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Il Fronte di Salvezza Nazionale

Il 22 dicembre 1989, contemporaneamente al crollo del regime comunista di Nicolae Ceauşescu, cadeva anche il partito comunista. Il Fronte di Salvezza Nazionale fu considerato la strada sulla quale la società poteva basare la sua ricostruzione

Il Fronte di Salvezza Nazionale
Il Fronte di Salvezza Nazionale

, 28.12.2015, 19:33

Il 22 dicembre 1989, contemporaneamente al crollo del regime comunista di Nicolae Ceauşescu, cadeva anche il partito comunista. Il Fronte di Salvezza Nazionale, creato — come diceva anche il suo nome — per far uscire la Romania dal decadimento economico, fu considerato la strada sulla quale la società poteva basare la sua ricostruzione. Il Fronte di Salvezza Nazionale apparve nell’estate del 1989 su iniziativa di alcuni oppositori del regime di Ceauşescu. Tra i nomi importanti dei fondatori si annoveravano Ion Iliescu, il generale Nicolae Militaru, Silviu Brucan e Virgil Măgureanu. Qualche mese prima dell’ultimo congresso del PCR a novembre, il FSN ha inviato lettere di protesta contro il regime di Ceauşescu alla Radio Europa libera. La fuga di Ceauşescu da Bucarest il 22 dicembre ha lasciato libero il posto occupato poi dal FSN e da Ion Iliescu. Il politologo Ioan Stanomir ha descritto le circostanze in cui è apparso il Fronte di Salvezza Nazionale:



Il Fronte di Salvezza Nazionale è stato un partito successore che rinnegava la propria condizione. Nei Paesi dell’Europa centrale ed orientale si è verificato un fenomeno – fino ad un certo punto organico – di transformazione dei partiti comunisti in partiti socialisti e socialdemocratici. Con il passare del tempo, questo processo è stato uno sano per la democrazia perché all’interno degli ex partiti comunisti sono apparse quelle forze riformatrici capaci di assumersi un programma politico diverso. In Romania, il partito comunista è morto con Nicolae Ceauşescu ed è rinnato con Ion Iliescu. Il Partito comunista di Nicolae Ceauşescu è stato una sintesi di statalismo e xenofobia, e proprio ciò ha permesso agli scaglioni comunisti di riconvertirsi negli scaglioni del Fronte di Salvezza Nazionale.”



Malgrado l’opzione decisiva dei romeni per il Fronte di Salvezza Nazionale che si è costituito come partito, i suoi membri hanno sempre avvertito un complesso di inferiorità di fronte ai politici dell’opposizione come Corneliu Coposu. Ma dopo la scomparsa fisica dei pochi politici che erano sopravvissuti al comunismo, il politico romeno degli anni 2000 fu modellato nello stile del Fronte di Salvezza Nazionale.



Ion Iliescu e Traian Băsescu provengono dal Fronte di Salvezza Nazionale. Emil Constantinescu non apparteneva a questa famiglia politica, ma purtroppo, tramite il tipo di governo che ha gestito, non è riuscito per niente a rompere la struttura del FSN. Traian Băsescu è un caso atipico perché appartiene al FSN per il suo populismo, ma è anche anti-FSN per la sua capacità di sconfiggere lo stato FSN nel campo della giustizia. E’ un paradosso perché l’eredità di Traian Băsescu è proprio quella contro la quale si manifesta a volte l’ex presidente nei suoi interventi pubblici, cioè il rafforzamento del potere giudiziario e la creazione di un polo anticorruzione in Romania.” — ha detto Ioan Stanomir.



Avrebbe potuto avere la Romania un altro leader nel 1989? Ioan Stanomir crede di no:



”Direi che purtroppo Ion Iliescu era inevitabile. Ion Iliescu è una personalità che incarna tutti gli odi e tutte le speranze malformate dei romeni: odio nei confronti di coloro che sono diversi, nei confronti di coloro che sono resistiti politicamente e non hanno condiviso i loro ideali di uguaglianza, e speranze malformate perché Ion Iliescu è stato un venditore di illusioni che è riuscito ad offrire ai romeni un surogato di sviluppo democratico. Non dobbiamo dimenticare che le privatizzazioni che sono state fatte tardi sono state privatizzazioni fallite, e questo fallimento, come anche quello del processo di ristrutturazione economica, sono imputabili, in grande misura, a Ion Iliescu e al suo regime.” — ha affermato Ioan Stanomir.



Non si può parlare del Fronte di Salvezza Nazionale senza Ion Iliescu e gli anni 1990 hanno dimostrato che erano inseparabili. Però l’enorme capitale di fiducia di cui ha beneficiato Iliescu ha superato quello del Fronte ed è stato più durevole. Tuttavia, Ioan Stanomir è del parere che tra il Fronte di Salvezza Nazionale e Ion Iliescu non ci sia stata alcuna differenza in termini politici.



Ion Iliescu è il FSN così come anche il FSN è Ion Iliescu. Ion Iliescu va considerato più che una personalità, è una sindrome della società romena, così come Nicolae Ceauşescu è stato una parte integrante della società romena. E’ molto importante per i romeni che guardino con lucidità il proprio passato, assumerselo, come hanno provato a fare anche altre nazioni europee. La Francia non è solo il generale De Gaulle, è anche il maresciallo Petain, è anche Laval. La Germania non è solo von Stauffenberg, è anche Goebbels. Così anche la Romania, che non è solo Corneliu Coposu, Ana Blandiana e Doina Cornea, ma è anche la patria di coloro che a giugno 1990 hanno applaudito la marcia dei minatori. Questa è la realtà e dopo quasi tre decenni abbiamo il dovere di guardare in faccia questa realtà.”



Il Fronte di Salvezza Nazionale è stato un partito eterogeneo che non ha resistito al passaggio degli anni e all’evoluzione politica. Nel 1992 si è verificata l’unica scissione nel Fronte, che però è stata decisiva. L’ala conservatrice, raggruppata intorno a Ion Iliescu, è diventata il Fronte Democratico di Salvezza Nazionale, dal quale è nato l’attuale Partito Socialdemocratico, mentre l’ala riformista è diventata nel frattempo il Partito Democratico. (traduzione di Gabriela Petre)

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