strettamente legata alle istituzioni statali attraverso i molteplici benefici a cui la popolazione IOVR ha avuto accesso”.
Il modello romeno delle riparazioni nei confronti dei reduci della Prima Guerra Mondiale intendeva risarcire le perdite e pacificare. Si può dire che sia stato un ambizioso tentativo riuscito, senza dimenticare di alcuni falliti.