Il filosofo e saggista Emil Cioran
Il filosofo e saggista romeno Emil Cioran, uno degli esponenti di spicco di una generazione romena che influenzò il mondo culturale occidentale dopo il 1945, nacque 110 anni fa, l'8 aprile del 1911, a Rășinari, in provincia di Sibiu.
Steliu Lambru, 21.04.2021, 16:51
Lo storico delle religioni Mircea Eliade, il drammaturgo Eugen Ionescu e il filosofo e saggista Emil Cioran sono tre esponenti di spicco di una generazione romena che influenzò il mondo culturale occidentale dopo il 1945. Tutte tre hanno scelto lesilio dopo linsediamento del regime comunista in Romania, nel 1945. Tutte tre, nati a distanza di due anni gli uni dagli altri, eccelsero in tre ambiti: Eliade, nella storia delle religioni, Ionescu nel teatro e Cioran nella filosofia. Il più giovane, Emil Cioran, nacque 110 anni fa, l8 aprile del 1911, a Rășinari, in provincia di Sibiu, e si spense il 20 giugno del 1995 a Parigi, a 84 anni. Suo padre era un protopresbitero ortodosso, mentre sua madre era figlia di un notaio innalzato al rango di barone. Cioran frequentò la Facoltà di Lettere e Filosofia dellUniversità di Bucarest dove diventò amico di altri due filosofi romeni importanti del dopoguerra, Petre Țuțea e Constantin Noica. Negli anni 1930, Cioran si sentì attratto dalla corrente filosofica chiamata “trăirism”, versione romena dellesistenzialismo. Il giovane Cioran studiò assiduamente le opere di Friedrich Nietzsche, Arthur Schopenhauer, Georg Simmel, Martin Heidegger, Fëdor Dostoevskij e Lev Shestov. Sin da allora espresse opinioni agnostiche e soffrì di insonnia, dettaglio biografico molto importante che avrebbe segnato la sua opera.
Cioran si considerava più saggista che filosofo, lui stesso definendosi “lo scettico di turno di un mondo in declino”. La sua opera lo rivela un pensatore pessimista sopraffatto dallesistenza della sofferenza, del declino e del nichilismo. Sin dal primo libro, “Lettere al culmine della disperazione”, pubblicato nel 1934, a 23 anni, Cioran avrebbe dato libero sfogo ai suoi pensieri morbidi. Seguirono altri quattro volumi in romeno in cui le riflessioni cupe sulla condizione umana continuarono. Nel 1937 partì per la Francia con una borsa di studio dallIstituto di Cultura Francese di Bucarest, che sarebbe stata prorogata fino al 1944, e non tornò mai in Romania. A Parigi, dove abitò nel Quartiere Latino, scrisse altri nove libri che lo avrebbero reso famoso nel mondo culturale francese come un vero scettico di turno del mondo in declino.
Le sue opere furono tradotte in molte lingue e furono ben accolti, in generale, dai critici. Fu molto preoccupato dallo stile letterario e fu considerato uno dei più importanti stilisti della saggistica francese della seconda metà del Novecento. Tema prediletto dei suoi scritti in francese restò il suicidio, cui dedicò ampio spazio. Altri temi furono il peccato originale, il senso tragico della storia, la fine della civiltà, la minaccia del Male, il rifiuto della fede. La filosofia non era più possibile che come frammento, riteneva Cioran, cosicchè molte delle sue pagine contengono aforismi e brevi pensieri sui temi già celebri.
Nel 1990, il filosofo Gabriel Liiceanu realizzava un filmato con Emil Cioran, uno dei primi in romeno sul filosofo. Una delle domande rivolte a Cioran si riferiva alla sua opera.”La mia opera è una questione di ossessione. Io ho scritto tutti i libri per ragioni di salute, terapeutiche. La stessa ossessione, il tema dellinutilità e della morte. Tutti gli altri problemi non hanno nessuna importanza. Tutto ciò che viene formulato diventa più tollerabile. Lesprimere è il farmaco. Che senso ha, in definitiva, andare da un prete a dirgli cosa hai fatto, confessare? È la liberazione. Tutto ciò che viene formulato diminuisce dintensità. E ciò è terapeutico, questo è il senso della terapia. Realmente, gli stati depressivi che ho vissuto potevano portarmi alla follia, o, più gravemente, al fallimento completo. Il fatto che io li abbia formulati ha avuto unefficacia rimarchievole. Se non avessi scritto, sono convinto che tutte le cose sarebbero finite male per me. E ho smesso di scrivere perchè qualcosa è cambiato in me, si trattò di una diminuzione dintensità.”
Le esperienze personali estreme sono quelle che guidano la nostra esistenza in modo definitivo credeva Cioran. Linsonnia fu lesperienza che lo segnò profondamente e lo fece scrivere pagine straordinarie. Cioran parlò a Liiceanu del significato della privazione di sonno sullesistenza umana. “Prima di conoscere linsonnia ero una persona quasi normale. Quando persi il sonno fu una rivelazione per me. Mi resi conto che il sonno è una cosa straordinaria e che la vita è sopportabile solo grazie al sonno. La mattina si comincia una nuova avventura o la stessa avventura, ma con uninterruzione. Linsonnia è una rivelazione straordinaria perchè sopprime lincoscienza. Cioè uno passa 24 ore al giorno lucido. E lessere umano è troppo debole per sopportarlo. E allora è un atto eroico, ogni giorno è una battaglia. Quando soffrivo dinsonnia disprezzavo tutti, tutti erano per me animali. Lessere sveglio vuol dire essere portato al limite”, raccontava Cioran.
Da giovane, Cioran si sentì attratto dal fascismo, attrazione che condannò allinizio degli anni 1940. In unintervista degli anni 1970, egli accennava alladesione al fascismo come alla maggiore sciocchezza della sua giovinezza. Linfluenza di Cioran si fece sentire non solo sulla cultura delite, ma anche sulla cultura pop. Nel 1991, la cantante francese Mylène Farmer scriveva i versi del suo motivo di successo “Désenchantée” ispirata dal volume di esordio di Cioran “Lettere al culmine della disperazione”. E a marzo del 2021, Cioran diventava personaggio di un fumetto dellartista francese Patrice Reytier.