Il Quartiere della Primavera di Bucarest
Il quartiere Primăverii (della Primavera), sito nel nord della capitale romena Bucarest, è noto come quartiere delle vecchie e nuove elite.
Steliu Lambru, 28.11.2019, 19:38
Il quartiere Primăverii (della
Primavera), sito nel nord della capitale romena Bucarest, è noto come quartiere
delle vecchie e nuove elite. Prima del 1989, il quartiere Primăverii, che reca
il nome del principale vialone dal quale è attraversato, era soprannominato il
quartiere dei vertici del partito. Era nell’epoca comunista, il quartiere in
cui abitavano i più importanti attivisti di partito e di stato e i capi della
Securitate – la polizia politica del regime. Lo stesso dittatore Nicolae
Ceauşescu ci abitò, nel celebre Palazzo della Primavera, oggi museo.
Il quartiere Primăverii risale al
periodo precedente la fine della Seconda Guerra Mondiale, quando la nuova elite
comunista vi si stabiliva. Il quartiere è chiamato dallo storico Oana Marinache
la parcellazione Bonaparte o la parcellazione Ferdinando I, secondo il nome
in cui zona che sarebbe stato costruito, come prolungamento della strada Bonaparte
e alla memoria di re Ferdinando I, uno dei fautori della Grande Romania.
La storia inizia con una serie di
investitori di origine belga, due signori, che erano nel Consiglio di
Amministrazione della Società di amministrazione della rete tranviaria. Intorno
al 1913, essi pensarono di copiare il modello adottato da Alexandru Filipescu nella
parcellazione della sua proprietà e di avviare un progetto di maggiore portata,
adatto al loro terreno. Il soprannome di Parcellazione Bonaparte o il Parco
Bonaparte è legato alla Strada Bonaparte,
l’attuale arteria Iancu di Hunedoara. I due avevano sufficienti fondi, ma il
contesto era sfavorevole. Si entrava in guerra, che fermò qualsiasi sviluppo
della zona. Abbiamo informazioni che furono realizzati certi lavori edilizi.
Dopo la guerra, nel 1921, quando la parcellazione fu ripresa dalla Società degli
Ingegneri Associati fu necessaria la rinegoziazzione delle condizioni di
introduzione della corrente elettrica e dell’alimentazione con acqua. Si parti’
da un affare privato, l’affare fu venduto alla Società degli Ingegneri
Associati e nel 1925 si fecero investimenti nell’infrastruttura, ha spiegato Cosmin
Năsui.
Nel dopoguerra, la zona era in piena
espansione. Vi furono costruite case soprattutto in stile neoromeno, ma anche
mediterraneo eclettico, mauro e toscano-fiorentino.
Se guardiamo le foto scattate dal
famoso fotografo Willy Prager, negli anni ’40, molte case erano già state
costruite, altre erano nuove senza essere ancora occupate dai proprietari. Il
quartiere era nato in un luogo di svago, una zona di laghi, dove i bucarestini
andavano a fare picnic. Sembra ci sia stata anche una sorgente termale. In
parallelo al quartiere Primăverii, si svilupparono anche i quartieri Dorobanţi
e Pangratti nelle vicinanze, dove ulteriormente ci sarebbero state sedi di
ambasciate e la televisione pubblica.
Dopo il 1945, alla fine della Seconda
Guerra Mondiale e con l’avvento del regime comunista, la popolazione del
quartiere cambiò. Le case furono occupate dalle nuove elite. Lo storico e
critico d’arte Cosmin Năsui ci parla dei nuovi tratti salienti del quartiere.
Il quartiere Primăverii è un quartiere
partito come una modalità di abitare abbastanza compatta con le seguenti
caratteristiche: innanzittutto non aveva una chiesa perchè non era necessaria.
La religione dei comunisti era l’ateismo, se possiamo dire cosi’. Poi, non
esistevano negozi o mercati agroalimentari perchè l’approvigionamento con prodotti
agroalimentari avveniva tramite la designazione di un rappresentante di
ciascuna delle case che faceva una lista settimanale. In base a tale lista, arrivavano
gli alimenti dall’Istituto di alimentazione pubblica e chimica, in strada Varsavia.
Un altro elemento definitorio era che la vita sociale era ridotta. Non c’erano
trattorie o luoghi pubblici. Come annedoto, si sa che distanza doveva
percorrere il padre di Nicolae Ceaușescu per andare a bere qualcosa. Ci sono più
fonti scritte dove si legge che, amante dell’alcol, questi doveva andare fino
nel quartiere vicino. Dorobanți per trovare una trattoria. Ceaușescu apprendeva
delle discussioni nella trattoria attraverso suo padre. La gente chiedeva bombole
a gas e altre facilità, ci ha raccontato Cosmin Năsui.
Il quartiere cambiò fondamentalmente
dopo il 1945, quando la segreto-mania e il sospetto rimpiazzarono la
trasparenza. Agli ingresso nel quartiere erano state collocate guardiole con
miliziani che consentivano l’accesso solo alle auto dei residenti, mentre ai
pedoni era consigliato di aggirare la zona.
Le foto scomparirono, non abbiamo più
immagini, dopo il 1944, che in Piazza Stalin, l’attuale Charles de Gaulle, dove
era la statua di Stalin, all’incrocio tra il viale degli Aviatori e il viale Primăverii,
dove cominciava il quartiere. Qui si organizzavano parate militari. Le prime e
le ultime foto scattate sono di Willy Prager. Ce ne sono altre nei dossier
della Securitate. C’e il dossier Il tragitto, secondo il nome del tragitto
che percorreva Nicolae Ceaușescu dal Palazzo della Primavera, monitorato al
fine dell’assicurazione della protezione del ditattore e della sorveglianza
degli abitanti che avrebbero potuto rappresentare un problema. Le foto sono
semplici, ci mostrano il viale Primăverii e l’intero tragitto che percorreva Ceaușescu.
Altre foto non abbiamo. In seguito alla lettura dei due dossier, il Perimetro
zonale 1 e il Perimetro zonale 2, dove sono individuati tutti gli abitanti,
vediamo che la grande parte delle case sono ex abitazioni ICRAL (affittate
dallo stato) oppure della Cooperativa di partito, l’attuale Agenzia di
protocollo e gestione del fondo immobili pubblici. Si può vedere che studi e
cariche avevano, nel 1989, gli abitanti di questa zona. C’erano molti
pensionati, il quartiere era invecchiato, i primi che erano traslocati li’ a
partire dal 1944 vi sono rimasti, ci ha detto Cosmin Năsui.
Dopo il 1989 si sono verificati altri cambiamenti:
sono apparsi i neoarricchiti e alcune case sono state demolite. Il cortile
stesso del Palazzo della Primavera è stato venduto a un’ambasciata.